Auto elettriche, il proclama dell’amministratore delegato di Honda: è arrivato il nostro momento

Dario Marchetti Autore
Anche la casa nipponica si prepara a dare battaglia per la mobilità sostenibile
Honda Civic

Honda vanta una solida reputazione per i motori a combustione, si tratti di auto o moto. Per quanto riguarda la divisione automobilistica, la casa nipponica ha portato avanti una solida strategia, tale da prevedere un posto di riguardo per la tecnologia di ibridazione. Tanto da aver appena celebrato il suo 25° anniversario con la creazione di una versione speciale della Civic. Oltre ad aver messo in programma, per il 2025 o per l’inizio dell’anno successivo, il ritorno di una coupé leggendaria come la Honda Prelude, che sarà dotata anche di una meccanica ibrida. Al tempo stesso, l’azienda non si nasconde che il futuro è delle auto elettriche e non ha alcuna intenzione di rinunciare alle opportunità che questo mercato può offrire. Tanto da spingere il numero uno della casa, Toshihiro Mibe, a non nascondere le ambizioni.

Honda non nasconde le sue ambizioni nelle auto elettriche

L’ingegner Toshihiro Mibe ha assunto la carica di amministratore delegato di Honda nel 2021. Ha quindi amministrato piani che non erano stati da lui decisi, nei quali il ruolo degli EV era, in fondo, abbastanza limitato. In pratica, nel 2020 la casa ha lanciato la Honda e, una city car che non ha però avuto grande successo in Europa.

Honda Civic

Al momento, nella sua gamma vede la presenza di un solo modello elettrico, la e:Ny1, un SUV compatto lungo 4,39 metri che è in grado di conseguire 414 chilometri di autonomia. Troppo poco, quindi, per un mercato che dovrebbe crescere in maniera esponenziale nel corso dei prossimi anni, soprattutto se la politica riuscirà a fare la propria parte.

Honda, quindi, non si nasconde la necessità di cambiare le proprie strategie, in particolare mettendo in campo una adeguata gamma di veicoli elettrici. Un tema che proprio Toshihiro Mibe ha affrontato in un’interessante, quanto articolata conversazione con il media britannico Autocar .

La Serie 0 e le future auto elettriche di Honda

Nel corso dell’intervista, Mibe ha affermato di non credere che l’azienda da lui diretta sia in ritardo nel mercato delle auto elettriche. Queste le parole espresse al proposito: “Lavoriamo da tempo sulla tecnologia delle auto elettriche, ma abbiamo ritenuto che non fosse positivo aumentare il numero di modelli elettrici nella nostra gamma quando il loro mercato non era redditizio e, allo stesso tempo, non c’era una adeguata infrastruttura di ricarica”.

Ora, però, sempre a detta del numero uno di Honda, è arrivato il momento di fare il definitivo salto di qualità. Tanto da affermare: “È giunto il momento di investire nella nostra strategia per le auto elettriche: abbiamo la tecnologia e possiamo competere a livello globale con altri produttori”.

La roadmap per l’elettrificazione

Per farlo ha dato vita ad una vera e propria roadmap per l’elettrificazione, che è stata annunciata nel passato mese di maggio. Il piano in questione, prevede il lancio, a partire dal 2026, di tre modelli della sua nuova Serie 0. Il primo di essi sarà una berlina basata sul prototipo della Serie 0 che, almeno nelle intenzioni del marchio avrà anche nelle versioni entry-level, un’autonomia tale da oltrepassare i 480 chilometri. Un dato il quale non andrà a detrimento della sportività che da sempre caratterizza i modelli della casa fondata nel 1948, a Tokyo.

Honda e

A questa prima berlina, dovrebbe poi far seguito un SUV di medie dimensioni basato sul prototipo Space Hub e, in seguito, da un altro SUV, stavolta di grandi dimensioni. I modelli in questione, oltre ad un design che si preannuncia caratterizzato da robuste dosi di innovazione, metteranno in evidenza un’altra peculiarità, ovvero l’utilizzo nella fabbricazione del metodo megacasting.

Di cosa si tratta? In pratica di una nuova tecnologia di produzione che vede la creazione dell’auto partire da pezzi grezzi di grandi dimensioni, con meno parti e intercambiabili tra i diversi modelli. La stessa che è stata resa popolare da Tesla, spingendo anche altri produttori, in particolare Toyota e Volvo, a metterne in preventivo l’introduzione nei propri stabilimenti.

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