Anche le auto elettriche dovrebbero avere il loro bollino ambientale, secondo un gruppo di ricercatori: vediamo perché

Dario Marchetti Autore
La loro tesi si fonda sull’esame condotto su un campione di circa 300 modelli elettrici, con risultati sorprendenti
Emissioni CO2

Quando si afferma che le auto elettriche non inquinano, si incorre in una evidente inesattezza. In realtà, tutte le auto inquinano, senza eccezioni. Dal più grande dei SUV a benzina alla più piccola delle auto elettriche. La vera grande differenza tra gli uni e le altre è da ravvisare nel fatto che mentre nel caso dei veicoli endotermici l’inquinamento avviene durante l’intero ciclo di vita del prodotto, nell’altro lo si sperimenta, per la maggior parte, durante il suo ciclo produttivo. Le batterie ad alta tensione e i motori elettrici, infatti, prevedono il consumo di molte risorse minerali. Per estrarre le quali sono generate emissioni. Proprio per questo motivo, un gruppo di ricercatori propone che anche le auto elettriche ricevano una particolare etichetta ambientale, a seconda del grado di inquinamento che vanno a rilasciare nel corso del loro ciclo di vita.

UE, dal prossimo anno il cambiamento sarà profondo

Al momento, se si fa eccezione per il ciclo WLTP, al quale è affidato il compito di misurare il consumo e l’autonomia di un’auto elettrica, l’Unione Europea non possiede strumenti in grado di regolamentare le emissioni di un veicolo alimentato a batteria. 

Emissioni CO2

Dal prossimo anno, però, il panorama è destinato a mutare sensibilmente. Le nuove normative messe in campo dall’UE chiederanno la misurazione di tutte le emissioni inquinanti di un veicolo, dal suo punto di origine fino alla fine del ciclo di vita. Un novero in cui sarà compreso anche il potenziale riciclaggio dei componenti. Il nuovo regolamento di Bruxelles è talmente stringente da andare a misurare addirittura le particelle nocive che fuoriescono dai dischi dei freni. Un vero e proprio cambio di paradigma.

Nonostante questo cambiamento normativo, però, le auto elettriche continueranno a godere dell’etichetta ZERO. Un trattamento di favore sul quale però non concorda un gruppo di ricercatori internazionali. Secondo loro, infatti, non è giusto che una Mercedes G 580 elettrica sia gratificata della stessa etichetta di una Dacia Spring, ad esempio. Per dare una base alla propria tesi, hanno quindi effettuato uno studio su più di 300 auto elettriche attuali.

I dati che ne sono scaturiti sembrano inequivocabili. Secondo la loro analisi, infatti, un’auto elettrica compensa le sue emissioni dopo aver percorso tra i 20mila e i 200mila chilometri. Una forbice molto ampia, la quale dipende da fattori come l’energia di ricarica, la dimensione della batteria o il luogo di produzione. In Europa, inoltre, le automobili compensano prima le proprie emissioni poiché la maggior parte delle fabbriche consuma energia rinnovabile.

Le emissioni di CO2 possono essere ridotte di un terzo, con le auto elettriche

Il vero dato che viene evidenziato dalla ricerca, è che occorre tenere in conto tutti i dati possibili, al fine di valutare la presunta sostenibilità di un veicolo, a prescindere da quanto questo possa essere elettrico. Ecco le parole da loro espresse, al riguardo, nello studio: “Questi risultati sono indispensabili quando si tratta di decarbonizzare la mobilità”.

Emissioni CO2

Vanno infatti a dimostrare che, in termini di equilibrio ecologico, le emissioni di CO2 possono essere ridotte di un terzo elettrizzando le auto. Tanto da spingerli ad affermare: “Si tratta di una riduzione significativa dell’impatto climatico. La mobilità a zero CO2, prevista per il 2045/2050, richiede ulteriori misure. I risultati della ricerca mostrano il potenziale di ottimizzazione in questo senso”.

Le etichette, quindi, dovrebbero prendere atto di questa realtà. Anche perché si trasformano in un vero e proprio argomento di vendita, spingendo molti conducenti a cercare la sicurezza nei badge ZERO ed ECO. Badge i quali, però, non sono esenti da controversie sin dalla loro applicazione, varata nel 2016. Basti pensare, in tal senso, che una Toyota Yaris ibrida può vantare lo stesso adesivo di una Porsche 911 T-Hybrid, nonostante l’inquinamento prodotto sia molto differente. Mentre alcuni ibridi plug-in con etichetta ZERO, si sono rivelati all’atto pratico più inquinanti di alcune delle corrispondenti versioni a benzina.

  Argomento: 
X