Il bollo auto è una tassa che qualsiasi proprietario di autovetture deve versare nelle casse dell’ente regionale di competenza o dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Un importo da trasferire nelle casse del Fisco per avere un mezzo di proprietà registrato al Pubblico Registro Automobilistico. Anche se non ha mai vinto gare di popolarità, rappresenta pur sempre un obbligo a cui far fronte pena il pagamento di sanzioni, anche piuttosto salate. Premesso ciò, possiamo informarci su come calcolare il bollo auto. Nel corso di questa guida cercheremo di spiegarvi la metodologia corretta da applicare per arrivare quantomeno a un’idea dell’importo.
Come calcolare il bollo dell’auto nel 2023
Quando si parla di bollo o tassa di proprietà bisogna ricordare un aspetto essenziale: la gestione è in carico solitamente della Regione di residenza. In certi casi, se ne occupano le Province Autonome (in Italia abbiamo quelle di Trento e Bolzano) o l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Dunque, prima di versare cerca di recuperare le informazioni in merito, attraverso i portali ufficiali di riferimento. Grazie alle moderne piattaforme abbiamo la possibilità di ottenere ogni delucidazione in proposito.
Oltretutto, laddove dei dubbi persistano ci sono dei recapiti da interpellare per schiarirsi le idee. È preferibile fare una domanda in più, anziché vivere nella perenne incertezza e scoprire solo in un secondo momento di aver violato la normativa. Perché una volta combinato il pasticcio toccherà sborsare delle sanzioni, destinate a salire progressivamente con il trascorrere delle settimane, dei mesi o addirittura degli anni. Le Regioni hanno un’autonomia parziale, nel senso che hanno la facoltà di apportare dei correttivi al testo generale. D’altro canto, è proibito confutare i principi ssoluti dello Stato. Difatti, il potere di esprimersi deriva dalla concessione dell’autorità centrale. Se fossero state loro stesse a introdurla vi illustreremmo una situazione differente.
A costo di essere ridondanti, l’importo che otterremo sarà indicativo, ma è in grado di orientarci sulla stessa scelta della vettura. In relazione alle caratteristiche del veicolo avremo maggiori elementi per effettuare un acquisto in piena consapevolezza. La tassa di proprietà è una delle voci principali da annoverare negli oneri gestionali, seconda esclusivamente alla polizza di copertura assicurativa. A volte rinunciare alla vettura risulta, però, impossibile, magari perché viviamo lontani dal luogo di lavoro. Soprattutto se le casse familiari hanno vissuto giorni migliori, è bene perlomeno analizzare le varie voci di spesa.
Andiamo allora a scoprire come calcolare il bollo auto nella maniera corretta. I primi fattori da recuperare sono potenza (espressa in kW) e la classe ambientale, riportati sul documento unico e il libretto di circolazione. Ovviamente, maggiore sarà la potenza del veicolo in questione e l’impatto a livello ambientale, maggiore sarà la spesa da porre in preventivo. A tal proposito, in certe Regioni è garantita l’esenzione per le vetture ibride, ma soprattutto per quelle elettriche. L’obiettivo è di spingere i cittadini verso le forme di mobilità sostenibile. Lo stesso scopo perseguito dagli incentivi auto, che, in riferimento ai mezzi con le fasce più basse di emissioni di CO2, garantisce delle significative agevolazioni.
Per ciascuna classe ambientale (da Euro 0 a Euro 6), la logica a fondamento resta tale e quale. Come calcolare il bollo auto è presto detto e ora te lo spieghiamo. Innanzitutto, si consulta la relativa tabella dell’Automobil Club d’Italia, messa a disposizione sui canali ufficiali dell’ente. Ad esempio, la propone il sito aci.it alla voce “Autovetture e autoveicoli trasporto promiscuo e autocarri art. 1 comma 240 Legge 296/2006”.
Tariffario nazionale
Il tariffario nazionale è il seguente:
- Classe ambientale Euro 0: 3,00 euro per ciascun kilowatt (fino a 100 kW di potenza); 4,50 euro per ciascun kilowatt (eccedente i 100 kW di potenza);
- Classe ambientale Euro 1: 2,90 euro per ciascun kilowatt (fino a 100 kW di potenza); 4,35 euro per ciascun kilowatt (eccedente i 100 kW di potenza);
- Euro 2: 2,80 euro per ciascun kilowatt (fino a 100 kW di potenza); 4,20 euro per ciascun kilowatt (eccedente i 100 kW di potenza);
- Euro 3: 2,70 euro per ciascun kilowatt (fino a 100 kW di potenza); 4,05 euro per ciascun kilowatt (eccedente i 100 kW di potenza);
- Classi ambientali Euro 4, Euro 5 ed Euro 6: 2,58 euro per ciascun kilowatt (fino a 100 kW di potenza); 3,87 euro per ciascun kilowatt (eccedente i 100 kW di potenza).
Le unità decimali non vanno conteggiato, perciò se, ad esempio, i kW sono 58,90 bisogna calcolarne 58. Il metodo da applicare consiste nel moltiplicare il numero dei kW per la tariffa associata, in base alla classe ambientale.
Ipotizzando di avere un Euro 4 da 70 kW dovremo fare la seguente operazione: 70 X 2,58 = 180,60. Poiché non contano i decimali il corrispettivo del bollo auto da versare sarà di 180,00 euro.
Supponendo di avere sempre un Euro 4, ma da 120 kW dovremo, invece, fare la seguente operazione: (100 X 2,58) + (20 X 3,87) = 335,40. Poiché non contano i decimali il corrispettivo del bollo auto da versare sarà di 335,00 euro. Quello che abbiamo fatto è stato moltiplicare i primi 100 kW e i 20 in “surplus” per i rispettivi tariffari, sommandoli poi tra loro.
Come abbiamo detto in precedenza, le Regioni hanno facoltà di espressione. Ecco, quindi, che l’Abruzzo e la Campania prevedono alcune variazioni tariffarie:
- Classe ambientale Euro 0: 3,63 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,45 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classe ambientale Euro 1: 3,51 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,27 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 2: 3,39 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,08 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 3: 3,27 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,91 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classi ambientali Euro 4, Euro 5 ed Euro 6: 3,12 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,69 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza).
Di seguito le variazioni tariffarie delle Regioni Lazio, Liguria, Calabria e Veneto:
- Classe ambientale Euro 0: 3,30 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,95 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classe ambientale Euro 1: 3,19 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,79 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 2: 3,08 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,62 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 3: 2,97 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,46 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classi ambientali Euro 4, Euro 5 ed Euro 6: 2,84 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,26 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza).
Di seguito le variazioni tariffarie della Regione Toscana:
- Classe ambientale Euro 0: 3,47 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,45 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classe ambientale Euro 1: 3,35 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,27 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 2: 3,23 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 5,08 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Euro 3: 3,12 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,91 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza);
- Classi ambientali Euro 4, Euro 5 ed Euro 6: 2,71 euro per ogni kW (fino a 100 kW di potenza); 4,26 euro per ogni kW (oltre i 100 kW di potenza).
Anche le Province Autonome di Trento e Bolzano presentano variazioni ai tariffari, che ti rimandiamo a consultare sui portali ufficiali. In merito al calcolo, speriamo che vi siamo tutto chiaro. Data l’autonomia delle amministrazioni addette a riscuotere i fondi vi consigliamo, comunque, di utilizzare i calcolatori online per non incorrere in sorprese. La stessa ACI lo mette a disposizione: basta inserire i valori di riferimento e il gioco è fatto.