La trasformazione dei veicoli elettrici procede a tappe forzate. Tanto che molte cose le quali, qualche anno fa, sarebbero state iscritte nella categoria fantascienza, oggi rappresentano la realtà sulle nostre strade. Un trend che riguarda anche le batterie, quello che è a tutti gli effetti il cuore pulsante di un EV, per le quali nel volgere di un decennio la tecnologia si è evoluta in maniera talmente evidente che è stato possibile procedere all’installazione di alimentatori in grado di raggiungere una capacità pari a otre 60 kWh nel sottoscocca delle auto elettriche. Triplicando, di conseguenza, le dimensioni quelle che erano utilizzate nella prima generazione delle stesse. A questo punto, però, è stato toccato un limite pratico, oltre il quale diventa praticamente inutile fare ulteriori progressi.
Batterie: non è più la capacità la nuova frontiera
Nel corso dell’ultimo decennio, i progressi per quanto concerne le batterie dedicate agli EV sono stati formidabili. Tanto da poter dire che hanno segnato un prima e un dopo nella maniera di concepire la mobilità sostenibile.

Ora che in termini di capacità è stato triplicato il dato degli inizi, è però arrivato il momento di passare ad un altro aspetto. Stiamo parlando della ricarica ultraveloce, tale da permettere di percorrere distanze superiori ai mille chilometri con una sola carica.
E proprio su quello che sembrava un sogno futuristico, si sta ora focalizzando l’attenzione dei produttori, la stessa un tempo rivolta alla necessaria evoluzione in termini dimensionali delle batterie ad alto voltaggio. Una velocità di ricarica più rapida possibile, infatti, permetterebbe di recuperare autonomia in archi temporali simili a quelli necessari per procedere ad un singolo pieno di benzina. Dando il via a soste sempre più brevi durante i percorsi previsti, senza le ore attualmente necessarie per procedere alla ricarica.
Le nuove architetture per le batterie devono anche ridurre i rischi
Se le ricariche ultrarapide sono una necessità sempre più avvertita dagli utenti, alcuni studi recenti segnalano lo spostamento dei produttori verso architetture di batterie da 400 a 800 V. Tali da rendere possibile l’implementazione di sistemi di ricarica ultrarapidi in grado di superare i 350 kW di potenza, arrivando addirittura a 1.000, come avviene per quanto concerne l’ultimo sistema annunciato da BYD.
Il lavoro, peraltro, ora non riguarda più esclusivamente la velocità di ricarica, ma si allarga a sicurezza e durata delle batterie. Un lavoro il quale ha reso possibile il conseguimento di sensibili miglioramenti per quanto attiene alla gestione termica e al monitoraggio dello stato di carica. Con un surplus significativo in termini di affidabilità, tale da ridurre al minimo rischi come quello collegato alla temuta fuga termica. La stessa che viene spesso accusata di essere all’origine di incendi o esplosioni.
I progressi attuati vanno in pratica a tradursi in dosi aggiuntive di sicurezza e affidabilità. Un’esperienza di guida tale da aprire la strada ad un futuro in cui le batterie non rappresenteranno più la causa di eventuali incidenti, come invece è ancora oggi.
Non solo ingegneria
Occorre anche sottolineare come l’impatto di tali progressi sia in grado di andare molto oltre l’ingegneria. Per riuscire a tenere la competizione in un mercato sempre più competitivo, i produttori hanno in pratica dovuto ripensare le proprie strategie. Se, al momento, la velocità di ricarica e la durata della batteria rappresentano gli strumenti principali per calamitare i consumatori, si sta approssimando un altro punto di svolta.

I miglioramenti nella tecnologia delle batterie, infatti, stanno spalancando la porta ad una serie di applicazioni letteralmente rivoluzionarie. Rese possibili dall’integrazione tra sistemi intelligenti di gestione delle batterie (BMS) e intelligenza artificiale. Esempio in tal senso è la capacità di autodiagnosticarsi da parte degli EV. Che rende possibile l’ottimizzazione delle prestazioni in tempo reale e la segnalazione di eventuali anomalie prima che possano trasformarsi in un problema.
In questo scenario, il mercato va a sua volta prefigurando una forte concorrenza tra diverse tecnologie. Se le batterie agli ioni di litio continuino a essere la soluzione dominante, sono infatti in rapida emersione alternative come le batterie al sodio. Soluzioni che si prospettano non solo come più convenienti, ma anche più ecofriendly. Ecco perché i progressi nel settore delle batterie sono seguiti con un’attenzione sempre maggiore dall’opinione pubblica e dalle stesse istituzioni politiche.