Legnata a chi compra auto: spenderà molto di più per i dazi anti Cina

Ippolito Visconti Autore News Auto
Bel colpo dell’Unione europea. Dopo i tappi che non si staccano dalle bottiglie e dopo le vongole corte, sono arrivati gli extra dazi fino al 37,6% sulle auto elettriche fatte in Cina.
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Bel colpo dell’Unione europea. Dopo i tappi che non si staccano dalle bottiglie e dopo le vongole corte, sono arrivati gli extra dazi fino al 37,6% sulle auto elettriche fatte in Cina ed esportate nel Vecchio Continente. Le tariffe si aggiungono al dazio standard del 10% dell’Ue sulle importazioni di automobili. Quale conseguenza? Ieri, chi voleva comprare un’auto nuova poteva scegliere in un mercato di libera concorrenza con le Case che spingevano al ribasso: a disposizione anche le macchine a batteria del Paese del Dragone. Oggi, con le tariffe di Bruxelles, c’è una legnata sul collo del consumatore. In 7 mosse.

Sette schiaffoni al cittadino Ue

1) L’auto elettrica cinese costerà di più.

2) Le Case occidentali saranno meno spinte ad abbassare i prezzi, perché la concorrenza cinese viene uccisa in modo artificiale dai dazi.

3) I cinesi saranno meno interessati al nostro mercato. Non siamo al centro del mondo: esistono altre nazioni dove vendere.

4) I prodotti esportati dall’Ue verso la Cina costeranno di più a Pechino e dintorni, a causa dei contro dazi cinesi. Con ricadute negative per la nostra industria e per la nostra occupazione.

5) Siamo deboli, e ci comportiamo da forti. La Cina ci dà le batterie per auto elettriche, affinché noi si costruisca le vetture green. Se minacciamo Pechino, questa ci mette un secondo a piazzare una contromossa terribile.

6) Ci sono Case Ue che producono in Cina: coi dazi, le colpisci pesantemente. Vedi BMW con la Mini Aceman, e Dacia (Renault) con la Spring.

7) Quindi, il messaggio che i politici dell’Unione europea inviano ai cittadini è il seguente: io Ue col bando termico 2035 ti obbligo a comprare elettrico, ma alzo anche artificiosamente i prezzi dell’elettrico. Pertanto la pagherai carissima. È anche una strategia affinché il consumatore medio abbia in odio l’auto elettrica, e provi nostalgia per l’auto termica a benzina o diesel: economica, pratica, comoda.

MG e NIO pensano ad aumenti

Le prime Case a pensare ad aumenti sono MG (Gruppo SAIC) e Nio. Per adesso, Dacia di Renault non aumenterà i prezzi della sua minicar elettrica Spring esportata in Europa dalla Cina. Per ora. Perché siamo all’inizio e gli extra dazi Ue sono provvisori: poi si vedrà. Quando finiranno gli stock, le auto già esportate dalla Cina in Europa, ne riparliamo. A ruota, tutti i Gruppi cinesi alzeranno i listini.

SAIC, proprietaria della MG, dovrà affrontare una tariffa del 37,6%; Geely del 19,9%; BYD del 17,4%. Tesla, BMW e altre Case saranno soggette a tariffe del 20,8%. Tesla esporta la Model 3 in Europa dalla Cina e BMW esporta la Suv elettrica iX3. Tesla il mese scorso ha aggiunto delle parole alle sue pagine degli ordini in Europa consigliando ai potenziali acquirenti di auto di prendere in consegna le berline Model 3 prima di un previsto aumento dei prezzi a partire da luglio. Ha chiesto di essere soggetta a un’aliquota tariffaria inferiore rispetto ad altri produttori, sostenendo che ha beneficiato di un sostegno statale meno sostanziale.

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Shipping containers with flags of European Union and China – 3D illustration

Ma quale prevenzione, è una cura inutile

I dazi provvisori sono progettati per prevenire quella che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito un’inondazione di veicoli elettrici a basso costo in Europa, costruita con i sussidi statali. In realtà, la stessa Ue ha favorito tutto questo col bando termico 2035. Ora finge di essere virtuosa con la prevenzione. Che bluff. L’indagine antisovvenzioni durerà ancora quasi quattro mesi. Al termine, la Commissione, il braccio esecutivo dell’Ue, potrebbe proporre “dazi definiti”, che in genere si applicano per cinque anni. 

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