Se il colosso cinese BYD volesse aprire una fabbrica in Francia, questa le darebbe il benvenuto: lo ha detto il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, in un incontro con i dirigenti del settore automobilistico. Proprio mentre è in visita a Parigi il presidente cinese Xi Jinping. La notizia arriva in un momento bollente delle relazioni fra Unione europea e Cina per quel che riguarda il settore auto. Infatti, la Commissione Ue porta avanti un’indagine speciale: vuole capire se le società cinesi di auto elettriche siano troppo sussidiate dallo Stato. In caso affermativo, allora scatterebbero i dazi forti d’ingresso delle auto cinesi in Ue.
BYD e Francia, che accoppiata
Tutto torna: l’industria automobilistica francese punta a quadruplicare le vendite di auto elettriche entro il 2027 dopo un accordo con il governo. In parallelo, si possono aprire siti industriali cinesi per dare lavoro. Il presidente francese Emmanuel Macron ha fissato l’obiettivo per le case automobilistiche del Paese di produrre due milioni di veicoli elettrici o ibridi entro fine decennio. Target intermedio di 800mila veicoli elettrici venduti entro il 2027, rispetto ai 200mila del 2022. Lo sviluppo dell’industria francese delle auto elettriche è essenziale per l’indipendenza del Paese dai produttori di petrolio, ma anche dai principali esportatori di auto.
Le fabbriche extra Cina del colosso asiatico
Per ora, fuori dalla Cina, BYD ha tre fabbriche. La quarta, futura, in Ungheria, avamposto europeo. Durante l’ultimo incontro a Budapest, il presidente Orban con Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese, avevano in sostanza detto: siamo di fronte a un investimento multimiliardario. Per un cambiamento tecnologico. E per creare migliaia di posti di lavoro, a beneficio anche dell’indotto. A quanto pare, lo stesso pensiero della Francia. Quindi, auto fatte in Cina che arrivano in Ue no. Ma auto cinesi fatte in Europa, sì. Per quanto riguarda il Belpaese, le trattative sono in alto mare.