La misteriosa, imperscrutabile, imprevedibile politica sull’auto messa in atto dal governo Meloni. Sino a qualche giorno fa, sì ai bonus per vetture elettriche; poi, d’incanto, fine degli ecoincentivi. A quanto pare, perché Stellantis non ha aumentato la produzione in Italia. A dire il vero, se quello era l’obiettivo dei bonus, si poteva evitare di stanziarli: il Gruppo euroamericano (dove i francesi comandano) va maluccio da tempo.
Il 7 agosto 2024 l’illusione
Il 7 agosto, Urso stesso annunciava il successo del Piano incentivi 2024 nel promuovere la decarbonizzazione e lo svecchiamento del parco circolante. Veri target dell’ecobonus. Ci attendeva il rinnovo per il triennio 2025-27. Invece non arrivano né questa né altre misure. Quali?
Tre punti per rinascere
Uno. Incentivi all’utilizzo dell’auto.
Due. Revisione della fiscalità delle vetture aziendali. Serve modulare la detraibilità Iva e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2. E ridurre il periodo di ammortamento a tre anni. Lo evidenzia l’Unrae, Unione Case estere. Grazie al loro ricambio rapido, le flotte aziendali favorirebbero anche l’offerta di veicoli ecologici usati, rendendoli accessibili alle fasce sociali meno abbienti.
Tre. Sviluppo capillare delle infrastrutture di ricarica rapida. È necessario introdurre semplificazioni e correttivi per velocizzare l’erogazione dei contributi destinati all’installazione di infrastrutture di ricarica privata.