Il nuovo Eldorado automotive si chiama auto elettrica. Ma, osservando la situazione nel nostro Paese, la domanda è lecita: l’Italia sta perdendo la grande occasione? I problemi sono tre. Ossia zero incentivi, colonnine che crescono troppo lentamente, stazioni fast autostradali in ritardo.
L’attuale Governo e i vari Esecutivi che si sono succeduti hanno introdotto ecoincentivi statali col contagocce. Con fondi che sono stati bruciati. E per le macchine a batteria e per le vetture a benzina e diesel con basse emissioni inquinanti. Peccato, perché la risposta degli italiani è formidabile: bonus sbranati, tanta fame di auto nuove, efficienti, pulite, sicure.
Non serve arrivare all’estremo della Norvegia, dove un’auto su due vendute è PEV: elettrica (BEV) o ibrida plug-in (PHEV). Grazie a ecobonus statali intelligenti. Basterebbe un miliardo di euro l’anno per almeno tre anni.
Il secondo guaio è che le colonnine di ricarica pubblica sono solo 12.500. Con 25.000 punti di ricarica. Magari abbastanza per le elettriche di oggi. Ma pochissime se si cerca il boom delle macchine pulite. Senza contare che servirebbe anche abbassare il prezzo della ricarica pubblica.
Tre: sulle autostrade scarseggiano le colonnine fast e ultrafast per fare il pieno in fretta. La legge Bilancio 2021 del Governo Conte nessuno l’ha capita, nella parte relativa alle stazioni. Infatti, siamo quasi al palo.
Allarme auto elettrica in Italia
Da parte sua, Motus-E ha cercato di lanciare l’allarme più volte. Con risultati scarsi, non certo per colpa sua. Ci sono conseguenze nefaste per la mancata pianificazione dei supporti sul mercato e sull’industria automotive nazionale nel prossimo triennio.
Guai a cullarsi sugli allori fasulli. La prenotazione degli incentivi ha portato a un “tesoretto” di immatricolazioni che si sarebbero realizzate anche nei mesi senza fondi.
Anche dicembre è fasullo: ricco di targhe BEV per la chiusura trimestrale in particolare di alcune Case (come Tesla). E perché molti Costruttori dovranno rispettare i limiti di CO2 come da normativa europea, portando a un aumento fisiologico dell’immmatricolato a zero emissioni.
Urge quindi un intervento del Governo in legge Bilancio 2022, un’ultima occasione per non gettare nell’incertezza gli operatori e i loro clienti, dice Motus-E.