Lamborghini Miura

Walter Gobbi

Nel 1966 fu lanciata la Lamborghini Miura al Salone di Ginevra. Fu l’evento automobilistico del decennio: aggraziata, all’avanguardia e veloce, concepita da tre ingegneri ancora molto giovani.

La Lamborghini Miura raggiunge una velocità massima di 282 km/h, ha una stabilità eccezionale, un profilo slanciato e colori sgargianti che rispecchiano le tendenze stilistiche degli anni ’60. Tuttavia non appena scoppiò la crisi del petrolio, all’inizio degli anni ’70, la Lamborghini Miura scivolò nell’oblio e fu sostituita dalla Lamborghini Countach, da molti considerata inferiore.

Il motore della Lamborghini Miura era dotato di 4 alberi a camme, 24 valvole e 4 carburatori. Nel tentativo di isolarlo acusticamente venne fissato tra questo e l’abitacolo un pannello di polistirolo di 10 cm di spessore.

La Lamborghini Miura montava di serie gli stessi fari della Fiat 850, mentre il suo aspetto ricorda quello della Ford GT40. L’artefice della progettazione fu Gianpaolo Dallara.

La Lamborghini Miura venne prodotta in circa 800 esemplari, di cui solamente 150 riguardano una versione, la più rara, denominata Lamborghini Miura SV: più potente, meglio rifinita, con un telaio più robusto e ruote più larghe.

Lunga, bassa e aggraziata, internamente ha un abitacolo caratterizzato dall’enorme tachimetro e dall’ancor più grande contagiri Jaeger al centro del cruscotto.

Il valore commerciale della Lamborghini Miura è di 120 mila euro, 150 se si parla della versione SV.

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