Boom prezzi auto in Italia nel 2024: vero o fake? Cosa dice l’Unrae

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’Unione Case estere fa chiarezza sui prezzi auto in Italia nel 2024.
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Attenti alle fake sui prezzi prezzi auto in Italia nel 2024. Stando all’Unrae (Unione Case estere), i principali mezzi di comunicazione hanno ripreso alcuni dati relativi al mercato vetture italiano nell’anno scorso, confrontati con quelli dell’anno precedente e corredati di relative interpretazioni. L’Unione è membro del Sistema statistico nazionale dal 2013 e ha specifici accordi con Aci e con il ministero delle Infrastrutture: pertanto, ora fa chiarezza. 

I numeri veri

L’incremento del fatturato autovetture nel 2024 è dello 0,3% (da 46,79 a 46,91 miliardi), e non del 3%. Il calo delle immatricolazioni è dello 0,5% (da 1.566.521 a 1.558.704) e non dell’1%. L’aumento del prezzo medio è quindi di 228 euro, pari a un +0,8% (da 29.868 a 30.096). E non di 1.000 euro.

Prezzo medio totale: ha senso?

Per L’Unrae, commentare il prezzo medio totale del mercato non ha senso. È influenzato dalle variazioni del mix di canali, di segmenti e di alimentazioni: per essere significativi, i confronti vanno fatti quantomeno a parità di canale e di segmento. Un esempio: se il mercato si spostasse dalle utilitarie alle supercar, allora l’aumento del prezzo medio sarebbe automatico, pur senza nessun incremento del prezzo di nessuna auto. Questo aumento viene invece attribuito, in modo totalmente inesatto e strumentale, a presunti aumenti dei listini e riduzioni degli sconti. 

Occhio al noleggio

In realtà, nel 2024 si è registrato un deciso calo del canale noleggio a lungo termine, normalmente caratterizzato da sconti molto elevati: lo sconto medio ponderato, quindi, è sceso per una banale questione aritmetica. Nulla a che fare con una riduzione degli sconti praticati a uno stesso tipo di clientela. 

Fra denuncia e realtà

Si denuncia anche che le auto sotto i 14 mila euro sarebbero introvabili e quelle sotto i 20 mila rappresenterebbero solo il 20% del mercato. Dati alla mano (prezzo fattura) nel 2024 la prima fascia ha rappresentato circa il 5% del mercato e la seconda circa il 30%. Si denuncia, inoltre, la presunta scomparsa dell’offerta di prodotto nei segmenti bassi, caratterizzati da margini inferiori. Nel 2024 il numero dei modelli immatricolati nei segmenti A e B è pari rispettivamente a 24 e 79, con quote di mercato pari rispettivamente a 8,3% e 48,1%. Se gli acquisti dei consumatori si stanno spostando verso segmenti superiori, questo non può essere imputato a forzature dal lato dell’offerta, ma a una evoluzione delle loro preferenze, come accade in tutti i settori merceologici. Se si guarda a un orizzonte temporale più lungo, invece, l’aumento dei prezzi è stato molto importante. 

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Prezzi medi: variazioni

Le variazioni 2024 sul 2023 del prezzo medio praticato nel canale privati per ciascun segmento. Segmento A: berlina -0,5%, SUV -3,4%. Segmento B: berlina +0,1%, SUV +0,7%. Segmento C: berlina -1,1%, SUV +0,5%. Segmento D: berlina -0,8%, SUV -5,3%. Segmenti E/F: berlina -14,2%, SUV +1,2%. MPV: -6,7%. SW: +8,8%. Sportive: +17,3%. 

Auto più care: ecco perché

I contenuti di prodotto non sono gli stessi anche solo di pochi anni fa: in termini di dispositivi di sicurezza (ADAS), sia obbligatori per normative europee sia opzionali, e di infotainment, il valore di una vettura nel 2024 non è neanche paragonabile a quello della stessa vettura nel 2019. I fattori di produzione hanno subìto in questi anni un aumento vertiginoso dei costi che inevitabilmente si è riverberato sui prezzi di vendita. I costi dell’energia, in un’industria di fatto energivora benché non ufficialmente classificata come tale, sono schizzati in alto in tutta Europa. Motivo numero uno, diciamo noi: lo stop al gas della Russia.

Materie prime boom

I prezzi delle materie prime hanno subìto rincari a due cifre per quelle tradizionali e a tre cifre per quelle critiche, presenti in abbondanza nelle vetture di ultima generazione. I costi della logistica internazionale, che incidono pesantemente in una supply chain globalizzata, sono esplosi a causa della situazione geopolitica con focolai di crisi in vari nodi cruciali. Non è speculazione da parte delle Case automobilistiche.

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