Dalla metà degli anni ‘90, Audi è diventata il punto di riferimento per lavorazioni impeccabili e materiali di pregio, imponendosi come simbolo di qualità assoluta. Questa dedizione all’eccellenza ha permesso al brand di trasformarsi da un marchio aziendale dall’immagine discreta a un vero e proprio colosso del settore premium, capace di competere alla pari con Mercedes e BMW in termini di prestigio e autorevolezza.
Negli ultimi tempi, questa reputazione ha iniziato a mostrare qualche crepa. I recenti turbamenti interni alla dirigenza Audi hanno provocato slittamenti significativi nel lancio di modelli fondamentali. Ma ora che il rallentamento produttivo è stato superato, il marchio ha recuperato terreno con ben sei nuovi debutti solo nell’ultimo anno: A6 E-Tron, Q6 E-Tron, A5 berlina, A5 Avant, Q5 SUV e Q5 Sportback. A breve arriverà anche la nuova A6 Avant con motorizzazioni tradizionali.
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Se da un lato Audi ha colmato importanti vuoti nella sua gamma, dall’altro si è affacciata una nuova problematica. Un’analisi più approfondita dei nuovi modelli svela una qualità degli interni inferiore agli standard di un tempo, un aspetto che molti clienti potrebbero trovare disorientante. A prima vista, tutto appare ben rifinito, ma basta guardare oltre la superficie per accorgersi di un abbassamento qualitativo.
Plastiche rigide sui pannelli porta e nel vano portaoggetti rivelano una semplicità eccessiva, facendo sorgere interrogativi sulla durabilità nel tempo. Al recente evento di presentazione della nuova Q5, Oscar da Silva Martins, responsabile della comunicazione di prodotto e tecnologia di Audi, ha ammesso con trasparenza: “In passato abbiamo fatto meglio in termini di qualità, ma torneremo a quei livelli”. Ha inoltre riconosciuto che le aspettative dei clienti e dei media sulla qualità Audi potrebbero essere state sottovalutate. Anche altri dirigenti del brand hanno lasciato intendere che si sta lavorando per correggere questa deriva.
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Con i restyling dei modelli più recenti, si punta a eliminare le finiture meno pregiate, riportando Audi agli antichi fasti. Inoltre, si spera che le prossime generazioni di vetture incorporino queste migliorie sin dalla progettazione.
Anche Mercedes ha subito un evidente calo nella qualità dei materiali negli ultimi anni, senza però dichiarare alcun impegno ufficiale a migliorarli. BMW, invece, dopo un periodo buio all’inizio degli anni 2010 con la Serie 3, ha saputo risalire la china e oggi offre interni più curati. Fonti vicine allo sviluppo rivelano che le normative sempre più stringenti su emissioni, sicurezza e omologazioni stanno facendo lievitare i costi di produzione, obbligando le case automobilistiche a tagliare altrove.