Se il mercato delle auto elettriche sta muovendosi a ritmi minori rispetto a quanto preventivato, i veicoli prodotti all’ombra della Grande Muraglia non sembrano risentire molto della tendenza in atto. Sono infatti tre su ogni quattro venduti in ogni angolo del mondo quelli prodotti dalle case del Dragone. Un dato il quale è stato certificato dai dati che sono stati diffusi dalla China Passenger Car Association.
Il 76% collezionato dalle aziende cinesi nel mercato globale dei veicoli elettrici è da considerare un risultato assolutamente straordinario, da ascrivere in particolare ad una domanda interna che sta offrendo una valvola di sfogo alle auto prodotte dal gigante asiatico in un momento in cui Nord America e Unione Europea cercano di frenarne lo slancio con un rinnovato protezionismo.
È il mercato interno a trascinare le auto elettriche cinesi
Guardando con attenzione i dati rilasciati dall’associazione automobilistica cinese, nel periodo compreso tra gennaio e ottobre le vendite di veicoli elettrici delle case auto cinesi hanno raggiunto i 14,1 milioni di unità. Il 69% di questi modelli sono stati commercializzati in Cina. Una conferma di quanto già era facile pronosticare, ovvero che BYD e consorelle si avviano ad aumentare la propria quota nel mercato globale dei veicoli elettrici.

A confermare la centralità del mercato cinese e la sua funzione di traino per le auto elettriche sono anche i dati diffusi dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, secondo cui durante lo scorso anno poco meno del 60% delle nuove immatricolazioni di veicoli elettrici è avvenuto in Cina.
E se le case cinesi dominano il mercato delle auto elettriche, Europa e Stati Uniti si illudono di fermarne l’avanzata con dazi che, però, potrebbero presto rivelarsi inutili. Le aziende cinesi, infatti, nel preciso intento di aggirarli, stanno operando una rapida convergenza sugli ibridi. Il motivo è da individuare nel fatto che questo genere di propulsori non rientra nel raggio d’azione delle sanzioni elevate in Occidente. Con un possibile risultato paradossale: oltre a quello degli EV, presto anche il mercato degli ibridi potrebbe essere monopolizzato dalle case cinesi. Che anche in questo ambito sono in grado di proporre prezzi molto inferiori a quelli della concorrenza. Anche se, secondo alcuni analisti, le stesse potrebbero optare per una politica dei prezzi meno aggressiva, per non provocare le controparti occidentali.
La Cina continua a proporre incentivi per l’elettrificazione
Come ricordato sinora, se i mercati nordamericano ed europeo potrebbero rivelarsi più difficili da penetrare per i produttori cinesi, nel futuro, gli stessi continuano comunque a crescere per effetto di una domanda interna ancora forte. Favorita dal piano di incentivi per i veicoli elettrici che in Cina non si è mai fermato e che, al contrario, di recente ha raddoppiato.

Chi compra ora un veicolo elettrico lungo il territorio del gigante asiatico, può contare su 20mila yuan (circa 2.600 euro al cambio attuale) in caso di permuta con la propria auto termica. Un sussidio del quale, del resto, ha beneficiato anche Tesla, vedendo crescere le proprie vendite in Cina nell’ordine del 7% nel terzo trimestre.
Oltre al mercato interno, BYD e consorelle possono contare su una ulteriore valvola di sfogo, quella rappresentata dal mercato russo. Stando ai dati rilasciati dalla China Passenger Car Association, nel corso dell’ultimo biennio le esportazioni di veicoli cinesi verso la Russia sono praticamente raddoppiate. Un +109% che è andato a compensare il calo del 23% relativo alle esportazioni verso gli Stati Uniti.
È stato Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association, ad affermare l’impazienza delle casi del Dragone verso il mercato della Russia. Al suo interno, infatti, stanno praticamente occupando lo spazio lasciato vuoto da quelle occidentali, costrette a lasciare un mercato vastissimo a seguito delle sanzioni elevate dopo lo scoppio del conflitto con l’Ucraina, nel febbraio del 2022. Un regalo che i produttori cinesi non hanno esitato a scartare.