Auto km zero in Italia a maggio 2024: situazione assurda nel mercato che crolla

Ippolito Visconti Autore News Auto
Italia caso unico al mondo: da noi, si vendono solo le auto a km zero. Macchine tecnicamente e legalmente usate, rimaste nei piazzali invendute.
auto km 0

Italia caso unico al mondo: da noi, si vendono solo le auto a km zero. Macchine tecnicamente e legalmente usate con un proprietario (il venditore), rimaste nei piazzali invendute: spesso elettriche costose come il fuoco da nuove. Sono le auto-immatricolazioni delle concessionarie e delle Case auto. A maggio 2024, +38%, un dato che significa quasi 5.000 targhe in più rispetto al maggio dell’anno scorso, dice Salvatore Saladino di Dataforce Italia. Ossia quota 80.000 unità (+25%) quest’anno. Per il resto, il mercato crolla del 6,6% nel quinto mese del 2024. I privati, senza soldi, non comprano più: +11%. Noleggio a lungo termine a precipizio, -16%. Breve termine +5%, perché si avvicina la bella stagione e servono auto per le vacanze. Secondo i dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, il mercato ha registrato a maggio 139.581 immatricolazioni. Nei primi cinque mesi 726.311 unità: +3,4% insignificante. Il paragone vero va fatto col 2019: -20,4%. Crollo verticale dovuto all’attesa dei bonus, tanto annunciati dal governo Meloni e dal ministro delle Imprese Urso per sei mesi.

Nuove a benzina superstar

Se il diesel viene demonizzato e ormai il nuovo economico scarseggia, ecco allora gli italiani ripiegare sul benzina nuovo. In aumento del 4,1%, con quota di penetrazione del 32,2%, mentre le macchine a gasolio calano del 30,5% con quota del 14,4%. Nel cumulato dei primi cinque mesi del 2024, le immatricolazioni di auto a benzina aumentano del 15,4% e quelle delle auto diesel scendono del 20,9%. Bene le ibride di qualunque tipo (fuorché plug-in).

Occhio al valore di CO2 medio del venduto, disastro 

La promessa dei bonus 2023 era: meno termiche, più elettriche, calo della CO2. “A parte PHEV e BEV che non si vendono e le full hybrid che stanno quasi al 15% del mercato, il diesel sì è stato abbandonato. Quindi oggi benzina 54%, diesel 20% uguale CO2 media 122,5 g/km. Solo due anni fa, benzina 48%, diesel 25% uguale CO2 media 119,8 g/km. Quante sciocchezze ci raccontano…”, commenta Saladino. 

Incentivi elettriche 2024 finiti in poche ore

Oggi, sono partiti gli ecobonus 2024. Serviranno? No: solo un boost momentaneo alle immatricolazioni, una “spintarella” che si esaurirà in fretta e che niente ha di strutturale per ridare slancio al mercato e contribuire in maniera determinante allo svecchiamento del parco circolante, dice Saladino. Intanto, dopo poche ore, gli incentivi delle auto elettriche sono stati bruciati: lo avevamo previsto. Erano partiti stamane alle 10. Situazione davvero caotica. Saladino evidenzia che, alle 18 di oggi, la fascia CO2 0-20 g/km aveva già utilizzato quasi il 90% dei fondi a disposizione: le elettriche senza incentivi non si vendono. Segue la fascia 61-135 che ne ha consumato quasi il 50%. Flop plug-in (CO2 21-60): solo il 15% dei fondi sono stati utilizzati.

Gli incentivi sono stati annunciati a dicembre 2023: operativi solo a giugno, paralizzando le vendite per oltre cinque mesi. Plafond mangiato via immediatamente dagli affamati di elettrico. Questa è una strategia per rilanciare l’elettrico? Abbiamo qualche dubbio.

Pasticcio piattaforma ecobonus: serve un altro decreto

Il giorno dell’apertura della piattaforma Invitalia, la pessima sorpresa: non sono stati resi disponibili tutti i fondi previsti per le autovetture. Mancano 178,3 milioni. Perché? Per farlo sarà adesso necessaria l’emanazione di un decreto apposito. L’Unrae Case estere auspica che avvenga nel più breve tempo possibile, per evitare l’ennesimo periodo di incertezza che si prospetta per il mercato.

mercato auto

Problema prezzi, parola all’Acea auto

L’Acea, l’associazione europea dei costruttori di auto, parla di prezzi delle auto: la mobilità, anche quella elettrica, è cruciale per la creazione della ricchezza e non può essere messa a repentaglio. Dev’essere conveniente e accessibile per tutti i cittadini e le imprese europee. Le Case hanno messo sul piatto investimenti di 250 miliardi entro il 2030, ma c’è un problema: in Europa produrre elettriche è più oneroso che produrre termiche, o auto importate da regioni in cui la manodopera costa meno. Vedi Cina. Acea chiama in causa i governi, ecco la sua ricetta. Uno: una fornitura affidabile di materie prime, idealmente in Europa. Due: aumentare la produzione locale di batterie e stabilimenti per il riciclo. Tre: assicurare una fornitura stabile e conveniente di elettricità a basso impatto ambientale. Quattro: far crescere l’infrastruttura di ricarica. Cinque: ampliare lo schema di incentivi all’acquisto per le auto elettriche.

Le Case hanno speso tantissimo per sviluppare le elettriche smantellando lo sviluppo delle termiche. Ora le stesse Case inviano un messaggio ai politici dell’Unione europea: dopo tutto quello che abbiamo sborsato, sarebbe assurdo tornare indietro. Avanti con l’elettrico.

  Argomento: