Nella sanatoria delle cartelle esattoriali anche il bollo auto. Ed il fatto che tutti i bolli dal 2000 alla metà del 2022 possano essere in qualche modo sistemati, è senza dubbio il miglior aiuto che il governo abbia potuto inserire nella Legge di Bilancio. Alcuni bolli evasi però non dovrebbero finire nella sanatoria. E non perché vanno pagati e basta (quelli più nuovi se evasi e non ancora cartelle). Ci sono bolli che non vanno pagati, perché né la Regione titolare del bollo e nemmeno il concessionario della riscossione possono pretendere il pagamento da parte di un contribuente.
Bollo auto, i tempi della prescrizione
Tutte le annualità di bollo auto evase dai contribuenti e affidate all’agente della riscossione entro al fine del 2010, furono cancellate automaticamente con il decreto Sostegni del governo Conte. E adesso tutte le altre annualità fino al 2015, saranno cancellate d’ufficio dall’attuale governo. Si tratta della prima parte della sanatoria del governo Meloni, che tra l’altro prevede pure la rottamazione delle cartelle, nello specifico, tutte quelle escluse dalle due cancellazioni prima citate. Infatti la rottamazione delle cartelle comprende tutte le cartelle dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Ma sul bollo auto molti contribuenti hanno pendenze del bollo auto che ormai non dovrebbero più essere pagate. Ed a prescindere dalla cancellazione delle cartelle o dalla rottamazione. La prescrizione del bollo auto è un istituto che può tornare utile ai morosi senza che necessariamente si debba passare da sanatorie delle cartelle o rottamazioni.
I chiarimenti sulla sanatoria in arrivo
Per quanto concerne il bolo auto, il balzello tanto odiato dagli italiani rientra sia nella cancellazione d’ufficio delle cartelle che nella rottamazione. Tutto dipende dalla data a partire dalla quale la cartella è divenuta tale. Non conta nello specifico l’annualità del bollo auto. Infatti un bollo del 2020 potrebbe non essere diventato ancora una cartella esattoriale entro il 30 giugno 2022.E quindi verrebbe escluso dalla rottamazione. Allo stesso modo un bollo auto non diventato cartella entro il 2015, anche se relativo a 2013 o 2014 per esempio, non entra nella cancellazione, ma finisce nella sanatoria. Chiarimenti necessari questi per ciò che concerne il provvedimento di tregua fiscale introdotto dal governo Meloni.
Le regole della prescrizione del bollo auto
La prescrizione altro non è che la scadenza oltre la quale una tassa, una imposta o un tributo dovuto ad un Ente pubblico e non pagato dal contribuente, non può più essere preteso dallo stesso Ente. Ed interessa per forza di cose anche il bollo auto. I termini oltre i quali non si può più pretendere il pagamento della tassa da parte di un Ente pubblico devono essere approfonditi. Anche perché ci sono da fare gli opportuni distinguo tra cartelle e tassa e da tassa a tassa. Non esiste una prescrizione univoca che vale per qualsiasi tassa o cartella. Va ricordato che qualsiasi automobilista che è proprietario di una auto registrata al PRA, è tenuto al pagamento del bollo. Non è una tassa di circolazione perché è dovuta anche per le auto non utilizzate. La discriminante quindi è l’iscrizione nel Pubblico Registro Automobilistico.
La prescrizione del bollo auto
Anche il bollo auto rientra nel meccanismo della prescrizione. Ed è un termine perentorio che se decorre, mette al riparo il contribuente da qualsiasi pretesa della Regione. L’Ente non potrà più pretendere il pagamento. Nel dettaglio per la tassa di proprietà sui veicoli è di 3 anni il termine di prescrizione. Quindi, prima di chiedere la definizione agevolata sul bollo auto, meglio controllare che la pretesa della Regione o del concessionario, non sia scaduta. La prescrizione triennale scatta dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di scadenza della tassa. Quindi, dal quarto anno di versamento dell’imposta, se non sono arrivate notifiche, solleciti o altre comunicazioni, dall’Ente a cui il balzello è dovuto o dal concessionario alla riscossione, il bollo può dirsi prescritto.
Occhio però a considerare prescritto un bollo su cui invece è perfettamente valida la pretesa
Per essere prescritto un bollo deve avere delle determinate caratteristiche. Su un bollo di un determinato anno non devono essere sopraggiunte nei confronti del contribuente i cosiddetti atti interruttivi della prescrizione. Si tratta di avvisi di accertamento dalla Regione, solleciti, notifiche anche delle cartelle, ingiunzioni di pagamento, preavvisi di fermo. Ogni qualvolta arriva uno di questi atti, il calcolo dei 3 anni per la prescrizione si ferma e ricomincia da capo.
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