Per Toyota, superare VW in Europa non è un obiettivo primario: realismo o bluff?

Ippolito Visconti Autore News Auto
Yoshihiro Nakata, capo europeo di Toyota, attribuisce priorità alla creazione di “un modello di business sostenibile mentre ci muoviamo verso il muro della neutralità delle emissioni di carbonio”.
Yoshihiro Nakata, capo europeo di Toyota

Yoshihiro Nakata, capo europeo di Toyota, attribuisce priorità alla creazione di “un modello di business sostenibile mentre ci muoviamo verso il muro della neutralità delle emissioni di carbonio”: diventare il marchio numero uno nel Vecchio Continente superando Volkswagen nelle vendite di auto nuove “non è un obiettivo chiave”. Questo il concetto espresso dal dirigente dell’azienda nipponica all’Automotive News Europe Congress. Quando evidenzia che la leadership europea scalzando i tedeschi è un target secondario, Nakata è solo realista oppure bluffa? Seduti al tavolo di poker, i top manager dei Gruppi auto hanno il diritto di esporre reali strategie o di mentire con astuzia, disorientando gli avversari, il mercato, i media. Chissà, magari all’interno di una ferrea logica del profitto, con un gigante come Toyota che è il re incontrastato nel mondo (a seguire VW), c’è anche un pizzico di scaramanzia partenopea: il desiderio di non far sentire agli dei le proprie intenzioni. Perché il colosso del Sol Levante da sempre ambisce al trono, tant’è vero che talvolta, preso dalla smania di raggiungere la vetta, incappa in qualche problemino: leggi richiami planetari. 

Toyota seconda da due anni

Col suo ibrido, inventato lustri fa sulla mitica Prius, Toyota fa sfracelli a livello mondiale. Oggi, con l’elettrico a picco come vendite, il doppio motore ultra efficiente può davvero un altro ennesimo sensazionale boom. Ancor più se l’Ue dovesse fare marcia indietro per questioni elettorali: vedendo che il baricentro si sposta a destra, i politici fanno slittare il bando termico dal 2035 a chissà quando, o lo limitano, o lo eliminano e non se ne parla più. Ah sì, poi ci sarebbero l’ecologia, il Green Deal, la CO2; ma se non arrivano voti, allora anche il “verde” scolorisce. Toyota è il secondo produttore in Ue negli ultimi due anni. I dati dell’associazione industriale Acea sono chiari: Toyota ha venduto 828.484 macchine nel 2023, mentre VW è a 1,36 milioni. C’è molta distanza. Pure per via della tradizione, rafforzata anni addietro con la mitica berlina Golf. Al contempo, la terza rivoluzione VW (dopo Maggiolino e Golf), ossia l’elettrica ID.3, per adesso non convince troppo i consumatori.

toyota yaris cross

L’irresistibile ascesa dell’ibrido nipponico

Nei primi quattro mesi del 2024, Toyota ha colmato il divario con VW dopo aver aumentato le vendite del 17% a 324.357, secondo Dataforce. Le consegne VW sono rimaste stabili a 445.226 fino ad aprile. La BMW era terza con 261.163. Su 100 auto Toyota vendute nel mondo, circa 70 sono ibridi, ibridi plug-in o elettrici. Su 100 auto Toyota vendute nel in Ue, 99 sono ibridi, ibridi plug-in o elettrici: la Yaris Cross va fortissima, la mini Suv più desiderata in Europa dopo aver superato la VW T-Roc. L’Aygo X (non ibrida, attenzione) è salita al secondo posto dopo quattro mesi dietro alla Fiat Panda con vendite di 35.742, in crescita del 36% rispetto all’anno precedente. Toyota vende molto anche nel segmento delle compatte con la Corolla hatchback e station wagon, che è stata terza nel segmento fino ad aprile con 49.649 vendite, lasciandola dietro VW Golf e Skoda Octavia.

Elettrico Toyota: partita aperta

Invece, nell’elettrico, Toyota ha ancora tantissima strada da fare. I competitor cinesi sono spietati, coi loro costi bassi e i prezzi di listino imbattibili. Tesla era, è e resterà inarrivabile, anche grazie allo status symbol che rappresenta. Al tavolo di poker, con la variabile impazzita del Jolly dazi Ue anti Cina, può accadere di tutto. Basta una mano e chi stravinceva si trova, di colpo, in braghe di tela. Non per nulla il capo di Stellantis, Carlos Tavares, cerca di essere omnicomprensivo, con le sue piattaforme multienergy e la galassia di marchi: pronti a qualsiasi strategia.

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