Sul conto delle auto elettriche si sentono opinioni agli antipodi. Per una parte rilevante della popolazione costituiscono la panacea di tutti i mali. Dopo aver maltrattato a lungo l’ambiente, ci sarebbero le condizioni affinché la situazione migliori. Lo sostiene pure la Commissione Europea, che ha decretato lo stop delle vetture a combustione interna dal 2035. Sul fronte opposto della barricata, c’è chi punta il dito contro le bev. Ad avviso dei detrattori “nasconderebbero” delle serie criticità. Il timore è di dire addio alla democraticità dei veicoli, dati gli elevati costi d’acquisto da sostenere.
Auto elettriche: lo studio di Harvard sull’inquinamento
Del resto, ad alimentare i sospetti ci ha pensato pure Luca de Meo, numero uno del gruppo Renault, secondo cui sussiste un rischio concreto di rendere le macchine alla portata solo del ceto abbiente. Inoltre, la diffusione delle colonnine lascia ancora abbastanza a desiderare. Le istituzioni comunitarie stanno cercando di promuoverne la diffusione, tuttavia l’appello è stato giusto in parte accolto.
Basti pensare pure alle difficoltà burocratiche riguardanti la nostra penisola inerenti alle agevolazioni. Un nuovo studio alimenterà l’ostilità dei critici, giacché fa riferimento alle emissioni di anidride carbonica. Sì, per quanto suoni paradossale vi sarebbe pure da ridire in merito alle emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. E la criticità mica arriva da un’autorità qualunque, nossignore. Dietro vi sono i dubbi di Harvard, una delle università principali al mondo. I co-autori Ashley Nunes e Lucas Woodley hanno portato alla luce un dato curioso a proposito dell’impatto ambientale delle auto elettriche.
Seppur siano maggiormente rispettose del Pianeta, la convenienza arriva solo dopo aver macinato un certo numero di chilometri, tra le 28.069 alle 68.160 miglia, pari rispettivamente a 45 mila e 109 mila km. Il motivo è da ricondursi alle serie conseguenze delle batterie, aventi delle grosse ripercussioni. Sono, infatti, responsabile di una quantità enorme di emissioni nel corso del processo di fabbricazione, ha spiegato il dottor Woodley.
La costruzione è, insomma, più “sporca” nel caso delle auto elettriche e i benefici si riscontrano a lungo andare. Qualora si guidi di rado conviene puntare su un esemplare a benzina, ha concluso il ricercatore. Una tesi controintuitiva forse, di certo basata su fatti concreti, frutto di un’analisi approfondita in materia. Ecco perché la classe politica viene esortata a corrispondere delle agevolazioni soprattutto a chi deve mettersi al volante per raggiungere il luogo di lavoro, specie se appartiene al ceto basso della popolazione.