Fenomeno diesel. Da una parte, il mercato del nuovo delle auto a gasolio crolla: in Italia la quota di macchine a gasolio per la prima volta da decenni scende sotto il 10% a gennaio 2025. Tra le alimentazioni, flettono i motori tradizionali: il diesel perde il 45% dei volumi, scendendo al 9,3% di share (-6,5 punti percentuali su gennaio 2024). Dall’altra, molte Case ci credono tuttora. Lo ha di recente confermato – fra gli altri- Imparato, numero uno di Stellantis per l’Europa. Secondo Auto-Moto e Challenges, i vertici del Gruppo euroamericano starebbe pensando di rilanciare i motori a gasolio. Oggi, la società ha un propulsore in linea con le normative Euro 7, il Multijet 2,2 che arriva da Pratola Serra.
Parlano i tedeschi
A giugno 2024, il numero uno di Mercedes Ola Källenius ha affermato che almeno fino al 2030 la tecnologia dei motori diesel e benzina avrà un ruolo di primo piano per la Casa della Stella. I vertici finanziari di VW hanno annunciato un investimento di 60 miliardi di euro per le termiche, gasolio incluso.
Cosa faranno gli italiani: sì al diesel
Sentiamo il Global Automotive Consumer Study 2025 di Deloitte, la ricerca periodica di Deloitte che fotografa il sentiment di 31 mila consumatori in 30 Paesi tra cui l’Italia: il caro vita frena l’auto elettrica. Aumenta ancora (+2 punti percentuali rispetto al 2024 e +13 sul 2023) la quota di chi considera i veicoli a benzina e diesel per il prossimo acquisto. La maggioranza (87%) dei consumatori italiani, infatti, vorrebbe spendere al massimo 50 mila euro per la prossima macchina, ma molti veicoli elettrici superano questo limite. Si consolida anche la quota di chi “ripiega” sui modelli ibridi.
Usato: diesel superstar
Nel settore dell’usato in Italia, il diesel mantiene la leadership fra le motorizzazioni a novembre 2024 scendendo al 42,8% di quota dal 45,1% dei primi 10 mesi dell’anno, e porta al 44,9% il cumulato degli 11 mesi. Poi il motore a benzina, con una quota in leggero calo al 39,1% nel mese (-0,4 punti percentuali) e al 38,7% nel cumulato. La quota dei trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità scende dal 48,4% dei 10 mesi precedenti al 47,4%, 2,3 punti in meno rispetto al 2023, portando al 48,3% il cumulato degli 11 mesi. Per cui, l’Italia dice sì al diesel usato over 10 anni.
Batosta a chi ha un diesel
C’è anche un elemento che va contro il diesel: le accise saliranno. Per pareggiare quelle della benzina, che scenderanno. Lo ha deciso il governo italiano per eliminare i sussidi ambientali dannosi. Così al contempo da incassare le risorse per il rinnovo del contratto dei ferrotranvieri.
Ztl, che trappola
Un secondo fattore che fa da freno contro il diesel sono i Comuni con le loro Zone a traffico limitato. Si assiste a continui giri di vite, con le auto a gasolio emarginate sulla scorta di (presunti) benefici ambientali. Questo tiene alla larga alcuni consumatori dalle vetture a gasolio, specie a Milano: chissà che numeri farebbe il diesel senza questi vincoli di natura green.
Diesel in Europa: cosa succede
Nel 2024, la quota del diesel nelle vendite Ue è dell’11,9%. Siamo ai minimi, per via del Dieselgate 2015 prima di VW e poi di altre Case, cui è seguito il Green Deal con l’auto elettrica del 2019, sino al flop Ue del full electric certificato nel 2024 (in Italia non ne parliamo). Le auto elettriche a batteria sono rimaste la terza scelta più popolare per gli acquirenti nel 2024. A dicembre, la loro quota di mercato si è attestata al 15,9%, contribuendo a una quota del 13,6% per l’intero anno, superando nuovamente il diesel, sceso all’11,9%. Le auto a benzina hanno mantenuto il loro primato al 33,3%, mentre le auto ibride elettriche hanno rafforzato la loro seconda posizione, con una quota di mercato del 30,9%. Eppure, le Case investono ancora nel gasolio. Sanno qualcosa che noi non sappiamo?