Auto elettrica alla Cop26: il fallimento di accordi non vincolanti

Walter Gobbi
cop26

Flop Cop26 di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021: niente accordo sull’auto elettrica dal 2040. L’obiettivo era bandire la produzione di vetture termiche (benzina e diesel) dalla faccia della Terra per quell’anno. Mentre la proposta della Commissione Europea è per il 2035. Risultato, un fallimento: molti Gruppi auto e Paesi non firmano per l’auto elettrica dal 2040. Data troppo ravvicinata, che si sarebbe trasformata in un bagno di sangue per industria, lavoratori, consumatori.

Ma c’è un secondo aspetto chiave. Cautela a dare importanza a tutti questi accordi alla Cop26. Non sono vincolanti. Sono impegni di industria e Paesi che però non impongono nessun obbligo di legge a nessuno. Sono buoni propositi. Proprio come in passato, tutte le belle intenzioni sono rimaste sulla carta: fatti quasi zero.

Emerge un quadro drammaticamente grigio dalla Cop26. Nessun patto sull’auto elettrica. E, quand’anche ci fosse stata la firma di tutti, quegli accordi non sarebbero stati vincolanti. Per chi non li rispettava, nessuna multa. Senza prevenzione né repressione, il contratto non è tale: in caso di inadempienza di un dovere, dovrebbe scattare una sanzione. Che in questi casi non esiste.

Chi ha firmato quel pezzo di carta, ha vincoli? Ha doveri? Paga multe se si comporta diversamente da come promesso? No. Né le industrie né i Paesi. In premessa, in partenza, la Cop26 nasceva male.

Cop26 e auto elettrica: impegni roboanti

Gli impegni sono roboanti? Moltissimo. Fanno effetto. Per il futuro, per il 2040, per il 2050. Senza cronoprogramma, senza verificare i miglioramenti di anno in anno. Chi ci sarà nel 2040 o nel 2050 risponderà di quanto industrial e politici hanno firmato nel 2021.

Facilissimo dire: emissioni zero nel 2040. Difficilissimo affermare: -15% di emissioni nel 2022. Quell’impegno morale nessuno ha la minima intenzione di prenderlo. Una visione a brevissimo termine, come quella di un manager incapace che si avvale di collaboratori inetti e sottopagati: serve una visione di lungo termine, tipica di manager intelligenti che si avvalgono di collaboratori validi e ben pagati.

Alla Cop26, il sogno era rottamare il parco circolante di 1,3 miliardi di auto sul globo terracqueo, e farne una flotta elettrica nel 2040. Sono parole meravigliose, specie sui social e suo media fiancheggiatori. Ma si scontrano con una realtà davvero diversa. Eppoi, non tutto il mondo è la California: esistono anche zone depresse in varie zone del pianeta.

Questi accordi erano piuttosto silenti su altri due aspetti. Uno: chi, come e quando installare le colonnine elettriche. Due: come produrre elettricità da fonti pulite, non fossili. Il loro destino era segnato alla nascita.

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