Auto elettrica flop in Italia perché il limite di spesa è bassissimo

Ippolito Visconti Autore News Auto
Perché l’auto elettrica in Italia è un flop? Perché era, resta e sarà per anni un fenomeno di micro nicchia? Risposta: perché il limite di spesa è bassissimo.
Auto elettrica

Perché l’auto elettrica in Italia è un flop? Perché era, resta e sarà per anni un fenomeno di micro nicchia? Risposta: perché il limite di spesa è bassissimo. Il prezzo ideale di una full electric per i nostri connazionali è di 20.000 euro. Al contempo, aggiungiamo noi, si chiede un mezzo di qualità. Così, diventa molto problematico. Lo dice l’Eafo (European alternative fuels observatory), osservatorio dell’Unione europea che monitora la crescita delle vetture con alimentazioni alternative a benzina e diesel. C’è stato un sondaggio fra i cittadini di Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Uno su due pensa all’elettrico: tutta teoria

Il 48% gli automobilisti nella Penisola è interessato a comprare un’elettrica entro cinque anni. Ma è tutta teoria. In realtà, si punta sul termico, comodo, pratico, senza ansia della ricarica, senza angoscia delle colonnine scollegate. Per le termiche, il massimo che si desidera spendere è 15.000 euro, ossia 5.000 euro meno rispetto all’elettrico. Nella pratica, il differenziale appare superiore. 

Il 57% degli europei comprerebbe un’elettrica: stesso discorso. Comunque, la metà vuole la wallbox: la ricarica a casa. Non si fida delle colonnine, e fa molto bene: spesso lente, inattive, scomode. Anche se quando viaggiava all’estero, il 60% degli intervistati ha valutato la propria esperienza di ricarica come facile.

L’auto elettrica è per lo più nuova (74%) e di proprietà privata (69%). Uno su cinque è in leasing (20%) e uno su dieci è un’auto aziendale (11%).

sondaggio auto elettrica

Anomala distinzione basata sul sesso

Sulla base dei questionari compilati, l’Eafo ha inizialmente creato un quadro del tipico conducente europeo di elettriche. Si tratta prevalentemente di uomini di età compresa tra 35 e 55 anni che vivono in una casa indipendente, hanno un reddito medio (da 2.000 a 3.999 euro) e un alto livello di istruzione. Al contrario, i conducenti non BEV tendono a essere donne che vivono in un appartamento con un diploma di scuola secondaria.

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Che autonomia si vuole

Pertanto, massimo 20.000 euro per l’elettrico. Ma non qualsiasi. L’autonomia perfetta secondo italiani ed europei è di oltre 500 km. Spendi poco (relativamente), e vuoi tanto. Senza considerare altre possibili variabili: tanti cicli di ricarica senza che la batteria si deteriori in modo significativo, resistenza nei sinistri, scarsa infiammabilità.

Il mercato offre tanto, però se l’elettrico non fa presa un motivo dovrà pur esserci. Abbiamo la Dacia Spring a 17.900 euro e 220 km di autonomia. Macchina di qualità, fatta bene, però serve tempo perché faccia breccia: incentivi statali e un numero maggiore di colonnine veloci distribuite bene lungo lo Stivale. Per tutte le auto, si tratta di un dato dichiarato, variabile sulla scorta dell’uso quotidiano fatto della macchina: in particolare, la guida allegra e l’impiego del “clima” abbassano la percorrenza. Quindi, la Citroën ë-C3 a 23.900 euro e 320 km (nel 2025 19.900 euro). Tanta attesa per l’italiana Fiat Grande Panda, a 24.900 euro e 320 km, che però presumiamo possa vendere specie come termica, ossia ibrida. Sulla carta, ci sarebbero le cinesi, tuttavia l’Ue ha imposto extra dazi tali da renderle costose. Ricapitolando: l’Unione europea spinge per l’elettrico, piazza il bando termico 2035, poi frena facendo salire il prezzo delle orientali. Misteri del Vecchio Continente.

Quale metodologia

L’autorità ha condotto un sondaggio online all’interno di un panel chiuso per garantire la rappresentatività della popolazione generale, inclusi i conducenti non BEV e BEV. Il numero totale di risposte valide è stato di 19.080, di cui 17.034 sono state completate da conducenti di non elettriche e 2.046 da guidatori BEV.

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