Chiude la fabbrica Stellantis di Cassino: gli ordini sono pochi

Dario Marchetti Autore
La fabbrica frusinate resterà chiusa dal 13 al 24 febbraio, nella migliore delle ipotesi
Stellantis Cassino

Doveva esserci la ripartenza, per Stellantis, o almeno tale era la comprensibile speranza del governo, dopo l’incontro con l’azienda alla fine dello scorso anno. Una ripartenza la quale, purtroppo, per ora rimane solo sulla carta. All’atto pratico, infatti, i siti produttivi dell’azienda italofrancese continuano a lavorare a scartamento ridotto, come del resto era stato affermato dai sindacati, che non avevano mai sposato l’ottimismo di facciata esibito dalle parti. A dimostrare che il tunnel imboccato necessita ancora di molta strada da fare, prima di rivedere la luce è l’annuncio di un nuovo stop allo stabilimento di Cassino. La fabbrica del frusinate, infatti, sarà chiusa il prossimo 13 febbraio e lo resterà sino al 24 dello stesso mese.

Ancora una chiusura obbligatoria per la fabbrica auto di Stellantis

Lo stabilimento di Cassino resterà chiuso dal 13 al 24 febbraio, nella migliore delle ipotesi. Sono gli stessi sindacati a rilanciare le indiscrezioni in base alle quali lo stop all’attività potrebbe essere prorogato sino al 28 febbraio. Portando i giorni di lavoro effettivo dei mesi di gennaio e febbraio ad un massimo di 18 su 41. Al novero vanno infatti aggiunti quelli relativi al prolungamento della pausa natalizia, che aveva costretto i lavoratori a restare a riposo sino al 27 di gennaio.

Stellantis Cassino

Uno stop che sembra confermare quanto affermato a dicembre dagli stessi sindacati, ovvero che il rilancio di Stellantis esisteva soltanto sulla carta. Del resto, a rendere necessario il provvedimento, da parte dell’azienda, è l’esistenza di un numero troppo limitato di ordini per le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, oltre che per la Maserati Grecale. Ovvero i tre modelli che sono lavorati all’interno dello stabilimento laziale.

Il sito produttivo inserito nell’hinterland di Frosinone è quindi costretto a concentrare la propria attività in un solo turno, quello del mattino, da più di un anno. Quello pomeridiano è stato eliminato proprio all’inizio del 2024, costringendo gli addetti, circa 2.500, a ruotare nel corso dell’attività produttiva. Un trend ormai consolidato e di cui sembra difficile intravvedere un’evoluzione in positivo. Nonostante l’ottimismo di facciata esibito al termine dell’incontro tra Stellantis e governo che era stato salutato come l’avvio di una nuova epoca per l’azienda italofrancese.

Il piano presentato da Stellantis al governo non chiarisce il reale futuro di Cassino

Per Cassino, purtroppo, non si tratta di certo di una novità. Soltanto nel corso dell’anno chiusosi da poco, infatti, lo stabilimento ha dovuto far registrare ben 60 giorni di stop, abbracciando lo strumento del contratto di solidarietà, che del resto è già stato protratto sino alla fine di aprile, per quest’anno.

Stellantis Cassino

Uno strumento reso necessario dal calo dei volumi produttivi, che sono attualmente attestati a 26.850 modelli, ovvero il 45% in meno nei confronti di un 2023 già non brillante. Si tratta del peggior risultato annuale nella storia di Cassino, a conferma di una situazione estremamente complicata. Tanto da rendere improponibile un confronto con i livelli produttivi palesati nel 2017, quando lo stabilimento laziale era in grado di assemblare ben cinque volte più unità. Una capacità che consentiva all’azienda di fornire lavoro a più di 5mila addetti.

La metà rimasta della forza lavoro, spera naturalmente che si tratti semplicemente di un momento negativo. E che sia giustificato l’ottimismo palesato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in dicembre, alla fine di un tavolo di trattative il quale era ormai attivo da più di un anno. Da sottolineare, però, che proprio in quell’occasione il gruppo italofrancese non aveva dato alcuna indicazione esauriente a proposito di Cassino. Se si sa che proprio a questo impianto sarà destinata la produzione del terzo modello di alta gamma, il quale andrà ad aggiungersi alle nuove versioni di Stelvio e Giulia, messe in programma rispettivamente per quest’anno e il prossimo, non si sa però ancora nulla sulle tempistiche. Mentre resta in fase di valutazione l’opportunità di dare vita a motorizzazioni ibride degli altri due veicoli. Insomma, sarà il mercato a dettare i tempi.

  Argomento: 
X