Se l’auto elettrica ha un prezzo elevatissimo, è anche per il costo degli accumulatori: per questo, Stellantis punta a batterie al litio-zolfo per auto elettriche che richiedano all’azienda esborsi inferiori. Di qui, un accordo con Zeta Energy, azienda Usa che si occupa di sviluppare, commercializzare e produrre batterie ricaricabili sicure e ad alte prestazioni, a basso costo e prodotte in modo sostenibile. Il suo focus, proprio quelle al litio-zolfo basate su catodi di carbonio solforato proprietari, e su anodi di litio metallico 3D. La tecnologia ha vinto in particolare due premi: ARPA-E e VTO del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, e World Materials Forum. La società yankee elimina l’uso di materiali critici come grafite, cobalto, manganese e nichel: dispone di 60 brevetti e applicazioni.
Stellantis e Zeta Energy: collaborazione in quattro punti
Uno. Si mira a sviluppare un pacco batteria più leggero e con la stessa energia utilizzabile, con una maggiore autonomia, una migliore maneggevolezza e prestazioni superiori.
Due. Qual è il potenziale? Migliorare la velocità di ricarica rapida fino al 50%, rendendo l’acquisto di veicoli elettrici ancora più conveniente.
Tre. Target: le batterie dovrebbero costare meno della metà del prezzo per kWh rispetto alle attuali batterie agli ioni di litio.
Quattro. L’accordo prevede lo sviluppo e la pianificazione della produzione entro il 2030.
Progetto ambizioso
Tecnicamente, è in gioco la densità energetica volumetrica: si punta a far sì che la batteria al litio-zolfo dell’azienda di Houston sia pari a quella agli ioni di litio. Risultato teorico: un pacco batteria molto più leggero, con la stessa energia delle attuali agli ioni di litio, ma con una maggiore prestazioni superiori.
Produzione a basso impatto ambientale
Le batterie saranno prodotte utilizzando materiali di scarto e metano. Pertanto, emissioni di CO2 inferiori rispetto a qualsiasi altra tecnologia di batterie esistente. La tecnologia delle batterie Zeta Energy è pensata per essere implementata all’interno delle gigafactory esistenti.
Si cerca di difendersi dallo tsunami cinese
Nel mirino, la Cina. Che è un incubo per l’Ue, la quale s’è messa a combattere il Dragone, ma senza strumenti. Vedi la situazione pessima di Northvolt. Tra le preoccupazioni maggiori, vi è la capacità delle industrie cinesi di produrre veicoli a prezzi economici rispetto alla concorrenza europea, grazie al dominio della supply chain delle batterie al litio: lo evidenzia l’Ispi. Parliamo in media il 40% del valore finale di un EV (a parità di densità energetica del pacco batteria, in kWh). Nei primi sette mesi del 2024, CATL e BYD hanno catturato oltre il 70% del mercato delle batterie secondo le stime della China Automotive Battery Innovation Alliance.
Stando alle stime del Center for Strategic and International Studies (Csis), tra il 2009 e il 2023 il settore EV e delle batterie in Cina avrebbe beneficiato di oltre 230 miliardi di dollari di sussidi: incentivi ai consumatori e di agevolazioni fiscali sulle vendite per i produttori. Pechino nega tali accuse, affermando che la leadership cinese sia frutto della superiorità tecnologica, e della gestione della catena di distribuzione dai metalli alle celle.