Il mercato automobilistico italiano sta dando segni di ripresa da mesi. Rispetto al 2022 le immatricolazioni sono finalmente aumentate, dopo la crisi sofferta dall’intero mercato. Tuttavia, la strada per uscire dalla crisi è ancora lunga, come tengono a precisare anche gli esperti di UNRAE. Prima di potersi chiamare davvero fuori, andranno compiuti ancora dei passi in avanti, ma rispetto a com’era la situazione fino a poco tempo fa raccontano già una realtà di gran lunga migliore. La crisi degli approvvigionamenti che ha tanto tartassato l’industria fa finalmente parte del passato, che è la parte più importante. A lungo le stesse Case non avevano un’idea precisa di quando sarebbe rientrata, essendo una situazione totalmente nuova. Prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria non avevano mai affrontato delle difficoltà simili, da lì l’incapacità di soddisfare in tempi brevi la domanda di pubblico.
Dal canto suo, la potenziale clientela si è ritrovata parecchio in difficoltà, combattuta su quale strada intraprendere. Una buona parte di loro hanno preferito vagliare dei canali alternativi, preferendoli per l’immediatezza, tipo il noleggio a lungo termine e l’acquisto di vetture usate. Ora, però, il periodo negativo del passato è stato lasciato alle spalle, il che è la cosa davvero importante. Dunque, le potenze del comparto hanno ripreso slancio e gli effetti sui bilanci societari si avvertiranno a fine anno, quando verrà l’ora di tirare le somme sui dodici mesi.
Dei progressi le hanno segnalate pure le realtà premium, la cui domanda è in costante aumento, senza mai accusare una situazione di impasse, ma, in tal caso, preferiremmo concentrarci sulle auto economiche. Siccome per gli analisti di settore rientrano nella suddetta categoria i veicoli con prezzo pari o inferiore ai 15 mila euro, il Corriere della Sera ha avuto l’idea di stilare una lista delle macchine sotto la soglia. Ne è venuto fuori un elenco breve, nella quale diverse proposte non sono riuscite a entrare solo per una questione di poche centinaia di euro.
Guardando a due esemplari del Made in Italy, né la Fiat Panda né la Lancia Ypsilon trovano spazio. Allo stesso modo, nemmeno la Renault Twingo viene considerata, sebbene ci sia andata parecchio vicina. Ecco allora qual è il quartetto raccomandato dal quotidiano di via Solferino, inerente alle auto economiche di ultima generazione, complessivamente soddisfacente pure sul fronte della qualità.
Auto economiche: Dacia Sandero
Nella lista, lo premettiamo, non sono state esaminate quelle proposte rientranti nel comparto dei quadricicli leggeri elettrici, tipo la Opel Rocks-e e la Citroen Ami. Pur apprezzata la qualità, le due vetture esulano dalla categoria poiché non figurano nella stretta accezione delle macchine. Difatti, per guidarne una non è nemmeno necessario disporre della patente B, a conferma della teoria portata avanti dagli specialisti. Il primo nome fatto è quello della Dacia Sandero, la quale ha avuto il merito di evolversi. All’epoca del debutto assoluto aveva poche dotazioni, a fronte di una spesa parecchio ridotta.
Adesso un punto di equilibrio tra i due fattori lo è stato trovato meglio, per la gioia di tutti quegli appassionati che vi riponevano delle speranze. Disponibile in doppia configurazione (Streetway e Stepway), ad aprile ha stabilito un record per la Casa romena, chiudendo in seconda piazza: mai nessun esemplare della compagnia si era spinta a tanto. Evoluta soprattutto sul versante dell’abitacolo, reso più tecnologico, in linea con i progressi compiuti dal settore, i motori (a benzina e GPL) puntano, in primis, sul contenimento dei consumi. Il listino della Sandero Streetway 1.0 SCe 65CV Essential parte da 12.500 euro.
