Assicurazioni Rc auto a prezzi stellari: i disastri del sistema di riparazione diretto

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’Ivass certifica le tante denunce lanciate negli ultimi due anni, con prezzi Rca assurdi.
L’Ivass certifica le tante denunce lanciate negli ultimi due anni, con prezzi Rca assurdi.

L’automobilista italiano riceve bastonate annue con pochi precedenti dalle polizze obbligatorie della Responsabilità civile Rca: addirittura, da gennaio 2021 a luglio 2024 il prezzo medio è volato del 12,6% a 416 euro. Lo dice l’Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. Colpa dell’inflazione che innalza i costi dei risarcimenti, a quanto pare. Ma ci è stato raccontato che – con l’indennizzo diretto – le Rca sarebbero calate in quanto il danneggiato viene canalizzato verso la carrozzeria convenzionata con la compagnia, la quale impone il prezzo della manodopera. A quanto pare, i fatti dicono altro.

L’Ivass certifica le tante denunce lanciate negli ultimi due anni, con prezzi Rca assurdi.

La denuncia di Federcarrozzieri

Davide Galli, leader di Federcarrozzieri, denuncia come i prezzi delle polizze Rc auto salgano a ritmo più sostenuto rispetto ai costi dei pezzi di ricambio per le auto e delle riparazioni. Intendiamoci: è vero che l’invasione russa dell’Ucraina e la crisi di Suez hanno avuto effetti pesanti sul mercato delle autoriparazioni, portando a una crescita dei listini dei pezzi di ricambio e a costi più elevati per le riparazioni nelle autocarrozzerie, oltre che a tempi di attesa più lunghi per gli interventi. Tuttavia, come evidenzia l’Ivass, tra il 2022 e il 2024 la crescita di tali costi è stata inferiore rispetto all’aumento delle tariffe Rc auto praticate dalle compagnie di assicurazioni. Il virgolettato: “Rispetto a gennaio 2022 il premio medio Rca evidenzia un aumento superiore a tutti e quattro gli indicatori inflazionistici a partire da giugno 2024”. Guardate il grafico in alto: fa paura.

Prendendo a riferimento gennaio 2021, la correlazione del premio medio Rca è del 65,3% con l’indice dei prezzi al consumo (NIC), del 79,8% con il costo dei pezzi dei ricambi e degli accessori per mezzi di trasporto, dell’80,2% con i pezzi di ricambio delle auto e dell’81,5% con i costi di manutenzione e riparazione.

Cosa non va

Galli attacca: “Questi numeri dimostrano come l’andamento delle tariffe Rc auto in sensibile aumento a partire dal 2022 non sia proporzionale ai maggiori costi in capo alle imprese assicuratrici a seguito di sinistro, ma dipenda dalle criticità del settore assicurativo”. Quali? “Le clausole inserite nei contratti Rc auto che spingono gli assicurati a rivolgersi per le riparazioni ad autocarrozzerie indicate dalle stesse imprese assicuratrici, distorcendo la concorrenza e portando ad una crescita delle tariffe”, conclude il capo di Federcarrozzieri. Insomma, la canalizzazione forzata dell’indennizzo diretto è un flop. Resta inteso che se le compagnie fossero di avviso diverso, daremmo loro lo spazio necessario a una replica.

Chi piange lacrime amare, con tanto timore per il futuro

A parità di altre variabili di prezzo, gli aumenti rispetto a gennaio 2021 sono stati maggiori nelle province del Nord e del Centro Italia (+14,1% e +15,5% rispettivamente) rispetto al Sud (+11,1%); l’incremento dei premi per gli assicurati con età inferiore a 25 anni è stato di circa di 11 punti percentuali superiore agli assicurati con età superiore a 60 anni. Nelle assicurazioni danni i premi riflettono le aspettative delle imprese di assicurazione sui costi futuri dei sinistri: a fronte di aspettative in rialzo, i premi vengono aumentati per soddisfare le future richieste di risarcimento. E visto che le stime coi vari indicatori sono pessime, c’è da avere timore di altre legnate.

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