È stata chiamata in svariati modi. Noi ci atterremo a quello maggiormente utilizzato, nonostante tutto. L’Alfa Romeo Brennero 2023 non dovrebbe essere, infatti, il nome definitivo del modello, malgrado l’ipotesi fosse alquanto suggestiva. Difatti, avrebbe completato il terzetto di nomi a sfondo alpino, dopo lo Stelvio e il Tonale. Quest’ultimo sta oggi ottenendo un successo straordinario, forse persino superiore alle aspettative iniziali, che erano alte, intendiamoci. Le idee introdotte dal Tonale promettono di far scuola per le future proposte della gamma, riprese dai futuri ingressi nella famiglia del Biscione.
A livello estetico, la divisione addetta a occuparsene ha introdotto uno stile davvero interessante, ampiamente gradito dalla platea. E sarà un chiaro punto di ispirazione per lo Stelvio, atteso all’aggiornamento nel prossimo anno in compagnia della Giulia. Al di là del look se ne trarrà spunto pure a livello di assortimento tecnologico. I modelli odierni hanno quasi l’obbligo di dimostrarsi all’altezza in quanto all’impianto hi-tech. La sensazione di trovarsi in un salottino a bordo la percepiremo forse nell’Alfa Romeo Brennero 2023, o almeno così speriamo.
Al di là della denominazione, la sostanza pare essere quella da tempo preannunciata da diverse fonti. Se Tonale ha sbancato le concessionarie, l’esemplare di cui vi stiamo parlando sembra destinato a diventare il best seller assoluto.
Alfa Romeo Brennero 2023: un nome provvisorio
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’amministratore delegato dell’azienda, Jean-Philippe Imparato, ha riacceso i riflettori su un veicolo dal valore cruciale per la strategia Stellantis nel comparto dei B-SUV di taglia urbana. Che seguirà la declinazione plug-in hybrid di Tonale e i restyling di Stelvio e Giulia, puntando, tuttavia, su una clientela di gran lunga più ampia. Il ceo ha spiegato che non si chiamerà Brennero, poiché stanno riflettendo sulla naming strategy: hanno in mente il nome, e sarà qualcosa di parecchio rispettoso nei confronti della storia della compagnia.
Il numero uno del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, ha illustrato il piano strategico Dare Forward 2030 lo scorso primo marzo. Entro la fine del decennio la potenza delle quattro ruote, costituita nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe, lancerà ben 75 prodotti su scala internazionale. Le principali attenzioni nel Vecchio Continente vertono su una nuova schiera di vetture destinato a nascere nell’impianto di Tychy, in Polonia, rappresentativa della scelta di Stellantis di proporre al target di riferimento unità tradizionali accompagnate da alternative elettriche.
Tre modelli per un progetto
In totale sono tre i modelli appartenenti a tale progetto, con il Jeep Avenger già svelato, uno urban suv previsto in apertura del prossimo anno. Seguirà a breve una variante Fiat, di cui finora si hanno, ahimè, poche informazioni. La chiave di volta consisterà nell’adattamento della attuale piattaforma modulare Cmp, disponibile oggi pure nella sua variante elettrica, ovvero con propulsori a zero emissioni. Se ne serve attualmente una intera generazione di suv compatti del ramo d’oltralpe, tra cui DS 3 Crossback, Opel Mokka e Peugeot 2008. O forse la scelta ricadrà sulla piattaforma STLA Small, una delle quattro architetture elettriche mostrate all’EV Day di Stellantis dell’8 luglio 2021. Vedendo la Giulia elettrica competere nell’ECTR la community aveva cominciato a fantasticare su qualcosa di simile pure nella realtà. Quello consisteva, tuttavia, in un progetto portato avanti dal team Romeo Ferrari in forma non ufficiale.
A proposito delle tempistiche circolano teorie contrastanti. In precedenza, Imparato aveva parlato di probabile reveal a marzo 2024, evidenziando implicitamente che lo sbarco dello urban suv del Biscione avrebbe comportato un’attesa maggiore al fine di stabilirne in maniera meticolosa la personalità. Allo stato attuale sembra che l’uscita della declinazione ibrida avverrà verso la fine del 2023, mentre quella full electric vedrà effettivamente la luce fra un paio d’anni. Le prime unità in commercio saranno benzina elettrificate.
