Incentivi auto elettriche: i cinesi si strofinano le mani

Ippolito Visconti Autore News Auto
I cinesi (Case auto) sorridono: incentivi auto elettriche in Ue per dare ossigeno alle vendite di quelle vetture, morenti. Sono soldi dello Stato, ossia dei contribuenti.
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A maggio arriveranno gli incentivi auto elettriche, per dare ossigeno alle vendite di quelle vetture, morenti. Sono soldi dello Stato, ossia dei contribuenti. Analoghe situazioni un po’ ovunque nei Paesi dell’Unione europea, con ecobonus che vanno e vengono, si stanziano, finiscono, ritornano. Ma a chi gode per davvero? Oltre al consumatore Ue, che risparmia, ne trae piacere il produttore di auto elettriche e il produttore di batterie per auto elettriche. E chi è il leader mondiale indiscusso nel settore? La Cina.

Cinesi scatenati

La Cina controlla le fonti di litio, cobalto e nichel. Con le mani su Africa, Cile, Australia, Indonesia. Il cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo e viene lavorato al 75% in Cina. Il nichel parte dall’Indonesia ed è raffinato al 70% in Cina. Ha le concessioni minerarie, importa il minerale estratto, acquisisce la tecnologia per raffinare i materiali, assemblare le batterie, costruire le macchine. Lì dove può, compra Case auto europee per divorare in un attimo le conoscenze acquisite in un secolo. Tutto suo: filiera, batterie, produzione, grazie a sussidi straordinariamente forti del governo di Pechino. Tutto lecito. Anzi, proprio l’Unione europea ha aperto le porte, col bando alle termiche a benzina e diesel nel 2035.

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Il paradosso della Germania debole

Lo Stato cinese ha favorito ed incentivato, per la ricerca di nuove batterie, l’unione di alcuni tra i principali attori del settore, tra cui il leader mondiale delle batterie CATL. Più la BYD, che oltre produrre auto elettriche, è da sempre un importante attore nella produzione di batterie. La Cina è stata così intelligente da riuscire a superare chi comanda in Europa e nell’Ue, ossia la Germania. Questa cerca disperatamente di difendersi, puntando sui combustibili sintetici: tecnologia legate ai tradizionali motori a combustione. Se l’Ue impone auto elettriche, la Germania era, resta e sarà dipendente dalla Cina. Discorso analogo per la Francia. Le due superpotenze che hanno comandato in Ue sui più deboli, si ritrovano deboli di fronte alla Cina: così passa la gloria del mondo.

Batterie cinesi nel futuro

I cinesi pensano con 50 anni di anticipo. Valuta batterie post-litio, quella a base di sodio. Sviluppa batterie per percorrenze lunghissime. Vuole batterie cobalt-free, che risolvono il problema della dipendenza dal cobalto. Risultato: il 60% delle vendite di elettriche nel mondo è cinese. Il 50% di elettriche circolanti nel mondo viaggia in Cina. Metà del riciclo di batterie è cinese.

La difesa tardiva dell’Ue

Oggi che la situazione è questa, ecco l’Ue muoversi. L’indagine della Commissione europea sui sussidi cinesi per i veicoli elettrici sta avanzando. I dazi forse a giugno 2024. Ma poi, che dazi? Le tasse sulle auto che arrivano dalla Cina. Oppure magari sulle macchine che hanno tanti materiali cinesi. O sulle vetture fatte in Ue da brand in cui i proprietari societari sono cinesi. In vista delle elezioni Ue di giugno 2024, l’Ue si attiva. Un po’ tardi, forse.

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