Per BMW, Dacia, Tesla e Volvo, sono guai con gli extra dazi auto cinesi. Infatti, non sono Case propriamente cinesi, ma producono molto in Cina ed esportano in Europa. Quindi, pagano le tariffe doganali proprio come se fossero aziende del Dragone. Vediamo i casi più eclatanti. Primo: Tesla esporta la Model 3 in Europa dalla Cina. Ha deciso di piantare qui una Gigafactory mostruosa e di invadere il pianeta con una delle sue macchine più desiderate. BMW esporta le Suv elettriche iX3 e le Mini full electric dalla nazione della Grande Muraglia verso il Vecchio Continente. Le elettriche Smart di Mercedes sono costruite in Cina in una joint venture con Zhejiang Geely Holding Group. La romena elettrica Dacia Spring (dei francesi di Renault) è fatta in Cina: per paradosso, Macron vietò i bonus francesi alla Spring.
Volvo, Geely, la Cina e i dazi: caos
Il caso Volvo è clamoroso. Stava morendo anni fa, ma la cinese Geely le ha dato ossigeno con intelligenza: capacità europee e soldi cinesi. Su tutte le furie il vice amministratore delegato di Volvo, Bjorn Annwall: i clienti, dice, finiranno per pagare di più per acquistare veicoli elettrici. Volvo, che ha sede in Svezia, è di proprietà per la precisione della cinese Zhejiang Geely Holding. La piccola Suv elettrica EX30 elettrica è costruita in Cina ed esportata in Europa. Comunque, sarà costruita anche nello stabilimento Volvo di Gand, in Belgio, a partire dal prossimo anno. Da capire i dettagli Ue sui dazi. Se una Casa Ue di un Gruppo cinese fa un’auto in Europa, questa vettura paga dazio sì o no?
Concorrenza orientale fortissima
D’altronde l’americana Tesla e le varie Case Ue hanno eletto spesso la Cina con terra per produrre con un obiettivo: essere super concorrenziali contro i fortissimi costruttori cinesi. La Commissione europea stima che la quota di mercato nell’Ue delle auto cinesi (elettriche e no) sia salita all’8% da meno dell’1% nel 2019. Potrebbe raggiungere il 15% nel 2025. Ecco la chiave: i prezzi sono in genere inferiori del 20% rispetto a quelli dei modelli fabbricati nell’Ue. L’Ue ha importato circa 440.000 veicoli elettrici dalla Cina nell’anno mobile da aprile 2023 ad aprile 2024, per un valore di 9 miliardi di euro. Uno tsunami causato dal Dragone che ora il Vecchio Continente, stanco e lento, non sa come arginare: la stessa Europa ha aperto le porte d’ingresso all’elettrico cinese. Un pasticcio politico ed economico di proporzioni epocali.