Auto tedesca sotto shock: paura dei dazi di Trump

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le Case automobilistiche europee chiedono un accordo per evitare la guerra commerciale di Trump. 
usa dazi

Dopo un 2024 drammatico, auto tedesca sotto shock: ora ha paura dei dazi di Trump. Se The Donald manterrà la sua promessa sulle tasse, la crescita economica Ue potrebbe essere seriamente compromessa. Il presidente eletto ha ripetutamente dichiarato la sua intenzione di imporre una barriera del 10% sui prodotti che arrivano dal Vecchio Continente. Uno dei settori più colpiti sarebbe l’industria automobilistica, in particolare quella germanica. +

Trauma per il governo di sinistra a Berlino

Nel panico totale il governo di sinistra a Berlino, che ha spinto in Germania e in Ue per il green: ora, gli ecoinvasati hanno a che fare con disoccupazione, tagli, cinesi che possono comprare e salvare le fabbriche tedesche in una sorta di romanzo automotive scritto da Pechino. La Cina vista come salvatore della patria, contro il verde sinistroide distruttivo. Le elettriche tedesche non performano. Mentre i costruttori teutonici nel Celeste Impero perdono colpi, sopraffatti dalla potenza dei marchi locali.

vw

Associazione auto sul chi va là

L’Associazione dell’industria automobilistica tedesca (VDA) afferma che si deve fare tutto il possibile per garantire che non vengano imposte nuove tariffe statunitensi. Il portavoce dell’associazione, Simon Schuetz, ha detto a Euronews: “Penso che entrambe le parti debbano parlare per evitare che ciò accada. Se ciò accadesse, sappiamo entrambi cosa accadrebbe dopo. E l’Unione europea probabilmente adotterà delle misure in risposta, e questo sarebbe l’inizio di un altro conflitto commerciale o qualcosa del genere. E non è ciò di cui abbiamo bisogno. Europa e Stati Uniti devono capire che, considerando tutte le sfide geopolitiche, dobbiamo lavorare insieme e che politica ed economia devono essere considerate insieme”. Va detto che la reazione delle Case e dei Ceo è tardiva: nel 2019, occorreva intervenire e far sentire di più la propria voce. Adesso che c’è questa costruzione con le gambe tutte storte, si avrà grosse difficoltà a raddrizzarle.

Numeri da brivido

La situazione per l’industria automobilistica in Germania è già difficile, con la Volkswagen che ha recentemente annunciato la chiusura di tre stabilimenti. Uno studio recente ha rilevato che potrebbero essere persi 186.000 posti di lavoro nel prossimo decennio, poiché l’industria passerà alla produzione di veicoli elettrici. L’altro settore più colpito sarebbe l’industria pesante e siderurgica. Perché? Facile: è energivora. Ma oggi la Germania paga gas ed elettricità a peso d’oro. Perché non compra più gas da Putin per severamente punirlo. Su tutte, l’unica vincitrice è l’Ungheria di Viktor Orbán, la quale acquista gas dalla Russia e attrae Case auto cinesi come il gigante BYD, in protezione di industria, occupazione e indotto.

Ue sotto schiaffo

Così, l’Ue è in una situazione orribile. Da una parte, la Cina è fortissima, con le sua auto elettriche e termiche a benzina ibride plug-in: le seconde non pagano i dazi europei. Dall’altra, Trump ci tiene sotto schiaffo: “L’Unione europea deve acquistare su larga scala il nostro petrolio e il nostro gas. Altrimenti, saranno dazi a tutto spiano”. Il tycoon vuole piazzarci il Gnl, di cui gli Usa sono grandi esportatori. Nel risiko economico automotive mondiale, la tecnocrazia europea è come una zattera in un oceano in tempesta solcato da imbattibili navi cinesi, russe e americane.

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