Il decreto alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture sottoposto al vaglio dell’UE conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti. Il decreto alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture sottoposto al vaglio dell’UE conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti.

Alcolock a 2.000 euro? Tre cose che non convincono Federcarrozzieri

Il decreto alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture sottoposto al vaglio dell’UE conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti.

Secondo il leader di Federcarrozzieri Davide Galli, “il decreto alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture e sottoposto al vaglio UE conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali. In grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti”. Dal pasticcio del decreto autovelox a quello alcolock che lascia perplessi il passo parrebbe breve. Parliamo del notissimo dispositivo che blocca il motore se hai bevuto. Premesso che l’alcol è una piaga, così come la droga, causando un terzo degli incidenti gravi; e premesso che le multe sono sacrosante; comunque qui ci sono tre problemi.

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Alcolock: cosa dice il Codice della Strada 2024

Il nuovo Codice della Strada dice che i conducenti condannati per guida in stato d’ubriachezza con tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l o a 1,5 g/l, una volta riottenuta la patente dopo il periodo di sospensione, potranno guidare veicoli a motore solo se su questi sarà stato installato l’alcolock. Nel caso in cui il tasso alcolemico del guidatore risulti superiore a zero, auto paralizzata.

1) Alcolock la concorrenza fra carrozzieri?

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Il decreto all’articolo 5 stabilisce: “Il fabbricante, tra le officine autorizzate a svolgere le attività di meccatronica individua gli installatori autorizzati al montaggio dei propri dispositivi e li comunica al ministero delle infrastrutture”. Sentiamo la denuncia del numero di Federcarrozzieri, Galli: “Non tutte le carrozzerie, seppur in possesso dei requisiti di legge, avranno il diritto di montare gli alcolock sulle vetture, ma solo quelle indicate dal produttore dell’apparecchio. È un limite che vìola le norme sulla concorrenza riducendo il numero di operatori abilitati. C’è un’alterazione del mercato con conseguente aumento dei costi a carico degli automobilisti”.

Si ripropone per certi versi quel vecchio brutto vizio di indirizzare solo verso certe carrozzerie anziché verso tutte: per esempio, molte compagnie assicuratrici canalizzano verso i convenzionati, a discapito degli indipendenti.

2) Alcolock sulle auto vecchie: problema

Il parco auto italiano, dice Galli di Federcarrozzieri, è molto anziano. L’età media delle vetture si attesta a 12,8 anni, e quasi il 22% delle macchine circolanti ha un’età superiore ai 19 anni. C’è il rischio che su molti mezzi vetusti sia tecnicamente difficilissimo o impossibile installare l’alcolock. Specie al Sud Italia, dove le vecchissime diesel si diffondono a macchia d’olio.

Il decreto alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture sottoposto al vaglio dell’UE conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti.

3) Alcolock a 2.000 euro

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La spesa stimata per l’installazione dell’alcolock sulle auto è di 2.000 euro, attacca Galli. Più i costi di taratura periodica prevista dal decreto, più le spese di manutenzione, più l’esborso per i boccagli monouso. Minore la concorrenza fra carrozzieri, superiori le possibilità che i prezzi schizzino alle stelle. Infine, ecco il paradosso per le famiglie che dispongono di una sola auto: in caso di montaggio dell’alcolock, anche tutti gli altri componenti del nucleo, per poter avviare la vettura, dovranno avere un tasso alcolemico pari a zero. 

Taratura e sigillo alcolock: cautela massima

Intanto Luigi Mercurio, presidente Aiped (Associazione italiana periti estimatori danni) evidenzia come il decreto (articolo 7, comma 5) preveda che installazione e smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della Motorizzazione civile: non viene chiarito se il veicolo, dopo la rimozione dell’apparecchio, possa circolare liberamente senza ulteriori controlli. Il che potrebbe portare a problemi di sicurezza o di omologazione, e a conseguenze legali in caso di sinistro stradale. L’articolo 8 impone poi al conducente di esibire il certificato di taratura con intervallo valido. Tuttavia, “non viene specificato chi verifica se la taratura sia corretta: la Polizia Stradale in fase di controllo?”.

Problemi anche sul fronte del sigillo previsto dal decreto per impedire l’alterazione o la manomissione dopo l’installazione, e che deve distruggersi in caso di tentativo di manomissione. Ma cosa succede se il sigillo si danneggia per cause accidentali o a seguito di incidente stradale? Chi garantisce che un sigillo danneggiato non implichi automaticamente un’accusa di manomissione?

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