Le principali alternative all’acquisto dell’auto: pro e contro

M Magarini
Acquisto auto garanzia

Fino a pochi anni fa per spostarsi da una città all’altra non c’erano delle alternative all’acquisto dell’auto, tolti i mezzi pubblici. Una netta spaccatura, che metteva l’uno contro l’altro i promotori dell’una o dell’altra modalità di trasporto. Entrambe presentavano e presentano dei punti di forza e di debolezza. Comprare una vettura dà la massima libertà, tuttavia il fardello economico da sopportare è notevole. Tra le spese di manutenzione e di riparazione, il bollo, l’assicurazione, nonché altri oneri accessori, l’investimento mette in difficoltà le famiglie di oggi. Il timore è di non riuscire a farvi fronte. Con le formule finanziarie vien più facile permettersela, in quanto il pagamento avverrà a rate. Tuttavia, qualsiasi contratto prevede degli interessi e, in certi casi, essi risultano piuttosto elevati. Inoltre, ci si sente vincolati a tenere lo stesso mezzo. Nel mentre, le caratteristiche del veicolo peggiorano, a causa del logorio. E le dotazioni di bordo cominciano ad apparire superate, visti i notevoli progressi compiuti dalla tecnologia, nel giro di poco tempo.

Le innovazioni appariranno presto retrò. Inoltre, il settore della mobilità è protagonista di una rivoluzione in piena regola, secondo molti capi d’industria la principale dalla nascita dell’automobile. A partire dal 2035 varrà il bando sugli esemplari endotermici. Lo ha sancito la Commissione Europea e ogni indizio lascia supporre che intenda tagliare il traguardo. Salvo clamorosi dietrofront, porterà avanti fino in fondo l’idea, anche se la deroga concessa agli e-Fuel, tanto invocati dalla Germania, lascia pensare che forse non è ancora detta l’ultima. Lo sperano le istituzioni italiane, tra i principali promotori dei biocarburanti. Finora le pressioni esercitate sugli organi competenti non hanno sortito gli effetti desiderati, ma una fiammella di speranza rimane accesa. In tale direzione spinge anche il timore di vedere il parco circolante sempre più vecchio. E già la situazione è piuttosto critica, con un’età media di 12 anni e 2 mesi nella nostra penisola. Un valore di gran lunga superiore rispetto ai 10 anni di Germania, Regno Unito e Francia.

Il piano adottato dagli enti sovranazionali mira a promuovere le bev, ovverosia le vetture a trazione 100 per cento elettrica. Il piano avrebbe pure senso, visto che comporterebbe l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica durante l’uso del mezzo. Peccato che, allo stato attuale delle cose, i costi produttivi sostenuti dai Costruttori siano considerevoli. Tutto ciò ha dei riflessi sui prezzi sui listini, il che taglia, inevitabilmente, le gambe alle categorie meno abbienti.

La Francia ha intenzione di adottare il leasing sociale, che consentirebbe al ceto basso di ricorrere al noleggio o all’acquisto di un’auto alla spina con un piccolissimo importo. Prospettata dal presidente Emmanuel Macron, la proposta è stata inserita nella bozza di Bilancio 2023. Per rendere tale ipotesi praticabile servirà uno sforzo congiunto della politica e dei player di settore. I Costruttori dovranno inevitabilmente puntare sui mezzi compatti, dalle dotazioni minimali, altrimenti si tratterebbe di un investimento a perdere, che nessuno sarebbe disposto a fronteggiare.

Il Governo avrà, invece, l’onere di prevedere delle agevolazioni dal punto di vista fiscale e di ridurre il costo delle campagne di promozione e dell’attività di distribuzione. Infine, alle officine si chiede di adottare un approccio collaborativo, in quanto gli interventi di manutenzione verrebbero inclusi nel canone di leasing. Questa è almeno la tesi perorata dalle ong coinvolte nel progetto, le quali hanno fissato un totale di nove principi cardine. Se la proposta legislativa andasse in porto e il sistema che si venisse a creare risultasse sostenibile, allora verrebbe magari preso ad esempio pure altrove.La storia non si fa, però, con i “se” e con i “ma”. Lo scenario andrà monitorato strada facendo, tenendo presente il feedback della popolazione d’oltralpe.