Design
Il look sarà frutto di Alejandro Mesonero-Romanos, nominato nel 2021 capo del design di Alfa Romeo e dunque coinvolto solo parzialmente nel progetto Tonale. Stavolta, avrà ampio potere decisionale con la sua prima personale interpretazione per il Costruttore di Arese.
È obiettivo del Biscione puntare a espandere la sua offensiva commerciale sui suv, senza lasciare da parte la clientela meno d’élite. In aggiunta alla Tonale, si sapeva che era in cantiere un altro esemplare meno nobile e parecchi rumor tiravano in ballo il nome Stelvio, da affibbiare allo sport utility small size spesso rumoreggiato e confermato, attorno a cui regnava un clima di mistero. Lo stesso Imparato aveva rilasciato delle dichiarazioni interessanti a proposito del look in un’intervista riportata da Automotive News Europe. Stando alle affermazioni rilasciate dal ceo, il mezzo avrà dimensioni più compatte rispetto al Tonale. Alla luce dei diretti competitor, la lunghezza dovrebbe essere compresa tra i 4,15 cm e i 4,30 m.
Il veicolo costituirà una delle “prelibatezze” del menù negli anni a venire. Entro 10 anni – ha spiegato Imparato – l’azienda meneghina dovrà essere competitiva nei principali segmenti al mondo, smentendo la percezione dell’estero riguardo all’affidabilità delle auto italiane.
La società dovrà essere ben presente almeno nei segmenti B e C. Per rendere l’idea, nella prima categoria confluiscono proposte quali Peugeot 2008 e Volkswagen T-Roc, mentre il secondo è presidiato da Audi Q3 e BMW X1. A livello di competitor, si ritiene che Alfa Romeo Brennero 2023 verrà realizzata per competere sullo stesso piano del nuovo crossover di MINI derivato dalla Countryman.
Motorizzazioni
Si profila dei nuovi scenari pure in riferimento alle motorizzazioni con l’eventuale sviluppo della variante elettrica da 136 CV, oggi contemplata per ciascun veicolo con pianale e-Cmp. In merito alla batteria si parla di almeno 50 kWh.
L’ipotesi ibrida ventilata è una mild hybrid basato sul 3 cilindri PureTech da 1.2 litri, con la tecnologia a 48 volt integrata nel cambio. Il tutto sarebbe consentito tramite l’impiego della trasmissione a doppia frizione e 7 rapporti DT2 della belga Punch Powertrain. La potenza complessiva sprigionata sarebbe nell’ordine dei 160 CV, sicché il suddetto PureTech ha raggiunto in passato il tetto dei 155 CV. Ma le ambizioni dei piani alti potrebbero spingere ben al di là di tali propositi.
Stando alle speculazioni, il cambio e-DCT Punch Powertrain DT2 si troverebbe oggigiorno in fase di collaudo pure con una potenza elettrica maggiore, pari a ben 125 CV (92 kilowatt), a conferire una motorizzazione plug-in hybrid se combinato con il quattro cilindri PureTech da 1,6 litri, la cui fabbricazione avrà il via nel 2023 presso il centro di Szentgotthard, nell’area ovest dell’Ungheria.
Ora lo vedremo nell’Alfa Romeo Brennero 2023? L’ipotesi non è da scartare a priori. In un certo senso, la futura alternativa a trazione 100 per cento elettrica pare spegnere i rumor. Sul versante opposto, nella prospettiva di uno “scontro” la Mini Countryman bisognerebbe munirsi dell’artiglieria pesante, poiché la britannica viene spinta in versione plug-in hybrid da 220 cavalli. Che non sarebbe un obiettivo fuori portata, qualora i professionisti Stellantis trovassero la maniera di infilare nel cofano di Alfa Romeo Brennero il millesei a quattro cilindri.
La Casa del Biscione farà sempre più leva su modelli a emissioni zero, come suggerito dalla strategia Alfa e-Romeo illustrata lo scorso anno. Al di là del Brennero, sarebbero al vaglio varie vetture, richiamanti nel nome i fasti di ieri. Si mormora dei ritorni di Spider Duetto e GTV, nonché una serie di esemplari elettrici sotto l’egida Quadrifoglio.