Auto elettriche flop: disastro multe miliardarie dell’Europa alle Case per le emissioni

Ippolito Visconti Autore News Auto
Se le full electric non si vendono, diventa difficilissimo per i Gruppi auto raggiungere i target sulle emissioni Ue fissati per il 2025.
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L’incubo è triplice. Primo: il bando termico 2035 Ue. Secondo: nel 2025 la media delle nuove auto vendute dovrà essere sotto i 93,6 g/km (-19% rispetto al 2024). Terzo: multe Ue a chi sgarra. Sono 95 euro da moltiplicare per l’eccesso di CO2 e per le immatricolazioni. Si vola a centinaia di milioni di euro, che sommate fanno miliardi. 

Non solo: la media 2025 sarà più bassa del 2024. Insomma, target più difficile ancora. Non resta che affidarsi a elettriche e ibride plug-in. Sì, tutta teoria: nei sei mesi del 2024, il mercato europeo è salito di 243.000 immatricolazioni (+4,3%), ma BEV e PHEV sono crollate di 9.000 unità. Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia, lancia l’allarme: “Se il problema esisterà ancora, allora i costruttori dovranno ridurre le vendite di auto con motori endotermici alzando ancora di più i prezzi. 

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Meccanimo bestiale

Come abbassare le consegne di macchine a benzina e diesel, che sono desideratissime? Alzando i prezzi di listino. Un meccanismo perverso, tale per cui una cosa piace, ma fa prendere multe, allora alzi il prezzo. Bestiale. L’attuale battuta d’arresto è anche influenzata anche dalla brusca eliminazione degli incentivi per i veicoli elettrici in Germania, che è il più grande mercato BEV d’Europa in termini di volume.

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Più multe, più licenziati

Lo psicodramma dei tagli occupazionali è destinato ad aggravarsi. Meno auto a benzina e diesel vuol dire meno personale: non serve. Sarebbe necessario per le elettriche, se solo queste vendessero. Risultato: licenziamenti, industria automotive a picco.

Ma Saladino è critico, perché non c’è levata di scudi da parte dei costruttori contro l’Ue. Quindi, l’Europa intera fa un assist d’oro ai cinesi che vanno forte con le elettriche. E all’americana Tesla, che ha una mega fabbrica in Cina.  

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Come evitare batoste

Le Case potrebbero vendere moltissime ibride, purché davvero poco inquinanti. “Un’altra opzione per la conformità è il pooling di CO2, cioè l’acquisto di crediti dai costruttori più virtuosi. Effettivamente non c’è stato un grande ricorso al pooling negli ultimi due anni, ma già nel 2021 l’ex gruppo FCA ora confluito in Stellantis aveva acquistato crediti da Tesla e da Honda per ridurre la sua media. Dataforce prevede una ripresa di questa strategia nel 2025, quando i produttori di soli veicoli elettrici potranno vendere un grande quantitativo di certificati di emissione ad altri gruppi”, dice Saladino.

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Monitoraggio costante

Gli obiettivi di CO2 saranno quindi una parte importante dei target annuali di tutti i costruttori, esattamente come lo sono quelli di vendita. Con il monitoraggio mensile delle emissioni, si possono identificare i mercati o i segmenti che hanno il più alto impatto positivo o negativo. 

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