Il ricorso ai mezzi pubblici ha altresì dei pro e dei contro. Il costo da porre in preventivo per il servizio è inferiore, a cui fa contraltare il minor grado di comfort e la ridotta libertà negli spostamenti. Soprattutto chi vive lontano dalle grandi città soffre di tale problematica, dato il minor numero di linee garantite nel corso di una giornata.

Riprendendo il discorso fatto in apertura, negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita e alla diffusione di altri canali della mobilità, con cui stiamo assumendo sempre maggiore dimestichezza. Andiamo, allora, a scoprire quali sono le principali opzioni lungo la nostra penisola. Per ciascuna andremo ad analizzarne le caratteristiche specifiche, affinché abbiate modo di stabilire quale di essi si sposano meglio con le vostre particolari esigenze, abitudini e gusti.

Alternative acquisto auto: leasing

Leasing

Fino a qualche anno fa il leasing era una prerogativa delle aziende. In parole povere, il meccanismo prevede il pagamento di un canone mensile per un periodo di tempo concordato alla stipula del contratto con la società che mette a disposizione la macchina. Al termine, il contraente si troverà davanti a un bivio: la restituzione o il riscatto, attraverso il pagamento di un importo pattuito in principio. La cifra da corrispondere sarà pari al valore stimato del bene, in considerazione dell’ammortamento. A seconda degli accordi assunti tra i soggetti in questione, andrà o meno sborsato un anticipo, definito in misura percentuale sulla spesa complessiva.

La cifra da corrispondere sarà di entità differente in base alla inclusione o meno degli oneri accessori, tipo la manutenzione ordinaria e straordinaria, il cambio degli pneumatici, la polizza RCA, il bollo e l’assistenza stradale. Un punto di forza è rappresentato dalla spiccata flessibilità. In confronto all’acquisto dell’auto comporta un risparmio e viene facile cambiare la vettura al termine del contratto. Il cliente ha l’opportunità di passare da un leasing all’altro, senza limitazioni di sorta.

In merito, invece, ai punti deboli, spicca l’elevata spesa da mettere in conto a livello complessivo. Difatti, moltiplicando le rate mensili per la durata del contratto si otterrà una somma maggiore dell’acquisto immediato, e anche di parecchio. Inoltre, a differenza delle aziende, i privati non hanno la facoltà di usufruire di detrazioni fiscali. Ed è bene prestare attenzione ai vincoli contrattuali, prima di lasciarsi cogliere impreparati quando si sarà ormai messo nero su bianco. L’esempio principale è costituito dai limiti di chilometraggio, un bel problema per coloro che guidano spesso durante la giornata.

Noleggio

noleggio lungo termine

Messo a paragone con il leasing, il noleggio lo richiama sotto certi aspetti, ma differisce di parecchio sotto altri. Pure in tal caso occorre corrispondere una rata mensile, ma non è possibile procedere con il riscatto al termine del contratto. Il canone comprende i servizi di base e non implica la sottoscrizione di un anticipo. Inoltre, vi sono dei benefici pure sul fronte fiscale, con, ad esempio, la deducibilità della somma versata a cadenza mensile dalle imposte dirette (Irpef e Irap). Il noleggio, lo ricordiamo, è declinato in due sotto-tipologie: a breve e a medio-lungo termine.

Alternative acquisto auto: car sharing

Il car-sharing altro che non è un servizio di autonoleggio a breve termine, dove un’azienda mette a disposizione delle autovetture nei centri urbani. L’utilizzo avviene in condivisione con altre persone, ma sempre in modo individuale oppure familiare, a differenza del car pooling, dove la macchina e il tragitto vengono condivisi con altri utenti. I costi sono alquanto contenuti, ma finora rimane limitato ai maggiori centri abitati. E può rivelarsi complicato trovare un parcheggio libero negli spazi preposti.

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