Ci siamo: come promesso da Trump, auto elettrica presa a schiaffi dagli Stati Uniti. Il futuro presidente è pronto a cancellare i crediti fiscali per le full electric. Sono fino a 7.500 dollari: introdotti dall’attuale presidente Joe Biden nel quadro dell’Inflation Reduction Act. Il re di Tesla Elon Musk, che lo ha appoggiato in campagna elettorale, concorda col tycoon. D’altronde, ora che fanno una squadra, non possono scontrarsi davanti a tutti su temi bollenti. Noi lo abbiamo previsto qui, indovinando tutto.
Propositi bellicosi anti elettrico
La cambiale in mano a The Donald indica: guerra alle elettriche. Eliminando la politica di Sleepy Joe. Con queste idee, Trump ha vinto la corsa alla Casa Bianca, sicché ora insiste. Elon favorevole allo stop agli incentivi. Per una semplice ragione: l’abrogazione dei sussidi danneggia appena Tesla. Fa male invece a chi vive di quei soldi, di quei bonus: costruttori deboli. Concorrenza a pezzi quindi. Ecco la diabolica strategia di Musk.
E la transizione?
Si discute in Usa di transizione: a parlarne è il comitato per la politica energetica, guidato da Harold Hamm, petroliere e fondatore di Continental Resources. Assieme al governatore repubblicano del North Dakota, Doug Burgum. Questi due daranno battaglia contro i Gruppi auto che vogliono i sussidi statali. In una lettera del 15 ottobre, l’Alliance for Automotive Innovation ha rivolto un appello al Congresso: mantenere i crediti d’imposta, “essenziali per consolidare gli Stati Uniti come leader mondiale”.
Errata o corretta che la convinzione di Trump sia, comunque è il suo modo di comportarsi, come politico e imprenditore: se fa promesse, dopo manterrà tutto. Questo gli ha permesso di stravincere le elezioni, a differenza di altri politici che parlano tanto prima per poi fare pochissimo dopo. Seconda terribile e cocente sconfitta per la sinistra che diceva: se mai divenisse presidente, come farebbe il tycoon a mantenere le promesse sull’elettrico, in virtù dell’appoggio di Musk? Ecco la risposta.