Auto elettrica: Meloni annuncia un Memorandum con la Cina 

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il premier Giorgia Meloni dà la scossa: da Pechino ha annunciato la firma di un memorandum di collaborazione industriale fra Italia e Cina.
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Il premier Giorgia Meloni dà la scossa: da Pechino ha annunciato la firma di un memorandum di collaborazione industriale fra Italia e Cina. Al centro, auto elettrica e rinnovabili. Ossia il possibile futuro. Un passo significativo che comprende settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica. Il che, dice la Meloni, le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio intervenendo a Pechino al business forum Italia-Cina: firmate sei intese in vari campi, dall’industria alla sicurezza alimentare all’istruzione.

Per adesso, nessun altro dettaglio. Vediamo nelle prossime ore se emerge qualcosa di più. “L’impresa italiana in Cina continua a fare la sua parte: gli investimenti cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina. È un divario che mi piacerebbe fosse colmato nel modo giusto” ha aggiunto la Meloni. 

IA pervasiva

L’Intelligenza Artificiale generativa è destinata a incidere profondamente sui nostri tessuti sociali, economici e a cambiare radicalmente interi segmenti produttivi. “So che anche in Cina è in corso un vivace dibattito su quelle che sono state definite ’nuove forze produttive’. Alludendo, immagino, proprio all’impatto che l’intelligenza artificiale può avere sulla produttività. Così come, aggiungo, sulla creazione e sulla distruzione di posti di lavoro. Ognuno di noi sta sviluppando un diverso approccio, ma io credo che al di là delle diverse sensibilità sia fondamentale sviluppare un ragionamento comune, proprio alla luce delle ricadute che l’IA avrà sul mondo del lavoro, anche per quelle professioni a più elevata specializzazione».

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Scambi e cooperazione

Cina e Italia hanno margini per portare la loro cooperazione a nuovi livelli. È quanto ha detto il premier Li Qiang. Il quale ha ricordato i solidi e consolidati rapporti bilaterali. Richiamando lo spirito della Via della Seta che assicurava pace, cooperazione e inclusività. “Le due parti hanno bisogno di trattarsi con sincerità e onestà”. Ci sarà cooperazione nel settore industriale: scambi di visite, maggiore condivisione di informazioni sulle rispettive politiche, regolamenti e standard tecnici, organizzazione di conferenze congiunte e reciproco sostegno alle aziende.

Ma i dazi auto Ue complicano le cose. Da venerdì 5 luglio sono scattate le tasse provvisorie europee sull’importazione di vetture elettriche cinesi. Lo ha deciso la Commissione Ue dopo che le discussioni con le autorità di Pechino non hanno risolto il problema dei sussidi statali sleali: “Stanno minacciando i produttori di auto elettriche dell’Unione europea”. I dazi individuali si applicheranno a tre produttori “campione”: BYD nella misura del 17.4%, Geely nella misura del 19.9%, per esempio. Ricordiamo che la Meloni ha votato contro la von der Leyen, la quale vuole i dazi. Il conflitto fra Giorgia e Ursula in fatto di auto elettrica cinese è destinato a inasprirsi.

Le Case cinesi non ci filano proprio

Geely produrrà la EX 30 in Belgio, BYD aprirà in Ungheria, Chery in Spagna. E SAIC (ossia MG) anche, sembra. A ora, per l’Italia è una Caporetto totale in fatto di auto elettrica cinese. Vedremo in futuro. L’Italia dovrà anche prendere una posizione e una sola. Prima contro l’adozione dell’elettrico, a favore della “neutralità tecnologica”, poi biocarburanti, quindi maxi bonus per incentivare le auto termiche a discapito delle elettriche, quota BEV da noi BEV bassissima. Adesso, siamo in Cina: per l’auto elettrica cinese. Mentre dentro l’Ue ostacoliamo l’ingresso della stessa auto elettrica cinese.

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