Benzina, stangata in vista: c’è lo zampino dell’Unione Europea

M Magarini
Con la nuova direttiva dell’Unione Europea, gli automobilisti rischiano di andare incontro a un pesante caro benzina
Rifornimenti carburanti

Il costo dei carburanti tradizionali rischia di schizzare alle stelle per gli automobilisti europei. Stando alle analisi pubblicate da International Energy Agency, la benzina potrebbe raggiungere i 2,288 euro al litro e il gasolio i 2,191 euro al litro, imposte escluse. Finora è soltanto una mera ipotesi, ma lo scenario non pare nemmeno così remoto.

Con la nuova direttiva europea n. 959, il Parlamento e il Consiglio Ue si propongono di modificare il cosiddetto ETS (Emission Trading Suystem), avente l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. La normativa, in vigore da quasi due decenni (è stata introdotta nel 2005), permette alle imprese di certi settori scientifici e industriali di emettere CO2, previo acquisto di quote.

Benzina e carburanti, l’Unione Europea cambia le regole con una direttiva

Rifornimenti carburanti

Detto altrimenti, le aziende più virtuose dal punto di vista ambientale, autori di investimenti in progetto di tutela dell’ecosistema e di riduzione o cattura delle particelle di gas serra, ricevono dei titoli o azioni verdi. Che è possibile mettere sul mercato, avendo in cambio un guadagno, attraverso la cessione alle compagnie aventi un impatto sul Pianeta. La commercializzazione dei crediti (di solito espressi in tonnellate di CO2) si basa, insomma, sul meccanismo della compensazione.

Così facendo, se delle compagnie devono inquinare per la tipologia di attività svolta, altre riequilibrano i valori. Ancora poco chiaro? Nessun problema. Proviamo a capire il concetto attraverso un pratico esempio.

Supponiamo che la società A riceva, per l’energia prodotta nel 2022, 1.000 certificati verdi complessivi. Il valore unitario è pari a 100 euro. Un lotto è ceduto a 150 euro alla società B. In tal modo, il venditore avrà un tornaconto economico sul servizio svolto in nome dell’ambiente, e l’acquirente avrà l’opportunità di portare avanti la sua attività produttiva, senza andare incontro a sanzioni.

Con i crediti, le imprese produttrici di energia ricavata da fonti convenzionali (ad esempio fornitrici di benzina) rispetteranno la legge che, lo ricordiamo, impone di usare fonti rinnovabili per il 2 per cento.  

Prezzi dei carburanti

Ora l’organo comunitario sancisce dei limiti relativi al consumo su vasta scala dei carburanti. Il nuovo prezzo massimo delle quote CO2 è di 45 euro per tonnellata, equivalente a 12 centesimi per litro di diesel e 10 centesimi per litro di benzina.

In base al rapporto divulgato dall’agenzia di stampa Reuters, il corrispettivo medio delle quote è, dunque, cresciuto da 8,34 euro nel gennaio 2018 agli 86,17 euro stimati per il 2023, 96,19 euro per il 2024 e 101,84 euro per il 2025. La cifra è destinata ad aumentare data la forte domanda e la poca offerta, visto che poche imprese realizzano dei progetti ambientali e le tempistiche si allungano. Le misure non sono state ancora definite nei dettagli, ma anche l’Italia sarà obbligata a recepire formalmente la direttiva.

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