Pare che ancora oggi l’Alfa Romeo 159 non sia considerata una “vera Alfa” dai puristi. Addirittura, un manager, non proprio uno qualunque, la definì un errore. Correva l’anno 2010, e Sergio Marchionne esprimeva un giudizio netto sulla berlina Alfa Romeo. Forse si trattava di un eccesso di autocritica o, magari, della consapevolezza di aver lanciato un modello che non rispecchiava fino in fondo il DNA del Biscione.
Uno degli aspetti più discussi riguarda la trazione anteriore, una soluzione tecnica che la Alfa Romeo 159 condivideva con la sua “mamma”, la 156. Questo dettaglio la allontanava dalla tradizione delle berline sportive Alfa Romeo, storicamente orientate alla trazione posteriore. Sebbene la trazione anteriore offra alcuni vantaggi progettuali, non è l’ideale per chi cerca una guida emozionante e dinamica. Nonostante un telaio ben bilanciato e un raffinato schema sospensivo, la risposta su strada non poteva competere con quella di una vettura a trazione posteriore.

Dal punto di vista estetico, la Alfa Romeo 159 arrivata nel 2005 era tutt’altro che un errore. Disegnata dal leggendario Giugiaro, la sua carrozzeria aveva un carattere aggressivo e slanciato, con un frontale che trasmetteva potenza ed eleganza. I fari sottili e il classico scudetto Alfa Romeo le conferivano un’espressione degna di un’auto sportiva. Tanto che, negli anni, la silhouette della 159 è stata esaltata ulteriormente dalle livree di Carabinieri e Polizia.
Diverso il discorso per gli interni, che al debutto apparivano già superati nel design della plancia e penalizzati da assemblaggi poco curati. La qualità percepita migliorò leggermente con il restyling del 2008, ma senza raggiungere il livello premium che un’Alfa di questo calibro avrebbe meritato.

Un altro punto debole della 159 era il peso elevato, dovuto all’uso massiccio di acciai altoresistenziali per garantire la massima sicurezza. Questo le permise di ottenere le prestigiose 5 stelle Euro NCAP, ma al costo di un incremento significativo della massa, che penalizzava la dinamica di guida.
Il problema era particolarmente evidente nelle versioni con i motori meno potenti, come il 1.9 JTDm da 120 e 150 CV e il 2.0 JTDm da 136 CV, che faticavano a offrire prestazioni all’altezza dell’immagine sportiva dell’auto. Per ottenere numeri più interessanti, come uno 0-100 km/h in 8,2 secondi, bisognava optare per il 2.4 JTDm da 200 o 210 CV, che però soffriva di consumi elevati. La carriera di questo controverso progetto Alfa Romeo si chiuse nel 2011, con oltre 250mila esemplari prodotti.

La 159 rimane comunque un’auto affascinante, con un design che ha saputo resistere al tempo e una solida reputazione per sicurezza e comfort. Come abbiamo visto, alcune scelte progettuali hanno reso difficile per i puristi considerarla una vera Alfa Romeo. Con la Giulia, il marchio ha successivamente recuperato la sua essenza, tornando a una trazione posteriore e a una dinamica di guida esaltante.