Audi Bruxelles chiude: flop di SUV elettrici poco sexy

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’icona della crisi del settore dell’auto, la prova che l’elettrico non va: addio ad Audi Bruxelles. 
Audi Bruxelles chiude

Il sito Audi a Bruxelles chiude oggi: la fabbrica belga si fermerà e dirà addio alla produzione dopo 76 anni di attività col termico. È l’icona della crisi del settore dell’auto, la prova che l’elettrico non va. I numeri di gennaio 2025 sono solo un rimbalzo su un gennaio 2024 orribile, con le Case che spingono per immatricolare il full electric evitando le multe UE di 16 miliardi. Ma la chiusura dello stabilimento dimostra anche che SUV elettrici troppo cari senza prestazioni strabilianti a livello di batteria e senza tecnologia dirompente non rendono.

Dramma licenziamenti

I licenziamenti ammontano addirittura a 3 mila: è il frutto del Green Deal UE. Più circa 60 mila dell’indotto. Più altri in arrivo con le incertezze dei colossi coi piedi d’argilla. Il personale della fabbrica di Bruxelles conterà sui programmi di ricollocamento e riqualificazione. Sì, per ricollocarsi dove, se la situazione è terribile? Audi ha promesso un pieno sostegno nel processo di ricerca di un nuovo lavoro: ad aprile 2025, è previsto un recruiting day con oltre 70 aziende e 4 mila offerte di impiego. Si sa che dalla teoria alla pratica in questi casi il passo è molto molto lungo: da vedere stipendi, contratti, garanzie.

Da luglio 2024 solo brutte notizie

L’addio alla produzione di auto è arrivato lo scorso luglio, quando c’è stato lo stop all’assemblaggio della Q8 e-tron a causa del rallentamento a livello globale della domanda per i SUV elettrici di fascia alta. Con la concorrenza cinese. Più i costi logistici elevati e i problemi strutturali. Forse qualche Casa orientale poteva comprare la fabbrica, ma occorre capire a che prezzo: in casi del genere, è l’acquirente che decide tutto. Ci sarebbe l’ipotesi d9 riconversione dell’impianto alla produzione di veicoli d’altro genere (magari blindati): nulla da fare. In epoca green, la politica fa un sacco di chiacchiere senza un minimo di concretezza.

Audi Bruxelles chiude

Audi sotto accusa

I sindacati se la prendono con Audi. Per i ritardi nel passaggio alla mobilità elettrica e per la scommessa su un modello troppo caro. Adesso la Casa cerca di allungare la vita dei motori termici. Nel mirino dei lavoratori anche l’UE: il Green Deal 2019 spinge a fare elettriche quando le colonnine sono poche, l’elettricità carissima, i bonus col contagocce. Nessuna protezione anti Cina. Certo che quei Suvvoni facevano pagare 0,84 euro al kwh per una DC e 0,65 una AC con il PUN a 0,135. La società non ha più l’appeal di una volta sia per il design sia per la qualità delle proprie auto. 

Destino beffardo

Bruxelles chiude oggi, mentre il 5 marzo 2025 arriva la presentazione del Piano d’Azione per l’industria automobilistica, un pacchetto di misure che la Commissione Europea promette di attuare per contro lo tsunami. Quindi, dal Green Deal 2019 al 5 marzo 2025: forse è passato troppo tempo?

Auto termica boom fra le macchine più vendute: classifica top 25

Posto che Audi ha, secondo noi, sbagliato varie mosse; comunque l’elettrico è un flop. Si trovi infatti un’elettrica totale fra le 25 più vendute in Europa a gennaio.

1. Dacia Sandero 21.309 -14.9%
2. VW Golf 17.630 -5%
3. Peugeot 208 17.289 +4,9%
4. Dacia Duster 15.816 +19.9%
5. VW T-Roc 15.665 +6,3%
6. Citroen C3 15.524 +2.7%
7. Toyota Yaris Cross 15.337 -11.4%
8. VW Tiguan 15.330 +45%
9. Fiat Panda 14,203 +11,3%
10. Opel/Vauxhall Corsa 14.162 +9,6%
11. Skoda Octavia 13.913 -15,7%
12. Peugeot 2008 13.669 -9,6%
13. Renault Clio 13.406 -3,2%
14. Hyundai Tucson 13.201 +3%
15. Toyota Yaris 12.773 -7,4%
16. Kia Sportage 12.099 -14,5%
17. Peugeot 3008 11.420 +31,2%
18. Nissan Qashqai 10.979 -10,6%
19. Ford Puma 10.499 -21,5%
20. Renault Captur 10.300 +10,1%
21. Toyota C-HR 9,720 +8.6%
22. MG ZS 9.292 +27,7%
23. Toyota Corolla 9.212 -25,4%
24. VW T-Cross 8.961 +39%
25. VW Polo 8.934 -22,4%

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