Forthing, il nome vi suonerà vagamente esotico. E il motivo è presto detto: finora non aveva ancora messo nel mirino il Vecchio Continente. Ora, però, il marchio cinese ha deciso che è giunto il momento di allargare gli orizzonti, mettendo nel mirino anche l’Europa, con uno dei suoi pezzi forti, mostrato al Salone di Monaco 2023. È la Forthing U-Tour V9 2024, monovolume a benzina e plug-in hybrid, che decreta una nuova era per l’azienda dell’azienda di stato Dongfeng, i cui cavalli di battagli sono i large SUV, i multispazio e gli MPV. In vista dello sbarco oltreconfine non cerca di cambiare natura, rimanendo fedele a sé stessa, agli stessi principi valsi l’affermazione nei confini nazionali.
Ciò sarà sufficiente per ottenere la visibilità agognata? Una risposta definitiva è, manco a dirlo, impossibile darla. L’unico a decretarlo saranno i clienti, ma questo sembra davvero un periodo favorevole per le rappresentanti del Paese asiatico. In passato venivano viste con diffidenza, dopo alcuni esperimenti mal riusciti. L’avvento dell’era elettrica ha rimesso in discussione delle granitiche certezze. E le prospettive di prendersi le rivincite sono quanto mai elevate.
Tra i principali punti di forza, i bassi di prezzi di listino, complice gli oneri da sostenere moderati in terra madre. Stando a un recente studio, le EV costruite nello Stato dei Dragoni costano il 37 per cento in meno rispetto alla Germania. E un dato del genere non può essere trascurato, poiché va a riflettersi sul listino prezzi. Andiamo allora a scoprire quali sono le prerogative della Forthing U-Tour V9, svelata all’IAA Mobility. Al solito, ci focalizzeremo sugli esterni, per poi studiare gli interni e le dotazioni di bordo. Nelle battute finali, passeremo in rassegna la gamma motori, che vi coglierà impreparati.
Indice Show
Forthing U-Tour V9: gli esterni
Allo stato attuale delle cose, bisogna specificarlo, non è stata comunicata in forma ufficiale la volontà di mettere piede in Europa. Tuttavia, alla luce della cornice scelta per presentare la Forthing U-Tour V9 pare esserci la volontà. O, quantomeno, l’interesse di “tastare con mano” il feedback dei potenziali acquirenti. In base al responso ottenuto si valuterà l’eventuale approdo. Dongfeng Liuzhou Motor, proprietaria del brand, avrebbe tutto il potenziale economico per arrivare anche qui, in Italia. Ma prima andrà capito il potenziale di vendita. E l’esordio alla kermesse bavarese aiuterà di certo a schiarirsi le idee. Un assaggio delle capacità lo abbiamo avuto con la DSFK, occupatasi della Dacia Spring e della Citroen C5 X.
A ogni modo, è meglio non lasciarsi distrarre troppo dalle vecchie conoscenze. Difatti, la Forthing U-Tour V9 ha uno stile unico e personale, rientrante nel genere delle monovolumi cinesi approdate lungo le strade asiatiche. Risalta l’imponenza, in grado di infondere pure una certa soggezione.
Nello specifico, queste sono le dimensioni della Forthing U-Tour V9 2024:
Modello | Lunghezza | Larghezza | Altezza |
U-Tour V9 2024 | 5.251 mm | 1.920 mm | 1.810 mm |
Sotto il piano dell’inventiva, i designer hanno preferito non sondare sentieri inesplorati. Meglio andare sul classico, in linea con i canoni imperanti tra le monovolumi cinesi. Lo si constata nello sviluppo verticale della griglia frontale, nella fascia luminosa continua sul portellone e nelle grandi portiere posteriori scorrevoli. Il “lato B” vira sulla semplicità con i fanali collegati da un fascio luminoso e i terminali di scarico nascosti.
Sia gli addetti ai lavori sia i semplici appassionati radunatisi a Monaco ne avranno intuito al volo il luogo di provenienza. Poco esaltante, forse, nell’ottica degli utenti che amano essere sorpresi. Eppure, comprensibile, perché il fine ultimo è di avere subito una riconoscibilità. E nel panorama delle vetture provenienti da qualsiasi angolo del Pianeta, una politica del genere avrebbe ragione di esistere.
