Gli automobilisti hanno tenuto le dita incrociate quasi allo stremo prima che il sogno di rivedere il marchio Alpine tornare sul mercato si concretizzasse. Un desiderio trasformato in realtà durante lo scorso decennio, quando finalmente il gruppo Renault ha deciso di accontentare la clientela in cerca di emozioni forti.
La nuova versione del brand Alpine fa leva sulle stesse caratteristiche valse il successo in passato. La parola d’ordine è una: sportività. Il Costruttore è un fiume in piena di idee, sogni e opportunità. Non ha mai peccato di ambizioni e nell’arco dei prossimi anni cercherà di impensierire i colossi premium ancor di più su scala internazionale.
Gli ottimi risultati messi a segno in ottica commerciale hanno dimostrato alla Losanga di aver preso una decisione saggia. Ma, si sa, l’appetito vien mangiando e se i dati delle immatricolazioni hanno ripagato le attese, ora è il momento di mirare alla luna. Perché, nella peggiore delle ipotesi, atterrerebbe tra le stelle.
La sensazione prevalente provata nell’osservare la compagnia è di trovarsi dinanzi a un cantiere aperto, in perenne adattamento alle logiche di mercato. Che si prepara a una svolta di proporzioni epiche. Il 2035 segnerà, infatti, in maniera indelebile il settore delle quattro ruote nel Vecchio Continente. Allora saranno bandite le vetture mosse da propulsori endotermici. Le autorità dell’Unione Europea potrebbero dire “sì” alla permanenza delle ibride, qualora fornissero risposte adeguate. Ma l’elettrico avrà un ruolo preponderante, sarà l’assoluto protagonista.
Alla luce di tali prospettive i dirigenti hanno disposto un’innovazione nello scorso decennio. Se al momento dello sbarco l’idea era di puntare sui combustibili fossili, adesso il discorso cambierà.
Luca de Meo, salito al comando del gruppo Renault quasi tre anni fa, lo ha chiarito: la sopravvivenza sarebbe passata dalla conversione alle energie pulite. Pertanto, tra qualche anno, una coupé a batteria inedita, sviluppata in sinergia con Lotus, prenderà il posto nella gamma dell’attuale A110. E scenderà una lacrimuccia visto che è la A110 ad avere avviato il rilancio.
Introdotta nel 2017, la berlinetta a due posti ha posto in cima alla priorità la vocazione sportiva, dettata dal peso contenuto. Una spada di Damocle aleggiava in occasione del lancio, poiché sulle sue spalle gravava il compito di dimostrare la redditività del progetto. I valori rilevati sul campo le hanno dato ragione, con un numero esorbitante di ordini.
Il pensionamento avverrà comunque giacché il piano sarà monopolizzato dagli EV. Malgrado si tratti di un brand sportivo, andare incontro ai severi requisiti di emissioni di CO2 è un obiettivo imprescindibile. Le pressioni esercitate dalle istituzioni comunitarie sugli operatori della filiera si sentono. E per garantire un radioso avvenire toccherà adeguarsi in merito.
Ciascuna delle prossime new entry sarà, perciò, alla spina, con un portafoglio indirizzato a una fascia di pubblico piuttosto eterogenea. Non di prezzo, quanto di carrozzeria. Prima della sopra menzionata coupé, una Alpine suv vedrà la luce nel 2023. Si proverà a “mungere la mucca”, in modo analogo ai diretti competitor. In particolare, si prenderà esempio dalla Porsche, la quale con la sua Macan è ritenuta la rivale numero uno.
Alpine suv 2023: gli esterni
Insomma, Alpine ha elevate aspettative e conta di realizzarle con il suv che verrà probabilmente presentato nel 2023. Il mese buono del reveal sarà quello di ottobre o magari di settembre, in occasione del Salone di Monaco. La rassegna in terra bavarese, “l’erede” della kermesse di Francoforte, andrà in scena dal 5 al 10 settembre 2023. E proprio nella sei giorni è possibile il debutto.
