Ampere, l’azienda specializzata in veicoli elettrici e software del Gruppo Renault si propone obiettivi estremamente ambiziosi. A partire dalla parità di costi dei suoi full electric con i veicoli dotati di motori termici, all’interno della fascia C.
A sostenerlo è Luca de Meo, l’amministratore delegato di Renault, nel corso di un evento che si è tenuto il 30 ottobre nello stabilimento francese di Douai, organizzato nel preciso intento di celebrare il primo anniversario della costituzione dell’azienda. Per riuscirci, Ampere dovrà mettere a segno una riduzione dei costi del 40% rispetto alla prima generazione di automobili commercializzate. E, per riuscire nell’intento, metterà in campo una strategia estremamente articolata.
Ampere, le ambizioni sono notevoli
È passato solo un anno dalla creazione di Ampere, un lasso di tempo però che è stato comunque sufficiente per delineare grandi ambizioni. La società gravitante nell’orbita del Gruppo Renault specializzata in veicoli elettrici e software, si propone infatti di assumere la guida del business in Europa, superando anche Tesla e i marchi cinesi.
E per farlo, sarà necessario lavorare molto sul fronte dei costi. In particolare, ad una riduzione dei costi del 40% tra la prima generazione dei modelli di segmento C a emissioni zero commercializzati attualmente (ad esempio, la Mégane E-Tech e la Scenic E-Tech) e il secondo, il quale dovrebbe fare il suo debutto sul mercato tra quattro anni.
Naturalmente, anche nel caso di Ampere la chiave di volta è rappresentata dalle batterie. In questo ambito, infatti, l’azienda si propone di conseguire risparmi nell’ordine del 50% rispetto ai costi attuali. A renderli possibili il prossimo salto tecnologico nella chimica, che vedrà la comparsa di unità senza cobalto, in grado di mixare la densità energetica di NCM (nichel, manganese e cobalto), il costo e la sicurezza di LFP (litio, ferro e fosfato) e meno di 15 minuti di ricarica .
A spiegarlo, con queste parole, è proprio Ampere, in un comunicato emesso per l’occasione: “Ciò prefigura il nostro obiettivo di raddoppiare la densità energetica dell’NCM intorno al 2030 , grazie a un catodo privo di cobalto e un anodo Li-Metal applicati a una batteria strutturale a stato solido”.
Della riduzione prevista del 50%, già venti punti percentuali potranno essere conseguiti a partire dall’inizio del 2026 con l’integrazione della tecnologia LFP e Cell-to-Pack. Inoltre, l’azienda sta lavorando con l’altro partner CATL sull’innovazione cell-to-chassis. Ovvero sull’integrazione delle celle nel telaio, grazie alla quale è possibile l’estensione dell’autonomia a oltre mille chilometri, riducendo il consumo di energia a meno di 12 kWh ogni cento chilometri. Il tutto in vista di un 2028 che si preannuncia, quindi, come anno di svolta.
L’adeguamento dei costi nei motori dovrebbe invece attestarsi al 25%. Per conseguirlo Ampere punta su una terza generazione di propellenti senza terre rare per il segmento C. Un obiettivo a sua volta garantito dal conseguimento di una migliore efficienza conseguente all’integrazione della gestione energetica e termica.
Ampere, le alleanze al centro della sua strategia
Luca de Meo ha anche voluto porre un particolare accento sulla necessità di stringere alleanze con aziende leader nel proprio campo. Ovvero la strategia che è stata dispiegata nel corso del tempo da da Qualcom o Google. Proprio grazie a questo capacità di tessere relazioni proficue, queste realtà sono in grado di “spingere verso l’eccellenza nell’innovazione e muoversi veloce”.
A tal proposito è da sottolineare la creazione di un’unità, Advanced China Development Center, il cui team lavora a stretto contatto con i partner cinesi. Occorre ricordare che proprio i cinesi sono indicati come il modello da seguire dal CEO di Renault, secondo il quale occorre imparare a lavorare come loro. Un primo banco di prova in tal senso sarà la produzione della Renault Twingo entro il 2026. La tempistica per lo sviluppo del veicolo, due anni, abbinata al prezzo di 20mila euro, sembra andare proprio in questa direzione.
Mentre per quanto concerne le batterie, la perequazione del ritmo di lavoro richiesta da Luca de Meo sarà resa possibile in particolare dall’alleanza con LG Energy Solution. L’obiettivo è proprio quello relativo alla formazione di una trama di collaborazioni che, sempre a detta del numero uno della casa transalpina, consente di mantenere ricerca e sviluppo, accedere alla tecnologia, riducendo i costi e i rischi di investire miliardi di euro in software, sistemi di propulsione o batterie. Tanto da precisare: “La ricetta sta funzionando. Abbiamo investito meno di 100 milioni nelle batterie e le abbiamo qui, mentre i nostri concorrenti spendono tra i 5 e i 7 miliardi”.
Ogni dipendente di Ampere sarà in grado di generare un volume d’affari triplo rispetto a uno di Tesla
“Nel medio termine un dipendente di Ampere genererà un volume d’affari tre volte superiore a quello di uno di Tesla”: Questo è un altro dei passaggi chiave nel discorso pronunciato da Luca de Meo durante l’evento tenutosi nello stabilimento di Douai.
A spianare la strada verso questo traguardo, saranno alcuni fattori fondamentali, a partire dalla disponibilità di un team estremamente compatto e snello. I dipendenti di Ampere sono infatti 11mila. Un numero estremamente limitato se paragonato ai 100mila impiegati dalle realtà concorrenti. Più di un terzo di essi, inoltre, è rappresentato da ingegneri, con un’incidenza sull’organico che è almeno doppia rispetto ai marchi tradizionali. Il 50% di questi professionisti si dedica inoltre alla produzione di software. In tal modo è possibile dare vita ad un modello di business diverso, molto più simile a quello delle aziende tecnologiche.
Un modello tale da spingere il CEO di Renault ad affermare: “Lanciare Ampere è una delle migliori decisioni che ho preso nel corso della mia vita industriale. Ci permette un livello di eccellenza di cui non eravamo capaci da molto tempo”. Aggiungendo poi che un progetto di questo genere è in grado di fare la differenza in un contesto in cui la domanda di modelli a emissioni zero in Europa crescerà in media” del 25% annuo fino al 2030. A fronte di un mercato totale il quale è destinato a restare stabile, nella migliore delle ipotesi, o a diminuire.
Il messaggio sembra abbastanza evidente: in un quadro simile, chi si adagia sugli allori è destinato a soccombere. E Renault, proprio grazie all’apporto decisivo di Ampere, non ha alcuna intenzione di fungere da vittima sacrificale.