Kia Picanto
Forse il facelift avrà luogo entro la fine dell’anno in corso. Se la risposta definitiva arriverà solo nei prossimi mesi, la base della terza generazione risulta già essere buona. Appartenente al segmento A, smentisce (almeno in via parziale) la convinzione di chi crede che tale settore abbia fatto ormai il proprio corso. Mentre certe realtà delle quattro ruote hanno ormai preso le distanze, il Costruttore coreano continua a crederci, pure perché ripagata dai numeri messi a segno. Introdotta nelle concessionarie cinque anni fa, l’attuale serie ha ricevuto dei ritocchi in termini di look, forte di una personalità forte, per non dire prorompente.
Inoltre, gli allestimenti si mettono in evidenza per la qualità con cui sono stati concepiti. I sistemi di sicurezza alla guida (noti con l’acronimo di ADAS) hanno accolto dei sistemi all’avanguardia e il sistema multimediale ha compiuto il salto di qualità definitivo. Nessuna proposta nella stessa fascia vanta un impianto di infotainment di siffatto livello, frutto dell’ottimo lavoro compiuto dal dipartimento ingegneristico. L’abilità di contenere le spese si è tradotta in una macchina di ottimo valore, capace di destreggiarsi agevolmente nel traffico urbano, con una lunghezza di 360 cm.
Anche se vista dall’esterno, di spazio a bordo ve n’è in abbondanza, con un passo di 240 cm. Prestata, ovvia, attenzione alle spese produttive, la Casa coreana ha saputo tirar fuori un signor assortimento. Sotto il cofano opera il propulsore a tre cilindri da 1.0 litri, a benzina, con e senza turbo, oppurer a GPL. Per la 1.0 12V 5p. Urban è sufficiente porre in preventivo una spesa di 14.300 euro.
Auto economiche: Dacia Duster
Entro il 2028 oltre la metà della gamma di Dacia sarà elettrificato (comprensivo, quindi, delle ibride). Nel frattempo, fa furore con gli ICE, che occupano tuttora un posto di primissimo piano, malgrado l’impegno delle autorità nazionali, e soprattutto, sovranazionali (leggi Unione Europea) affinché abbia luogo la transizione ecologica. Oltre alla sopra illustrata Sandero, il brand del gruppo Renault è una delle opzioni maggiormente in vista per la Duster. In termini assoluti e nel segmento Gpl sarebbe la numero uno se non fosse per la sorella.
All’introduzione era un suv pochi fronzoli e tanta sostanza, oggi è sì minimalista, ma alza un po’ l’asticella, specialmente in ottica design. Si contano due unità a benzina turbo, una da 1.0 litri a cilindri (altrimenti Gpl) e uno da 1.3 litri a quattro (in abbinamento soltanto con il cambio automatico a doppia frizione EDC). Non dimentichiamo poi la 1.5 a gasolio, altrettanto incentrata sull’efficienza.
Qui gli sprechi vengono praticamente azzerati, per la felicità, in primis, di chi deve del risparmio una virtù. Sebbene sia sul punto di togliersi dal commercio, è altresì presente la 1.0 TCe 90 CV 4×2 Access, leggermente inferiore ai 15 mila euro. Qualora, invece, si abbia intenzione di procurarsi il motore e l’equipaggiamento di punta il correspettivo da riconoscere è di 17.750 euro.
Hyundai i10
Chiudiamo la mini carrellata di auto economiche all’insegna della Hyundai i10, una garanzia. La terza serie ha preso vita sullo stesso pianale di quella precedente. Conserva la lunghezza di 367 cm, con l’aumento di larghezza e di passo, ora di 2.43 m, superiore di 4 cm. Con i ritocchi apportati dai tecnici ne hanno principalmente tratto beneficio i passeggeri posteriori. Dell’abitacolo si segnala la plancia completamente riconcepita e il nuovo sistema multimediale.
Alla voce motori troviamo invece il tre cilindri da 1.0 litri da 101 CV, che nel caso della declinazione sportiveggiante N-Line permette un buon rendimento, data l’integrazione del turbo. Sulla falsariga della Dacia Duster, pure qui il tempo stringe per la i1.0 1.0 MPI con Ecopack Advanced, disponibile a 14.750 euro. Conclusa la tiratura, non ne usciranno di ulteriori con tali caratteristiche. Se parliamo, invece, della i10 1.0 MPI Collection, introdotta da poco, il costo è di 16.950 euro.