Al momento i portavoce ufficiali hanno evitato di concedere dettagli del genere, il che ci impone di pazientare fiduciosi. La speranza è che dopo la presentazione si dia l’immediato via agli ordini. Sulle consegne l’ipotesi maggiormente accreditata indica, invece, il 2024.
L’accezione di sport utility andrà presa in senso largo. Questo lo lascia credere il responsabile del design dell’azienda, Anthony Villain, secondo cui sarà più simile a un bolide sportivo a ruote alte invece di un classico suv. Un elemento di linguaggio già promosso dalla Ferrari mediante la Purosangue. Le motivazioni sono piuttosto intuitive: stonerebbe con l’essenza percepita dalla community di fan. Un suv in senso letterale avrebbe l’aria di essere un azzardo eccessivo.
Il primo teaser ufficiale dell’Alpine suv 2023 è, intanto, stato rilasciato. A giudicare dall’immagine condivisa (quella in copertina, le altre sono dei render di Automobil-Magazin e Auto-Moto) la silhouette ha un profilo piuttosto considerevole, a causa dello spessore del pavimento imposto dall’implementazione delle batterie. È il classico compromesso da accettare se ti “intrufoli” tra le elettriche. Indipendentemente dalle dichiarazioni degli esponenti la linea sarà simile alle fattezze della Nissan Ariya, che fungerà da base.
Alpine suv 2023: la piattaforma
Sotto il profilo tecnico, i progettisti adotteranno l’architettura CMF-EV, la stessa della Mégane elettrica. I vantaggi in termini di economie di scala spingono in tale direzione. La soluzione dà modo di raggiungere un’autonomia di percorrenza pari a 580 m. Il futuro ingresso in listino conterà sulla trazione integrale e una batteria con capacità di circa 90 kWh.
Alla pari della Ariya, la lunghezza si attesterà intorno ai 460 cm e l’altezza sarà sui 160 cm. Il pianale è in grado di accogliere un motore in grado di sprigionare una potenza massima di quasi 400 cavalli. È plausibile che l’Alpine suv 2023 infrangerà il muro per distinguersi sia dall’Ariya sia dalla Megane.
Centro produttivo
In passato lo storico stabilimento di Dieppe pareva essere gravato da un futuro ben poco roseo. Ciò fino alla bella notizia ricevuta dal personale in apertura del 2021, nel momento di comunicare che l’Alpine suv 2023 sorgerà qui. Nelle ultime settimane la fabbrica ha annunciato il reclutamento a tempo indeterminato di dieci lavoratori entro la fine dell’anno. L’assunzione comporterà un aumento del 6,5 per cento del personale. Attualmente vi prestano servizio 294 dipendenti.
Oltre all’A110, le assunzioni permetteranno di dedicarsi appieno al suv elettrico, ha spiegato Christophe Réal, vice segretario del comitato sociale ed economico della struttura. Nel prosieguo la costruzione dell’erede dell’A110 sarà forse trasferita in Inghilterra, a Norfolk, presso la Lotus. Comunque, il lavoro per lo sport utility sarebbe sufficiente a occupare appieno la manodopera.
Se la Renault ha preferito astenersi dal rilasciare commenti, ci ha pensato la classe politica a rassicurare i sindacati sulla tiratura. Lo scorso settembre, Sébastien Jumel, deputato del dipartimento di Senna Marittima (Normandia) ha confermato la realizzazione di 20 mila esemplari all’anno.
Il modello avrà impresso l’etichetta Origine France Garantie, certificato che attesta la fabbricazione di un certo prodotto all’interno dei confini nazionali francesi. Da parte della Losanga ha professato parola il presidente in persona, Jean-Dominique Senard. Il numero uno della società ha sottolineato come se il futuro dell’impianto fosse in dubbio qualche anno fa, oggi, grazie all’ottima operato del team, sapranno assicurarne la sopravvivenza.
Prezzo
L’ultima voce da affrontare è il prezzo. Essendo Alpine un marchio premium la spesa da sostenere per avere lo sport utility sarà piuttosto importante. Si parla di un minimo di 80 mila euro, così da eguagliare la Porsche Macan EV prevista nel 2023. Eppure, da fonti vicine si mormora di un allestimento entry-level disponibile a circa 100 mila euro.