Xiaomi non ha mai nascosto le sue ambizioni nel settore automobilistico. Riponendo, in particolare, grandi speranze nel suo primo modello, il SU7, con cui ha debuttato sul mercato domestico, il più grande del mondo. Un veicolo che ha fatto largamente parlare di sé, nonostante non abbia ancora affrontato la prova dei mercati esteri.
Ora, però, si può dire ufficialmente che tali ambizioni erano assolutamente giustificate. E a dimostrarlo sono proprio i clamorosi dati di vendita collezionati dal SU7. Dopo appena 230 giorni dalla sua commercializzazione, il modello di Xiaomi ha toccato un traguardo storico: 100mila esemplari venduti. Dati che dovrebbero mettere paura alla concorrenza, non solo sul mercato cinese.
Xiaomi, il suo SU7 è un successo clamoroso
Della Xiaomi SU7 si era tornato a parlare nelle passate settimane per un fatto abbastanza curioso, collegato al suo utilizzo da parte di Jim Farley. Il CEO di Ford, infatti, se n’è fatta recapitare una negli Stati Uniti e se n’è letteralmente innamorato, tanto da affermare di non volersene più staccare.
Di fronte ad un riconoscimento di questo genere, quindi, non dovrebbero stupire le notizia provenienti dalla Cina. Ove la SU7 continua a macinare dati di vendita inarrestabili. L’ultimo dei quali rappresenta un vero e proprio record: 100mila esemplari venduti in appena 230 giorni. Un primato destinato a essere soppesato non solo dalle case rivali, ma anche dall’opinione pubblica, magari in quei Paesi ove Xiaomi potrebbe decidere ben presto di iniziare a riversare la propria produzione, barriere commerciali permettendo.
Naturalmente, in molti hanno iniziato nel frattempo a chiedersi come abbia fatto l’azienda a convincere un numero così elevato di clienti. Spingendo molti a concludere che a rendere possibile un traguardo simile sia stato il mix tra design, tecnologie, funzionalità e convenienza del prezzo, da taluni indicato come rivoluzionario. Un’etichetta che, in effetti, non stona nel Paese che è stato teatro di una delle maggiori rivoluzioni della storia.
I segnali erano abbastanza chiari, sin dall’inizio
Se i 100mila veicoli venduti in 230 giorni sono un primato, le avvisaglie di quanto stava accadendo si erano già avute nello scorso aprile, quando l’azienda cinese nota in precedenza per gli smartphone aprì gli ordini per la sua prima auto elettrica. Un’apertura indicata alla stregua di una vera e propria febbre, considerati i 50mila veicoli venduti nel breve arco di 27 minuti. Un vero e proprio record per l’industria automobilistica, che però si sarebbe dovuto presto sgonfiare, secondo le previsioni.
Occorre infatti ricordare che sul mercato l’interesse per non pochi modelli elettrici tende a svanire in alcuni mesi, con la stabilizzazione delle vendite. In questo caso, però, la realtà sta dimostrando la testa dura. Gli ordini continuano infatti ad affluire e la Xiaomi SU7 è ancora gratificata da migliaia di prenotazioni, settimana dopo settimana. Tanto che dall’effettivo acquisto alla consegna dell’unità al cliente possono trascorrere fino a 21 settimane.
Una tendenza che ha spinto l’azienda cinese ad espandere in maniera significativa il proprio ritmo di attività, raddoppiando addirittura la capacità produttiva del suo stabilimento in Cina. Nello specifico, nel corso degli ultimi due mesi del 2024, Xiaomi dovrebbe conseguire le 24mila unità prodotte in ognuno di essi.
Prossima tappa, il resto del mondo
Naturalmente, quanto sta accadendo è stato oggetto di riflessione non solo presso la concorrenza. A dimostrarlo sono le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato di Xiaomi, Lei Jun, improntate dal grande entusiasmo per gli esiti commerciali della SU7.
Se, al momento, l’azienda sta dedicando i suoi sforzi alla stabilizzazione della produzione, in particolare con l’ampliamento della propria fabbrica cinese, è comunque d’obbligo pensare ai prossimi passi da compiere. Il primo dei quali è rappresentato dal lancio di un secondo modello, che dovrebbe vedere la luce nel corso del prossimo anno.
Dovrebbe trattarsi, almeno stando alle prime indiscrezioni circolate al proposito, di un SUV caratterizzato da un aspetto sportivo. Il tutto, comunque, tale da rientrare in un obiettivo sempre più evidente: espandere i confini e sbarcare in altri Paesi. Iniziando magari dall’Europa, soprattutto se le tensioni commerciali causate dai dazi UE dovessero risolversi felicemente.