Le auto elettriche sono il futuro e su questo dovremmo essere tutti d’accordo. D’altro canto, bisogna prendere atto delle criticità finora presenti. Una frangia significativa della popolazione è combattuta se acquistarle o meno per i costi elevati. Le tecnologie al momento disponibili costringono, infatti, le compagnie a fissare prezzi di listino piuttosto significativi. Forse un giorno ciò smetterà di essere un problema, ma occorre pazientare. A tal proposito, risulta essere interessante la campagna portata avanti dal gruppo Volkswagen. Il marchio leader paventa il lancio in commercio di bev low-cost nei prossimi anni, già entro il 2025. Si parla anche di valori inferiori alla soglia dei 25 mila euro, il che rappresenterebbe un significativo progresso vista l’attuale situazione.
Un secondo punto critico (o considerato tale) concerne l’autonomia. La capacità di percorrenza dei veicoli lascia, infatti, parecchio a desiderare e prenderne atto è il minimo. Diversi utenti continuano a esprimere tuttora delle forti perplessità in merito, terrorizzati dall’eventualità di rimanere a piedi. In realtà, qui, vigono dei pregiudizi. Mentre sino a qualche anno fa il problema affondava su presupposti concreti, adesso i dubbi dipendono perlopiù dalla disinformazione. Quindi, uno degli aspetti che convincono meno consiste negli elevati tempi di ricarica. Oltre alle difficoltà nella ricerca delle colonnine dove eseguire un “pieno”, dissuadono dall’acquisto la lentezza del processo. Presto la lacuna verrà colmata, mediante gli sforzi profusi dagli operatori di settore.
Nyobolt: la batteria per le auto elettriche che si ricaricherà in 3 minuti
A lasciar ben sperare in proposito è una realtà avente sede nel Regno Unito, chiamata Nyobolt. Il personale dell’azienda è da un po’ impegnato nel serrato iter di studio e sviluppo di un accumulatore dalle potenzialità straordinarie. Il progetto fa leva sulle spiccate capacità intuitive degli addetti ai lavori, in possesso delle skill necessarie per dare una netta svolta a riguardo. Le modalità di lavorazione saprebbero ridurre drasticamente gli intervalli del rifornimento, che da 3 ore scenderebbero a 3 minuti. Ora vi lasciamo immaginare quanto ciò sarà in grado di migliorare il quotidiano.
Le prospettive muterebbero radicalmente, favorendo la diffusione delle auto elettriche nell’industria dei motori. Se in alcuni Paesi costituiscono delle realtà consolidate (ad esempio, nei territori scandinavi), in altri sarebbe il caso di darvi slancio, tipo lungo la nostra penisola. Il reddito medio della popolazione inferiore rispetto a certi vicini di casa ha, poco ma sicuro, un impatto rilevante. Limitare a esso il discorso è, comunque, frutto di una distorsione. L’innovazione attuata da Nyobolt fa riferimento sia ai mezzi di trasporto sia a qualsiasi altro device ricaricabile.
Per costruire la super batteria elettrica delle auto elettriche si è reso necessario fare affidamento su un ente terzo dalla conclamata fama e reputazione, vale a dire Callum, un colosso nell’ambito del design e dell’ingegneria. La condivisione delle esperienze, delle competenze e delle risorse ha dato a frutti tangibili, che verranno mostrati nel corso del prossimo mese. Attualmente Nyobolt preferisce tenere un profilo basso, in maniera da preservare l’effetto sorpresa. Nel comunicato diramato agli organi di informazione, tira in ballo dei materiali “inediti”. Cosa poi voglia dire nello specifico è un mistero. Allo stesso modo, resta da capire il processo che consentirà di ridurre le dimensioni delle celle e le tecniche di gestione del software di controllo, votato all’efficienza.
L’amministratore delegato di Nyobolt, Sai Shivareddy, porta avanti fiero il piano, che sulla carta è capace di dare un input essenziale nel successo su larga scala delle auto elettriche. Stando alle parole del top manager, avrebbero individuato la via per sbloccarne a pieno il potenziale e aprire a un’era interamente da scrivere, incentrata su applicazioni evolute. I numeri commerciali in costante crescita delle auto elettriche sarebbero la dimostrazione dell’esigenza di risolvere i vecchi punti deboli.