Se un blogger adolescente dice che c’è un boom di auto elettriche in Europa da gennaio a settembre 2024, questo risulta comprensibile. Rintronato dalle sirene social e web del Green Deal, perde la bussola e sostiene idiozie senza intenzionalità. Ma se un’associazione italiana o continentale afferma che le full electric vanno a gonfie vele quest’anno, qui c’è malafede.
I veri numeri delle auto elettriche in Europa: prima sconfitta
Nei primi nove mesi dell’anno, gli ECV (Electrically–chargeable vehicles, veicoli ricaricabili) coprono il 21,8% del mercato europeo: BEV (elettriche) raggiungono il 14,7% e le PHEV (termiche ibride plug-in) il 7,1%, rispettivamente -0,5 e -0,4 punti percentuali rispetto
allo stesso periodo 2023. Pertanto, elettriche addirittura giù. Altro che ascesa impetuosa e inarrestabile. Inoltre, da sole, le elettriche sono al 14,7%. Dire che sono al 21,8% è una fake in malafede: dentro ci sono le PHEV (termiche ibride plug-in) al 7,1%. Pietosa l’Italia, ultima fra i mercati importanti con una quota di ECV al 7,3% (4% BEV e 3,3% PHEV).
Secondo: Europa spaccata
Le BEV si vendono solo nei Paesi del nord Europa, il cui peso specifico automotive è pari a quello di una foglia. Sono i mercati big a rappresentare il cuore del Vecchio Continente: dalla Germania alla Francia, passando per la Gran Bretagna, la Spagna e l’Italia.
Terza disfatta: politica Ue con tante idee e confuse
Si è verificato un nulla di fatto ai primi di ottobre nella votazione dei Paesi membri Ue in merito agli extra dazi auto elettriche cinesi. Per adesso, le tasse sono provvisorie. La Commissione europea dovrà decidere sui dazi relativi ai veicoli elettrici di provenienza cinese, un verdetto che influenzerà il mercato per i prossimi cinque anni. Ma le negoziazioni col governo cinese per trovare un accordo potrebbero protrarsi oltre la scadenza prefissata. Pertanto, chi parla di politica Ue chiara sulle elettriche dice il falso. Giusta o sbagliata che sia quella degli Usa, comunque è una politica chiara: in un quarto d’ora, dazi cinesi al 100%. Noi per extra dazi di circa il 34% ancora non abbiamo sentenziato in modo definitivo: tante idee e confuse. Si resta in un limbo anomalo, che uccide vieppiù il mercato elettrico, disorienta Gruppi auto, filiera, consumatori, governi locali.
Quattro: dal solo elettrico, al quasi solo elettrico con spruzzata di termico
Prima l’Ue diceva “solo full electric”. Ora d’improvviso ecco le auto termiche con e-fuel: carburanti sintetici di macchine a benzina. Solo perché la Germania fa i capricci e le si vuole dare un contentino. Anche qui, nessuna linea chiara.
Cinque: ma quali emissioni zero
Per favore, un minimo di serietà da parte delle lobby elettriche: un’associazione di interessi particolari che sostiene come le elettriche siano a emissioni zero. Bugia. Le batterie dalla nascita alla morte rappresentano veleno infernale per il globo terracqueo. Un dato recente fornito da GREEN CAP dice che un’auto con batteria tra 50 e 60 kW/h produce
emissioni di CO2, nel suo ciclo di vita, pari a 7 milioni di tonnellate. E l’elettricità, da dove arriva se non in gran parte dal carbone? Inoltre, le emissioni di PM 10 e PM 2,5 sono dovute per il 96% da abrasione stradale, freni e pneumatici. Infine, le miniere a cielo aperto dei metalli necessari (sei volte quelli di una endotermica) e le relative raffinazioni impattano per la salute e l’ambiente in maniera devastante. Chiosa sui diritti dei lavoratori e dei minorenni che faticano nelle miniere: un giorno prima o poi la questione esploderà in tutta la sua drammaticità.
Con l’auspicio che nessun Corpo di vigili del fuoco abbia mai più a che fare con un’elettrica in fiamme. È necessario isolare la vettura per almeno 72 ore e tenere una distanza di 10-15 metri da ogni tipo di materiale infiammabile.
Ottimo l’elettrico per i micro spostamenti urbani dei van commerciali
Viceversa, la verità è che in Ue l’elettrico rappresenta un’ottima soluzione nei centri città: ci riferiamo alle consegne di merci varie effettuate coi van commerciali per spostamenti a corto raggio. Nessun’ansia d’autonomia, perché le colonnine di ricarica sono nelle aziende, collegate, funzionanti, pratiche, comode e veloci. Cinque caratteristiche assenti nelle infrastrutture Ue dominate da inefficienza e lentezza.
Ps: per gli amici che commentano esaltando i risultati di Cina e Tesla. La Cina non è in Europa. Tesla è vincente, col suo ecosistema pre vendita fatto di Supercharger.