Come capire se un’auto con targa estera circolante in Italia è in regola? La Polizia effettua controlli molto accurati documentali e no delle vetture. Non ci si limita ad abbinare la targa alla carta di circolazione, a prescindere dalla nazionalità del veicolo: si guarda il telaio inciso su una parte fissa del veicolo, la stampigliatura del telaio, equiparabile alle nostre impronte digitali. La targhetta del costruttore, altro elemento collegato alla stampigliatura, anch’essa apposta dalla Casa costruttrice, è dotata di sistemi antifalsificazione e anti-strappo. Dove? Le Forze dell’ordine aprono il cofano o il bagagliaio, spostano i sedili, sollevano i tappetini, operazioni per identificare compiutamente il mezzo.
Targhe, quanti magheggi
Le targhe possono essere asportate da un’auto e poste su un’altra. Per il telaio e per la targhetta del costruttore questa operazione diviene molto più difficile: se i soggetti ricorrono a questo tipo di attività, lasciano qualche segno che ne evidenzi la manomissione. I telai vengono incisi nella metà sinistra dei veicoli guardandoli frontalmente; le targhette posizionate dai montanti delle portiere anteriori in avanti fino all’interno del cofano motore.
Auto rubate: caos
È stimato che il 25% dei furti di veicoli sia simulato, fenomeno che riguarda i mezzi di media e grossa cilindrata. Meno della metà viene rinvenuto e restituito agli aventi diritto, la restante parte è destinata al mercato dei pezzi di ricambio. O reimmessa in circolazione dopo alcuni passaggi quali: la contraffazione dei documenti, il camuffamento, il riciclaggio in uno Stato terzo. Vi è un ulteriore fenomeno, fortemente diffuso, denominato “estero-vestizione”. Fenomeno di localizzazione all’estero di macchine che, difatti, sono utilizzati in Italia. Quindi vetture con targhe straniere di fatto o elusivamente sconosciute ed estranee alla Motorizzazione Civile italiana. Si tratta di veicoli difficilissimi da raggiungere e quindi immuni a sanzioni. Attraverso questa procedura, vengono ripuliti, inoltre, veicoli che in Italia erano intestati a prestanome.