Aiuti per 4,6 miliardi di euro a favore dei produttori di batterie per auto elettriche e idrogeno verde

Dario Marchetti Autore
Il piano è volto a impedire la dipendenza dalla Cina, che secondo l’UE metterebbe a repentaglio la sicurezza europea
Bandiere UE

Il dominio della Cina nell’attuale contesto della mobilità elettrica è, con tutta evidenza, schiacciante. A renderlo tale un semplice dato di fatto: due aziende cinesi producono più del 50% delle batterie per auto elettriche nel mondo. E una di loro si appresta a rafforzare la propria posizione procedendo all’acquisizione del principale produttore europeo di batterie, ovvero Northvolt.

Il logico corollario di questo schiacciante dominio è rappresentato dal fatto che la forza dei marchi cinesi di auto elettriche potrebbe sfociare in decine di migliaia di licenziamenti nelle aziende di componentistica in Europa e nel resto del mondo. Anche se al momento, a dire il vero, BYD sta assumendo, come testimoniano i 200mila lavoratori aggiunti ai propri organici nel corso dell’ultimo trimestre. Una situazione che, a quanto pare, non garba molto all’Unione Europea.

L’UE intende rompere l’accerchiamento cinese, investendo su batterie per auto elettriche e idrogeno verde

L’Unione Europea non intende assistere inerte al mantenimento, se non al rafforzamento, della posizione di dominio che la Cina può vantare al momento nella mobilità sostenibile. Per cercare di rimediare, ha quindi approvato i tanto aborriti sussidi, quelli che imputa al gigante asiatico, pari a 4,6 miliardi di euro, volti a promuovere le cosiddette tecnologie “pulite”. A partire dalla produzione di batterie per veicoli elettrici o dallo sviluppo dell’idrogeno verde e rinnovabile in funzione di carburante.

Batterie per auto elettriche

I soldi saranno destinati a due bandi cui spetterà il compito di accelerare la diffusione di “tecnologie innovative di decarbonizzazione in Europa”, comprese le batterie per le auto elettriche. Nello specifico, proprio per quanto concerne le batterie per auto elettriche, il programma IF24Battery della Commissione Europea ne promuoverà la produzione con aiuti per un valore pari a un miliardo di euro. Per riuscire nell’intento, si incaricherà di promuovere quelle “iniziative in grado di produrre celle di batterie innovative o di implementare nuove tecniche, processi e tecnologie di produzione”.

Uno dei punti più importanti del progetto, come sottolineato da Autonews, è la pratica esclusione dei produttori di alimentatori che basano il loro sviluppo su componenti fabbricati in Cina. Sempre stando alle indiscrezioni trapelate sui media specializzati, la Commissione Europea sarebbe propensa a favorire quei progetti che richiedono meno anodi, catodi e altri materiali da parte dell’industria cinese.

Altra condizione molto importante indicata da Autonews affinché i progetti possano beneficiare degli aiuti comunitari è quella relativa al trasferimento delle conoscenze. I nuovi brevetti ottenuti dai progetti che ottengono questi aiuti dovranno essere obbligatoriamente registrati presso gli Stati membri dell’UE.

Anche per l’idrogeno si cerca di escludere le aziende cinesi

Anche per quanto riguarda l’idrogeno, la Commissione Europea è intenzionata a lanciare un’asta, tramite la Banca Europea dell’Idrogeno. In questo caso il budget è di 1,2 miliardi di euro, destinati all’accelerazione della produzione di idrogeno rinnovabile all’interno dell’eurozona. E anche in questo caso, si cercherà di proporre uno sbarramento alle aziende cinesi, teso ad evitare che il Paese del Dragone possa acquisire il predominio globale anche in questo ambito nascente.

Stando a quanto contenuto in una nota curata dalla Commissione Europea, il bando andrà a sostenere progetti sull’idrogeno rinnovabile “indipendentemente dal settore in cui viene consumato”. Lo stanziamento sarà pari a un miliardo di euro, cui se ne aggiungeranno altri duecento milioni rivolti in maniera specifica al settore marittimo.

Occorre sottolineare che l’esecutivo comunitario già alla fine dello scorso settembre ha pubblicato le condizioni per aziende o progetti per quest’asta. Accomunate dalla volontà di tagliare fuori espressamente o limitare la partecipazione delle aziende cinesi. L’obiettivo è quello di impedire alle aziende cinesi di conseguire il dominio globale nell’idrogeno verde, come già fatto nel settore dei pannelli solari.

Idrogeno verde

Per impedirlo, i progetti che potranno beneficiare di questo aiuto europeo potranno contare, al massimo, sul 25% di batterie per elettrolizzatori provenienti dalla Cina, da misurare misurata in megawatt elettrici (MWe). Un requisito che include sia la produzione di unità cellulari degli elettrolizzatori, sia l’assemblaggio di batterie.

L’allarme di Bruxelles sulla possibilità di una dipendenza irreversibile dalla Cina

In pratica, Bruxelles sottolinea l’esistenza di un “rischio significativo” di una dipendenza irreversibile dell’Europa dalle importazioni di elettrolizzatori fabbricati nel Paese asiatico. Un rischio tutt’altro che fantasioso, considerato come la capacità produttiva cinese supera il 50% dell’offerta mondiale totale. Il conseguimento di questa dipendenza metterebbe a rischio la sicurezza del blocco comunitario, secondo la Commissione Europea.

Tanto da sottolineare che le specifiche pubblicate per i bandi rivolti a questa industria nascente, corrispondono all’esigenza di adottare misure speciali. Un assunto che, naturalmente è destinato a non piacere alla Cina, indicata come una minaccia alla sicurezza del vecchio continente di cui, al momento, è complicato capire i contorni.

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