La crisi del settore automobilistico non è un’esclusiva europea. Anche in Cina, ove pure il mercato continua a tirare, si registrano infatti difficoltà di non poco conto e anche qualche fallimento. A questo proposito, si vanno infittendo di ora in ora le indiscrezioni relative a Jiyue, in grave crisi nonostante il sostegno del gigante tecnologico Baidu e del conglomerato automobilistico Geely. Stando alle voci, infatti, sarebbe necessario un vero e proprio miracolo per evitare la definitiva chiusura della startup.
Jiyue: cosa sta accadendo?
Jiyue è una joint venture tra Baidu e Geely, con la prima che ne deteneva il 55% delle quote azionarie, mentre il restante era di pertinenza di Geely. In un momento successivo, però, gli accordi sono mutati, consegnando a quest’ultima il 65% delle azioni e, di conseguenza, la maggioranza dell’azienda.
Il primo veicolo lanciato si chiama 01 e si è proposto come una elegante alternativa alla Model Y di Tesla. Ad esso è poi seguita una berlina definita splendida dagli esperti, la Jiyue 07, premiata da un premio Red Dot per il design dopo il suo lancio. Una benemerenza che, però, non si è tradotta in grandi dati di vendita. Sono infatti stati solo 13.834 i veicoli venduti lungo il territorio cinese nell’anno in corso. Troppo poco, in effetti, per raggiungere un equilibrio finanziario in grado di fargli reggere un mercato sempre più turbolento.
I costi troppo superiori alle entrate hanno quindi presentato il conto, tanto da spingere il direttore finanziario Liu Jining a riparare a Singapore. Portandosi dietro non solo la famiglia, ma anche i libri contabili, almeno stando a quanto riportato dai media locali. Stando alle indiscrezioni che continuano a circolare, Baidu avrebbe peraltro scoperto un buco finanziario fino a 7 miliardi di yuan (circa 962 milioni di dollari) che non era stato contabilizzato. Per far fronte all’evento avrebbe dovuto immettere nelle casse sociali più di 400 milioni di dollari, scegliendo di non farlo.
Il piano di ristrutturazione presentato potrebbe non essere sufficiente
Secondo la ricostruzione effettuata da CarNewsChina, il direttore generale Xia Yiping potrebbe aver pagato in modo significativo i fornitori, facendo male i conti. Circa il 70% di tutti i pezzi utilizzati da Jiyue provengono da Geely e, a febbraio la società madre avrebbe dovuto riscuotere più di 200 milioni di dollari per quelli già consegnati. Una situazione tale da sconsigliare Baidu a proseguire nel proprio sostegno, senza un cambio di rotta.
La situazione impone ora scelte drastiche. In una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana, Jiyue ha affermato la propria intenzione di abbandonare i progetti che non migliorano la sua posizione finanziaria. Ha inoltre proceduto al licenziamento di diversi dipartimenti, posticipato gli stipendi per dicembre e sospeso i pagamenti della previdenza sociale ai dipendenti a novembre.
Baidu e Geely non si sono comunque tirati indietro. Hanno infatti affermato di voler aiutare Jiyue a effettuare i pagamenti per i contributi previdenziali, finanziare l’assistenza post-vendita per i clienti esistenti e risarcire i lavoratori che hanno perso il lavoro.
Inoltre, è stato presentato un piano di ristrutturazione agli azionisti, sulle reazioni al quale non si hanno notizie precise. Nel caso dovesse fallire, si incamminerà sulla strada in precedenza intrapresa da Human Horizons. Ovvero l’ultima startup automobilistica cinese incapace di reggere l’urto del mercato e una concorrenza sempre più serrata. Un compito che si sta rivelando difficile anche per le ben più forti case tradizionali e che rischia di essere reso ancora più proibitivo dall’offensiva dei prezzi messa in preventivo da BYD. Il più grande produttore cinese, infatti, sta chiedendo ai propri fornitori di tagliare del 10% i prezzi. Non è difficile capire che questo taglio farà da anticamera a quello dei suoi modelli, rendendo il mercato cinese simile ad un girone infernale.