Auto a rate boom nel 2024

Appena reso noto il report sugli acquisti delle auto a rate in Italia: crescita notevole, considerando anche il flop del mercato.
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Nel 2024, il numero di pratiche per finanziamenti auto a rate in Italia è salito del 4,6% sul 2023, con un importo medio di 20.700 euro, in crescita. Risultato notevole perché il mercato del nuovo ha evidenziato un lieve calo l’anno scorso, chiudendo a 1,559 milioni di autovetture (-0,5%) rispetto alle 1.566.521 unità del 2023, rimanendo significativamente al di sotto dei livelli pre-pandemia: oltre 358.000 unità in meno (-18,7%) rispetto al 2019. Questo è quanto emerge dal Market Outlook sulla Mobility, lo studio realizzato da Crif: fornisce periodicamente una foto dei principali indicatori relativi all’andamento del credito auto a privati, ditte individuali e società di capitali italiane, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie Eurisc.

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Auto a rate boom nel 2024 in Italia: la macchina è vitale

Coi prezzi delle auto alle stelle, sia nuove sia usate, con l’inflazione che morde, incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni confusi e disordinati, l’italiano medio non può fare a meno della vettura: se non ha i soldi, la compra a rate. Perché? Semplice, a nostro giudizio: i mezzi pubblici sono inefficienti, costosissimi, eternamente in ritardo, devastati dagli scioperi. L’auto come ossigeno per sopravvivere. Il credito è un fattore chiave nel sostenere la domanda attraverso soluzioni sempre più flessibili e calibrate sui bisogni di famiglie e imprese. Chiaramente, bisogna poi vedere tutti quelli rimasti fuori: persone e ditte che hanno chiesto il prestito per l’auto senza ottenerlo per molteplici possibili ragioni (reddito insufficiente, incapacità presunta di onorare il debito, presenza in una lista nera di cattivi pagatori). 

Auto usata a rate: una salvezza

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E se proprio l’auto nuova è inarrivabile, c’è l’usato: +7,8% nel 2024 sul 2023. L’anno s’è chiuso in aumento del 7,4%, con 5.410.612 passaggi complessivi rispetto ai 5.037.355 del 2023. Rispetto al 2019, invece, si registra un livello inferiore del 6,2% nel mese e del 3,6% nell’intero anno. Sentiamo Simone Capecchi, Executive Director del Crif: “A trainare il mercato negli ultimi due anni è stata la forte crescita del comparto dell’usato, che ha contribuito a un incremento complessivo delle immatricolazioni. Un aspetto significativo riguarda l’incidenza del credito sulle immatricolazioni di auto nuove, un trend in crescita negli ultimi due anni, favorito anche dalla necessità di compensare l’aumento dei prezzi. In questo contesto, gli istituti finanziari captive e specializzati mantengono una quota di mercato complessiva del 65% e finanziano in prevalenza auto nuove mentre le generaliste sono più spostate sull’usato”.

Qual è la situazione

Nei 30 anni, dal 1990 al 2019, come spiega l’Unrae, il mercato Italiano delle auto ha fatto registrare una media di circa 2.030.000 immatricolazioni, con volumi al di sopra dei 2,2 milioni di unità sino al 2007, anno della crisi finanziaria innescata dal fallimento di Lehman Brothers. Unica eccezione fu il periodo 1993-1996, successivo alla svalutazione della lira, quando le vendite di auto oscillarono intorno a 1,7 milioni di unità. Solo gli incentivi pubblici alla rottamazione riportarono i volumi al di sopra dei 2 milioni di auto. Dopo il picco del 2007, la crisi economica portò al crollo della domanda di auto, che toccò il fondo nel 2013. Il successivo recupero è stato graduale, sino a sfiorare nel 2017 la soglia dei 2 milioni di unità. La crisi innescata dalla pandemia ha riportato il mercato 2020 sotto 1,4 milioni di auto; il 2022 è riuscito a fare ancora peggio per l’onda lunga della pandemia e la crisi dei semiconduttori. 

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Futuro tutto da decifrare

Per il futuro, aggiungiamo noi, un enorme punto di domanda: il rischio che l’effetto Cuba, con innumerevoli usate diesel, e conseguenze negative per ambiente, sicurezza stradale, costi sociali, prezzi RCA. Abbiamo un circolante di 40,57 milioni di veicoli, l’1,3% in più rispetto al 2023 e oltre sei milioni in più rispetto al 2009. Sale parecchio l’età media, passata in un anno da 12,5 a 12,8 anni (7,9 anni nel 2009). Auto Euro 4 a 8,8 milioni: il 21,8% del parco ha oltre 18 anni di età. Quasi l’83% è composto da vetture a benzina e a gasolio. Altamente drammatica la questione del Sud: exploit usato diesel over 10 anni. Neppure 300.000 le elettriche viaggianti lungo lo Stivale, con il guaio della burocrazia che paralizza il 15% delle colonnine, il problema dei furti di rame, e l’arretratezza del Meridione, dove ci sono poche stazioni.

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