Gli interni
L’abitacolo della Forthing U-Tour V9 è moderno, al passo con le aspettative dell’attuale generazione di conducenti. Le generose dimensioni degli esterni si riflettono in un salotto di bordo parecchio confortevole. Disposti lungo tre file di sedili, comprese due poltrone singole regolabili elettricamente nella seconda, il massimo di passeggeri ospitabile è sette. Che si gridi al miracolo ne dubitiamo, d’altro canto le finiture non paiono affatto male, anzi. Il responsabile degli interni si è premurato di lasciare una buona impressione alla clientela, consapevole del palato fine degli automobilisti europei. I rivestimenti in pelle trapuntata insieme agli inserti in legno contribuiscono alla percezione complessiva di valore.
La plancia poco appariscente accoglie il quadro strumenti e lo schermo centrale, abbinato a un volante multifunzione a tre razze e alla leva del cambio elettronica. Uniti tra loro, i tre elementi attribuiscono un’identità giovane e moderna. Le linee piatte della consolle centrale, con la tonalità bicolore delle superfici, rafforza la sensazione di veicolo di pregio elevato. Purtroppo, non è dato conoscere il pacchetto di dotazioni di bordo. Dalle poche informazioni riportate dalle testate locali si evince che il dipartimento informatico è ricorso a tecnologia evoluta. Cosa poi ciò significhi nel concreto è dura stabilirlo.
Se dovessimo sbilanciarci, immaginiamo il kit completo dei sistemi di guida autonoma di livello 2. Questo perlomeno ce lo auguriamo, tra cui e dire che sia davvero così ovviamente ce ne passa. Alla luce dei progressi compiuti dalle realtà tradizionali del Vecchio Continente, specie nel comparto premium, occorrerà, comunque, superare il banco di prova. Altrimenti, rischierebbe di diventare un semplice sogno quello di affermarsi contro colossi del calibro di Mercedes-Benz o Audi.
Anche se lo riteniamo abbastanza scontato, mancano le specifiche circa gli eventuali optional. Se ne parlerebbe in un secondo momento, quando non ci sarebbe più dubbi a proposito dell’effettivo arrivo. E finora i rappresentanti della Dongfeng si sono guardati bene dall’uscire allo scoperto in modo tanto convinto.
Motori e prezzi
E veniamo al fatto davvero insolito di giornata. Invece di contare su un powertrain full electric, la Forthing U-Tour V9 ha varianti endotermiche e plug-in hybrid. Lo riferisce CarNewsChina, in relazione ai documenti del ministero cinese dell’industria e dell’information technology. Il propulsore a combustione interna è da 1.5 litri con una potenza massima di 190 CV. Nella nota diramata Dongfeng si apprende, invece, che il sistema plug-in hybrid ha un’efficienza termica del 45,18 per cento.
La batteria al litio ternaria è fornita da Sunwoda, tuttavia mancano delle delucidazioni. Con batteria al litio ternaria, lo ricordiamo, si fa riferimento a un accumulatore al litio che usufruisce di tre ossidi di metalli di transizione nichel-cobalto-manganese. Combina interessanti performance, alta sicurezza e basso costo.
L’autonomia garantita complessiva promessa dai portavoce è di 1.200 km nel ciclo CLTC, a onor del vero poco raccomandabile data la generosità delle stime. In conclusione, ricordiamo che Forthing ha già annunciato l’intenzione di dire addio alla combustione interna entro la fine del 2027.
Non essendo nemmeno sicura la messa in commercio sul suolo europeo, immaginare il prezzo sarebbe quantomeno prematuro. Una vaga idea è, però, possibile farsela confrontandola con la U-Tour standard: premesso un probabile rincaro, una cifra ragionevole dell’entry level si aggirerebbe tra i 35 e i 40 mila euro. L’aspetto ricorda molto la Denza D9, a sua volta esposta nella kermesse bavarese.