Uno dei principi chiave inseriti nel decreto “tolleranza zero” riguarda gli autovelox. Come rimarcato a più riprese da Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, i dispositivi dovranno rispondere a un effettivo bisogno di sicurezza. Spesso le Amministrazioni Comunali se ne sono servite soprattutto perché spinte dal bisogno di fare cassa: una politica non più ritenuta ammissibile dall’attuale esecutivo. Che ha fornito delle linee guida chiare in proposito, in linea con le richieste dei cittadini. Troppe volte capita, infatti, di incorrere in multe perché tratti in inganno dalla segnaletica. Una beffa atroce, a maggior ragione in un periodo del genere, dove, a causa dell’inflazione, tutto ha subito un rincaro.
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Autovelox, il trucco geniale per non pagare mai le multe
La necessità di fare cassa è un obbligo per tante famiglie e vedersi dilapidati i risparmi dalle multe è, poco ma sicuro, motivo di indignazione. Oltretutto, in certi tratti il cartello di avviso pecca di visibilità. Basta un attimo di distrazione e la frittata è fatta: l’autovelox coglie in flagrante il proprio veicolo, senza la concessione di attenuanti. A volte capita, dunque, di infrangere la legge ignari, spinti dalle migliori intenzioni. Sfociano nell’assurdo i tratti dove, di punto in bianco, si passa dai 90 ai 50 km/h evitando di fornire congruo preavviso agli automobilisti.
Nel testo approvato in CdM lo scorso 27 giugno, l’omologazione dei macchinari per il controllo automatico della velocità sarà sottoposto a una normativa specifica. Per contrastare l’anarchia degli impianti “fai da te” verrà applicata una omologazione a livello nazionale. Durante il question time alla Camera del 6 giugno Salvini ha parlato di una disciplina uniforme lungo l’intero territorio italiano. Il vicepremier ha promesso la definizione di regole certe, sanzioni congrue ed efficaci, nonché il diritto alla difesa per i cittadini, messi al centro della sicurezza stradale. Nel frattempo, ha chiesto agli uffici di predisporre delle localizzazioni adatte a tutelare l’incolumità generale.
Google Maps: la funzione che permette di individuare gli autovelox
Lo spauracchio degli autovelox comunque permane e quale miglior modo per proteggersi delle moderne dotazioni tecnologiche? Ormai hanno preso un posto importante, imprescindibile, nella vita di ogni giorno, con riferimento sia all’odierna generazione di guidatori sia alla vecchia scuola. Per cause di forza maggiore, pure chi ha qualche annetto in più sulle spalle ha imparato ad assumersi la giusta dimestichezza. Non per niente i moderni modelli prevedono la compatibilità con gli smartphone, sia Android Auto che Apple CarPlay, nonché le app rilasciate sui rispettivi store. Una delle soluzioni maggiormente scaricate risponde al nome di Google Maps.
Ad averne decretato il successo ci sono stati diversi fattori, compresa la propensione al costante progresso. Navigando tra le funzionalità c’è quasi da perdersi, talmente sono numerose. Una delle migliori, o quantomeno delle più apprezzate, riguarda proprio gli autovelox. Per non incappare nelle sanzioni, che possono diventare parecchio onerose, e avere un controllo generale della velocità, il software dà modo di conoscere gli autovelox collocati lungo il percorso programmato. In maniera intuitiva, la mappa riporta l’esatta collocazione dei dispositivi.
Tuttavia, diversi utenti (che lo usano pure a cadenza giornaliera) faticano a trovarlo. Credono ci sia un qualche difetto nella versione scaricata o nel telefonino. Come andremo, però, ora a vedere, nella maggior parte dei casi la risposta deve essere cercata altrove. Step by step vi spiegheremo i passaggi da osservare, cosicché vi sia chiara l’ubicazione degli autovelox.
