Post discutibile su Facebook di Andrea Ragona, assessore all’Urbanistica, Mobilità, Ciclabilità e Ambiente del Comune di Padova (Coalizione Civica), che parla di auto e alluvione di Valencia:
“Demonizzare le auto”
Spesso nel dibattito cittadino e non solo sentiamo questa espressione: “non servono politiche che demonizzano l’auto”.
La banale verità è che una politica che punta a diminuire l’utilizzo dell’auto, non è una politica che vuole demonizzare le auto: è una politica che vuole rovesciare il modello che negli ultimi 50 anni ci ha portato a non interessarci delle conseguenze delle nostre azioni e che ha tutt’ora nelle auto uno dei suoi simboli più iconici.
È un modello che a prima vista sembra difendere le automobili e gli sforzi fatti dalle famiglie per pagarne il caro prezzo, ma che alla lunga si rivela per quello che è: un modello miope.
Un modello che non difende le famiglie né tantomeno le auto, e – anzi – ci fa fare questa fine.
Una visione d’insieme incomprensibile
Pertanto, Ragona ama la “politica che punta a diminuire l’utilizzo dell’auto”. Invece è contro il “modello che non difende le famiglie né tantomeno le auto, e – anzi – ci fa fare questa fine”. Questa fine quale sarebbe? Morire per l’alluvione di Valencia? Le sue conseguenze? Mistero.
La nostra opinione in cinque punti
Uno. Non c’è nessuno studio scientifico che colleghi l’alluvione di Valencia all’auto.
Due. Non esiste nessuna ricerca scientifica che stabilisca come, privandosi dell’auto, le tragedie di questo genere non avvengano.
Tre. A corredo dello scritto, una foto di una drammaticità infinita. Sempre fuori luogo, ma meno discutibile, sarebbe stata una foto del Sole che sorride, o degli animali che parlano, o delle mucche che pascolano nel verde, a corredo di scritti del genere. Piazzare la foto di un evento straziante non ci piace. Sotto il profilo mediatico, professionale, umano. Per il rispetto che si deve a chi non c’è più e ai loro familiari, nonché agli sfollati. Un utilizzo delle immagini di una tragedia per somministrarci la storiella che l’auto causa qualsiasi male sulla Terra è a nostro avviso inappropriato e inadeguato.
Quattro. Tram, bus, treni, metro, bici e monopattini (contro cui nulla abbiamo) non galleggiano né sono impermeabili. Se io posto in un social i veicoli ammucchiati dopo un’alluvione, non dimostro che – con la mobilità pubblica in sostituzione di quella privata – il dramma non si sarebbe consumato.
Cinque. Grammatica e sintassi di quel post sono pesantemente da rivedere: tante idee disordinate e scoordinate, condite da allusioni. L’auspicio è che la politica sulla mobilità dell’assessore non sia confusa come il suo modo di esporre concetti.