Auto cinesi: export raddoppiato in Europa in un anno

M Magarini
La crescita delle auto cinesi è inarrestabile: in un solo anno il loro export è aumentato di oltre il doppio in Europa.
BYD Seal U

È “ufficiale”: le auto cinesi fanno paura. Il piano di elettrificazione della gamma da parte di Pechino ha permesso a diversi marchi nazionali di esportare i propri modelli anche in Europa, dove i marchi storici ne temono l’invasione in massa. Un assaggio dei piani lo abbiamo visto all’inizio di settembre, quando, durante il Salone di Monaco, un “plotone” di marchi cinesi ha “invaso” la Baviera. Tuttavia, la preoccupazione è presente già da un po’ di tempo, come ammesso anche da Stellantis.

Auto cinesi: l’export nel Vecchio Continente sale del 107 per cento in dodici mesi

BYD Dolphin

In alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, l’AD Carlos Tavares ha dichiarato di esserne più preoccupato rispetto a Tesla. Inoltre, il numero uno del gruppo Volkswagen, Oliver Blume, ha inviato un suo uomo di fiducia sul campo. Al suo ritorno, ha ricevuto notizie poco incoraggianti: se continueranno su questa stessa strada, le auto cinesi potrebbero prendersi anche il Vecchio Continente, grazie al vantaggio competitivo accumulato nella mobilità verde.

La crescita esponenziale degli ultimi tempi invita a tenere alta la guardia. E se qualcuno nutre ancora dei dubbi, gli ultimi dati li spazzeranno via. A settembre, le esportazioni di auto cinesi elettriche e ibride sono raddoppiate: 91 mila in un mese, con un incremento del 107% rispetto allo stesso periodo del 2022!

Va detto che i numeri sono stati spinti principalmente da un produttore statunitense, Tesla, che ha prodotto 30.566 veicoli nella sua Gigafactory di Shanghai, la più grande al mondo. Nessun altro stabilimento è in grado di competere in termini di velocità di produzione. D’altro canto, i brand locali stanno crescendo rapidamente, con 43.507 unità vendute nell’ultimo mese, guidate da BYD e dal gruppo SAIC. Se questa tendenza continua, le auto cinesi rischiano di rendere la vita davvero difficile alle marche locali.

NIO EC6 Cina

Per proteggere l’industria automobilistica europea, la Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha aperto un’indagine sull’antidumping riguardante le pratiche cinesi. Sorge il sospetto che i sussidi governativi possano alterare il mercato globale. Una situazione già accaduta in passato, ad esempio nel settore dei pannelli fotovoltaici, e quindi la classe politica sta cercando di prepararsi in anticipo. Anche le pressioni esercitate dalla Francia, che sembravano non sortire effetto, hanno portato a un provvedimento storico. Sono stati coinvolti anche Tesla e Volvo, che è di proprietà del colosso Geely. I primi risultati di questa inchiesta dovrebbero essere annunciati tra 13 mesi.

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