Come avere una mappa aggiornata
Per avere un prospetto accurato dei macchinari dislocati lungo il sentiero che siete in procinto di imboccare, il primo passo consiste, naturalmente, nello scaricare l’app. A prescindere da quale sia il sistema operativo del vostro smartphone, il modus operandi rimane tale e quale. Una volta aperto lo store, recatevi sulla barra di ricerca e digitate “Google Maps”.
Adesso verificate il rispetto dei requisiti tecnici minimi. Qualora abbiate un dispositivo abbastanza nuovo, non riscontrerete nessun tipo di disagio. Altrimenti, sarà opportuno consultare con attenzione ciò che viene riportato. A quel punto, verificate la grandezza del file e di avere abbastanza memoria libera, sennò fate un po’ di “pulizia”. Spesso abbiamo installato sul telefonino delle app di cui non ci serviamo mai o una quantità sterminata di foto e video, trasferibili altrove senza fatica.
A procedura ultimata, entriamo nel merito della questione. Tanto per cominciare imposta una destinazione nella casella in alto di Google Maps. Dove avete intenzione di recarvi? Indicatelo e aspettate che vi riconosca il punto. Adesso pigiate su Indicazioni: ancor prima di avviare il percorso, la cartina vi mostrerà delle icone inerenti alle posizioni degli autovelox.
Il funzionamento
Così avete un primo quadro generale, utile per farsi un’idea sulle aree maggiormente “affollate”. Ora, lasciato partire il percorso guidato, Google vi avviserà non appena sarete nei paraggi di un autovelox, con il limite massimo di velocità da non oltrepassare. La tipologia canonica è costituita dagli autovelox fissi, ovvero tenuti permanentemente nello stesso punto. Se il funzionamento risulta fin qui chiaro, forse vi starete chiedendo come conoscere quelli mobili.
Ebbene, la soluzione è più semplice di quanto si sarebbe magari portati a credere. Difatti, il meccanismo si basa sulla costante interazione tra gli utenti. Chiunque ha l’opportunità di segnalare la presenza di una postazione mobile per l’accertamento della velocità. È sufficiente premere sul pulsante “Opzioni” e gli altri conducenti prossimi a percorrere lo stesso punto verranno messi in guardia.
L’interazione costante tra gli utenti è uno dei principali valori aggiunti di Google Maps, essendo utilizzato da milioni di automobilisti in ogni angolo del Pianeta. Gli autovelox fissi e mobili vengono mostrati sulla mappa con diverse colorazioni, rispettivamente arancione e blu. Tempo di un clic su quello di interesse e appariranno info dettagliate, attinenti, per esempio, alla tipologia di dispositivo e all’ultimo momento in cui un utente lo ha indicato.
Per il mantenimento dell’app in ottimo stato può essere buona cosa cercare di contribuire agli aggiornamenti. Ciascuno nel suo piccolo ha, infatti, la possibilità di dare una mano, in pochi secondi. Sebbene si siano fatti largo diverse app alternative, Google Maps gode tuttora di un’ottima fama e uno dei punti di forza consiste, appunto, nella facilità di interazione tra i fruitori del servizio, che, lo ricordiamo, è a titolo gratuito.
A questo punto, dovreste avere le conoscenze di base per sfruttarne fino in fondo le sue enormi potenzialità. Anche nel caso in cui non vi siate mai serviti di Google Maps, provate a fare un tentativo. Le informazioni consultabili sono parecchie e in continuo incremento. La vocazione al costante progresso ha consentito di tagliare degli enormi traguardi, pensati per essere sfruttati a pieno pure da chi è negato con l’informatica.
Una serie di fotografie ha da poco rivelato che presto verrà il turno pure di funzionalità ad hoc per le vetture elettriche. Nelle impostazioni è presente pure la sezione “EV Settings”, la quale, sebbene sia attualmente vuota, verrà riempita entro breve. Una delle voci implementate consiste nella facoltà di selezionare il connettore di ricarica di interesse. In aggiunta, sarebbero state individuate le stringhe relative ai dati della batteria, il che consentirebbe di conoscere in tempo reale il livello di carica.