Il neoeletto presidente statunitense Donald Trump ha lanciato un duro attacco ai veicoli elettrici, annullando un ordine esecutivo firmato nel 2021 dal suo predecessore Joe Biden. Questo decreto aveva fissato come obiettivo che, entro il 2030, metà dei nuovi veicoli venduti negli Stati Uniti fosse elettrica.
Anche se l’obiettivo non fosse vincolante legalmente, aveva ottenuto il sostegno di numerosi produttori automobilistici, sia nazionali che internazionali. Nel suo nuovo ordine esecutivo, invece, Trump ha deciso di sospendere anche la distribuzione dei fondi residui destinati alle stazioni di ricarica per veicoli elettrici, originariamente previsti da un fondo governativo di 5 miliardi di dollari.
Il presidente Trump ha chiesto l’abrogazione della deroga che consente ad alcuni stati, come la California, di implementare norme più severe per vietare la vendita di veicoli alimentati esclusivamente a benzina entro il 2035, una politica già adottata da 11 altri stati. Il presidente ha anche manifestato l’intenzione di eliminare i crediti d’imposta di 7.500 dollari per i veicoli elettrici, sottolineando che tali incentivi creano squilibri di mercato e favoriscono ingiustamente i veicoli a zero emissioni rispetto ad altre tecnologie.
L’EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente) è adesso incaricata di riconsiderare le normative sulle emissioni che, secondo il piano attuale, richiederebbero alle case automobilistiche di vendere una quota significativa di veicoli elettrici entro il 2032 per conformarsi agli standard federali.
Trump ha ribadito la sua opposizione al cosiddetto “mandato EV” di Biden, che promuoveva l’elettrificazione, e ha dichiarato di voler rilanciare la produzione di petrolio e gas negli States. Tra le sue promesse figurano anche il ritiro dai programmi di energia pulita di Biden, inclusi gli incentivi per energia eolica e solare, e l’abbandono dei piani per la produzione di idrogeno su larga scala.
Le misure promesse da Trump puntano inevitabilmente a riportare l’attenzione sull’industria dei combustibili fossili e a rimuovere le barriere normative che, secondo lui, penalizzano i veicoli tradizionali a favore di una transizione energetica che ritiene troppo accelerata.