Hongqi vuole sfondare in Europa con una speciale ricetta cinese

Ippolito Visconti Autore News Auto
Ogni Gruppo auto cinese ha la sua strategia d’invasione in Europa: mentre BYD e altre vengono incontro ai gusti locali, con prezzi bassi, Hongqi vuole sfondare con vetture costose ed estetica cinese.
Hongqi

Ogni Gruppo auto cinese ha la sua strategia d’invasione in Europa: mentre BYD e altre vengono incontro ai gusti locali, con prezzi bassi, Hongqi vuole sfondare con vetture costose ed estetica cinese. Il marchio premium del colosso asiatico FAW nei prossimi cinque anni lancerà 12 modelli, riporta Automotive News, iniziando dalla berlina elettrica EH7 e dalla Suv EHS7 entro fine 2024. In Norvegia, Svezia, Danimarca, Lussemburgo, Olanda e Belgio commercializza la Suv elettrica enorme E-HS9 da 60 mila a 100 mila euro. Il target è piazzare macchine fra 30 mila e le 50 mila vetture l’anno sul mercato del Vecchio Continente, facendo concorrenza ad Audi (VW) BMW e Mercedes: ripropone qui lo schema di business che già c’è in Cina. Mirando all’equilibrio tra prezzo, qualità e design, dice FAW.

Hongqi

Idee chiare

Hongqi, che produce dal 1958, ha venduto 207 E-HS9 nei primi cinque mesi, secondo i dati dell’analista di mercato Dataforce. In mostra al Festival of Speed ​​la sua attuale gamma di berline e Suv, che in Cina si confrontano con marchi premium tra cui Audi, BMW e Mercedes-Benz. Giles Taylor, responsabile del design di Hongqi, supervisiona le linee delle vetture dal 2018, quando si è trasferito da Rolls-Royce. La missione di Taylor a Hongqi era quella di aggiornare un marchio noto soprattutto per le limousine di lusso antiquate tradizionalmente utilizzate dall’élite politica cinese. Stando Reuters nel 2021 era “il marchio automobilistico preferito del presidente Mao Zedong”. “La Cina è ora in ascesa”, ha detto. “L’era dei copisti è finita, l’era dirompente è finita e ora ci troviamo in un’era globale in cui è arrivata la Cina”. La berlina EH7, lanciata in autunno, è dotata di una potenza massima di 619 CV nella versione a trazione integrale con due motori elettrici, con un tempo di accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi. L’autonomia è di 700 km in più rispetto ai dati ufficiali WLTP. Viene fornito con un sistema di ricarica rapida da 250 kilowatt. 

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Se ne infischia degli extra dazi

L’Ue ha appioppato il 31% di dazi totali a FAW, che valuta se assorbire il possibile rincaro o trasferirlo sui clienti tramite un aumento dei listini. Comunque, tutto questo non fermerà l’ascesa Hongqi dalle nostre parti, dicono i vertici del Gruppo. “Se la tassa verrà implementata senza alcuna modifica, il prezzo della E-HS9 aumenterà di circa 20.000 euro”, ha dichiarato Alexander Bachmann, responsabile del prodotto presso l’importatore danese di Hongqi KW Bruun, ad Automotive News Europe all’evento di Goodwood. Anche così, l’imposizione delle tariffe non impedirà l’espansione del marchio, ha affermato. “Ciò non cambia i nostri piani perché la strategia è abbastanza chiara”, per Bachmann.

Quel flop italiano

Da noi, si ricorda il fallimentare progetto della Silk-FAW: doveva essere una nuova realtà della Motor Valley. Invece è stato un flop. Per aggirare i dazi, potrebbe magari anche riprovarci. Ad aprile 2020, la Silk EV, azienda modenese dell’americano Jonathan Krane, annunciava l’alleanza con FAW: target, a Reggio Emilia un’intera gamma di auto ad alte prestazioni, ibride ed elettriche. Coinvolgendo il designer Walter de Silva, l’ex ad Ferrari Amedeo Felisa, l’ ex progettista e direttore tecnico in Ferrari e Alfa Romeo Roberto Fedeli, la compianta Katia Bassi (che fu manager di successo). Si pensava alla S9, supercar ibrida destinata a essere dotata di un motore V8 con cilindrata di 4.0 litri, abbinato a tre propulsori elettrici, con 1.400 CV. Più le Suv, le crossover, una grande berlina sportiva. Poi, il nulla.

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